L'orfanotrofio.

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Inizio a camminare lentamente verso la grande porta di legno, non sembra nemmeno fatta per gli umani, è talmente grande che ci starebbe un gigante. Al posto del moderno citofono vedo che c'è una specie di maniglia a forma di leone, tutto ciò mi fa capire ancora di più quanto sia vecchio questo posto.
Prima di bussare guardo l'ora sul mio cellulare , sono esattamente le 16:00, più in ritardo di cosi non si può.
Faccio un sospiro profondo e busso.
Aspetto un paio di secondi, ma nessuno mi apre, forse non hanno sentito.
Sento ad un tratto dei passi, si fanno sempre più forti e vicini, è un rumore che mi mette ansia, so per certo che proviene dall'interno e che tra poco dovró entrare in questa enorme villa dall'aspetto inquietante.
Ad aprirmi è una signora sui 60 anni, indossa un vestito completamente nero ed i suoi capelli sono raccolti in uno chignon.
《Lei è la signora Miranda Gray?》
La sua voce è veramente suave e delicata, a primo impatto mi sembra gentile. Annuisco e si sposta leggermente permettendomi di entrare.
I miei occhi cadono subito sull'immensità di questo posto, c'è un enorme lampadario di cristallo che illumina l'entrata, intorno a me ci sono un sacco di quadri talmente grandi da toccare quasi terra, il colore predominante è il grigio, è tutto molto spento secondo me per un luogo come questo, pieno di bambini e quindi di felicità. Sinceramente mi immaginavo di entrare in una specie di arcobaleno, con tantissimi colori , invece è tutto ..triste.
Spero in qualche cambiamento o semplicemente di vedere un bambino che corre ridendo sonoramente , qua peró regna il silenzio, riesco quasi a sentire il mio stesso respiro.
Inizio a camminare per i lunghi corridoi ricoperti da un tappeto rosso, mi sembra di sfilare su una passerella oppure di essere alla premiazione di qualche premio importante.
《Adesso l'accompagno nell'ufficio della signora Elizabeth poi successivamente le faccio vedere la sua stanza. So per certo che le serviranno un paio di giorni per potersi ambientare e che magari ogni tanto si perderá, questo posto sembra un labirinto.》
Mi dice con un caloroso sorriso sulle labbra.
《È da molto tempo che lavora qui?》
È la prima persona con cui parlo da quando sono entrata da quell'enorme porta e credo che sia quella giusta per poter conoscere un pó l'orfanotrofio.
《Conosco questo posto come le mie mani , ci sono cresciuta tra queste mura e ho potuto vedere ogni cambiamento, dal più bello al piú..brutto》 I suoi occhi diventano lucidi, c'è un'amare tristezza nel suo volto e nelle parole che ha appena pronunciato. Sto per chiaderle  a cosa si riferisce con questi"cambiamenti." , ma sfortunamente vengo subito fermata dalla signora al mio fianco.
《Ecco, questo è l'ufficio di Elizabeth.
Lasci pura la valigia qui, gliela tengo io.》 Mi dice e successivamente bussa alla porta di fronte a noi.
《Avanti.》 Questa è sicuramente la famosa Elizabeth, forse è la proprietaria di questo posto, sicuramente.
Mi faccio forza ed apro lentamente la porta ritrovandomi in una stanza circondata da soli libri, sembra una libreria da quanti ce ne sono.In fondo noto una donna seduta dietro un tavolo , i suoi occhi sono concentrati in una marea di fogli che tiene in mano, mentre con l'altra sorseggia un liquido rosso da una coppa. Forse è talmente presa dal suo lavoro che non si è accorta di me, magari non mi ha sentita nemmeno entrare. Ovviamente non intendo stare qui impalata per mezz'ora perciò faccio un colpo di tosse in modo da farmi notare. La sua testa si alza di scatto verso la mia direzione, mentre i suoi occhi mi squadravano dettagliatamente , quasi cercando di esaminarmi oppure di capire chi sono.
《Ti stavo aspettando.》 Dice mentre si alza dalla sedia e cammina verso di me, successimavente mi porge la mano ed io gliela stringo in un saluto.
È una donna molto elegante e di classe, si puó capire da come si atteggia e dai vestiti che indossa, ovviamente molto formali ed adatti al suo fisico snello. I suoi lunghi capelli mori e mossi cadono morbidi sulla sua schiena e dal suo viso non spunta nemmeno una rugha; O si tiene bene oppure è ancora abbastanza giovane. Stare vicino a lei mi fa sentire un po' a disagio e non adatta alla situazione, lei tutta perfettina mentre io, beh...
Questa mattina ero cosi di fretta che non ho fatto molto caso al mio look: Ho messo dei leggins neri, un'enorme felpa rubata ovviamente a mio fratello e le scarpe dell'adidas. Tutto ciò accompagnato alla giacca visto che fuori si muore di freddo. Se non erro non mi sono nemmeno preoccupata di mettermi un minimo di trucco, sembreró sicuramente un mostro in questo momento.
《Ti stavo aspettando mezz'ora fa, è in ritardo signorina Gray.》 Afferma con un tono abbastanza severo e duro, adesso si è appoggiata sul bordo del tavolo mentre tiene le mani incrociate al petto, i suoi occhi azzurri mi intemoriscono e faccio fatica a trovare le parole giuste o una giustificazione plausibile. Sapevo che sarei arrivata in ritardo e che molto probabilmente mi avrebbero detto qualcosa, ma una cosa è immagiarlo mentre un'altra è ritrovarsi con la realtà in faccia.
《Si, e mi dispiace veramente. Ho cercato in tutti i modi di arrivare alle 15:30 precise.Ho pure impostato la sveglia questa mattina, per non rischiare di perdere l'aereo oppure come in questo caso, arrivare in ritardo.
Ma per l'ironina della sorte ho avuto due problemi: In primo luogo non trovavo la mia valigia, e per finire in bellezza mentre ero sul taxi mi sono imbattuta in un enorme traffico, le macchine sembravano incollate per terra e non si sono mosse di un millimetro per più di 20 minuti.
Oltre a questo non sapevo che questo posto fosse cosi lontano dalla città , se lo avessi saputo avrei fatto in modo di fare le cose con molto più anticipo.》 Dico tutto d'un fiato, pregando mentamente che questa sconosciuta non decida di mandare a frantumi i miei sogni per un solo sbaglio.
《Non voglio le sue scuse, perchè quelle non servono a niente.》 Mi risponde sistemandosi curatamente dietro la sua scrivania.
《Sei una ragazza molto giovane e forse alla tua giovane etá non sei pronta per avere delle responsabilità.
Questo lavoro non è di certo come andare a fare i panini al mc donald, qui non si scherza ragazzina.
Quindi , per favore cerca di non farmi perdere tempo e rispondi direttamente e questa domanda: Sei pronta ad affrontare tutto questo?》
Forse, anzi..Sicuramente mi sta giudicando troppo in fretta, si è giá fatta un'idea su di me , un'idea completamente sbagliata.
Anche da molto piccola ero ritenuta dai miei parenti , ma anche dai vecchi prof ,molto piú matura dei miei coetanei o come si suor dire:"Con la testa sulle spalle." Non si domanda perchè ho lasciato il paese in cui sono cresciuta e tutta la mia famiglia ed amici per venire qui?forse pensa che non ci sia passione in ciò che voglio fare e che mi importi solo dei soldi, perchè ammettiamolo, mi pagheranno MOLTO bene.
Ma sbaglia, sbaglia di brutto ed io glielo voglio dimostrare.
《Si, sono pronta.》 Rispondo sicura di me stessa.
È un pó come se mi avessero chiesto se mi piace la pizza ed io avessi risposto di si, piú sincera di cosi non si puó.
Sul suo volto si forma un sorriso, quasi fiera della mia risposta.
《Allora benvenuta Miranda Gray.》

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