Tre

1.7K 102 9
                                    

Giulia era in biblioteca. Mandò un messaggio a Kristina: "Ti prego, ripensaci. E perdona mia madre, è una stupida ignorante. Ti prego amore mio..." inviato.
Alzò gli occhi e vide i libri, iniziò a leggere i titoli accarezzando le coste, ne riconobbe molti che aveva già letto: Orgoglio e pregiudizio, Cime Tempestose, Emma, Racconto di due città e poi L'isola del tesoro, Ventimila leghe sotto i mari, Viaggio al centro della terra; poi il suo sguardo si posò su un libro poco spesso, aveva la copertina di pelle con il dorrrso rifinito in oro e il taglio ingiallito. Giulia lo sfilò con cura dallo scaffale e ne lesse il titolo: "Canto di Natale", di Charles Dickens. Non lo aveva ancora letto.
- Sei tu la lesbica? -
Giulia si voltò di scatto, la voce scorbutica l'aveva fatta sussultare.
- Tu chi sei? -
- Frequento il corso della Tardelli, e tu dovresti essere la lesbica che lei ha raccattato a Milano2. Sbaglio? -
Sbagliava? Effettivamente no.
- Te l'hanno detto che per fare teatro devi parlare? Oppure con la lingua sai solo leccare? -
Giulia sbarrò gli occhi e arrossì: "Dove sei Kris, dove sei!"
- Si... sono io -
- Muoviti, è per di qua - la ragazza si voltò per farle strada, senza voltarsi. Giulia mise il libro nella borsa e la seguì: "Cominciamo bene" pensò.

"Ti prego, ripensaci. E perdona mia madre, è una stupida ignorante. Ti prego amore mio..." letto.
Kristina era in maglietta e pantaloncini anche se era fine gennaio, vicino al letto il resto dei soldi che le avevano dato "i suoi" per il compleanno. Non sa cosa aveva pensato Giulia quando, pochi giorni fa, lei aveva detto "i miei mi hanno dato"; forse aveva pensato alla famiglia di Mary.
E invece erano stati proprio "i suoi", i suoi genitori affidatari.
Avevano scoperto dove viveva ora e le avevano recapitato una busta senza francobollo nella cassetta della posta della famiglia di Mary il giorno prima del suo compleanno, con scritto solo 'Kristina' dietro. Dentro c'erano cento euro come regalo e una lettera:

' Cara Kristina,
Sappiamo di non esser stati dei buoni genitori affidatari per te, è per questo che sei scappata e sei andata a vivere altrove. Abbiamo sempre saputo dove stavi, quando eri da Daniel, e ci siamo molto preoccupati quando lo hai lasciato. Per fortuna abbiamo scoperto che la tua amica Mary ti ospita, tuttavia sappiamo che è una situazione provvisoria. Per questo stiamo aiutando come possiamo la famiglia di Mary, come abbiamo aiutato Daniel, per far sì che la tua presenza non sia di peso alla gente gentile che hai incontrato.
Ti diciamo tutto questo perché la tua madre naturale, Agniya, ha finito il percorso di recupero in comunità e ci ha contattati per avere un incontro con te, ma vuole che sia tu a decidere se vederla o meno.
Noi siamo sempre qui, vieni pure a trovarci se vuoi altri chiarimenti e per comunicarci la tua decisione.
Ti vogliamo bene.
La tua famiglia adottiva '

- Vieni Giulia, vieni tra noi - sorride la prof Tardelli. Era seduta su una sedia di plastica in un cerchio di altre sedie di plastica, occupate da tanti ragazzi e ragazze curiosi di vedere quest'essere mitologico: una LeSbIcA
C'è era una sedia libera vicino alla professoressa e lei fece cenno a Giulia di mettersi lì. L'altra ragazza andò a sedersi fra le sue amiche ben distante dalla nuova arrivata.
- Come prima cosa, direi di conoscerci. Per noi è già il terzo incontro, ma per Giulia il primo- Giulia s'irrigidì quando la Tardelli si voltò verso di lei: - Avanti, presentati -
- Okay ehm... mi chiamo Giulia, ho 15 anni e mezzo e faccio il liceo... -
- No no no, Giulia, non hai capito - le sorrise la professoressa: - noi voglia sapere della tua vita da omosessuale... da lesbica, okay? -
Giulia la guardò non capendo. Cosa intendeva, doveva descriverle una scopata? La sua vita da lesbica era la sua vita, cioè non è che era lesbica solo quando stava con la sua ragazza.
- Cosa intende per vita da lesbica? -
- Quando sei lesbica nella tua vita? -
- Sempre! - esclamò Giulia. Quanto avrebbe voluto avere la spavalderia di Kristina in quel momento.
- Anche quando vai al liceo sei lesbica? - chiese eloquente - io non credo proprio -
- Mi scusi, lei in quali momenti della sua vita ha gli occhi marroni?- chiese allora Giulia spazientita
- Sempre. Ma non è la stessa cosa. Gli occhi marroni non danno fastidio a nessuno - sorrise ancora la Tardelli.
- E perché, gli omosessuali si? -
- Certo cretina! - urlò la ragazza che la aveva accompagnata dal gruppo: - Gli omosessuali fanno schifo! SCHI-FO! -
- Calmati Dalila -
- Ah si giusto, come fanno schifo i tuoi pantaloni! - urlò Giulia di rimando: - a me fanno schifo i tuoi pantaloni, ma non per questo faccio l'antipatica con te o ti faccio intendere che sei una mer... -
Giulia trattenne il fiato, si portò la mano alla guancia: era bollente e sicuramente rossa
- Scusa Giulia, ma non si insultano le persone nel mio gruppo - disse severa la Tardelli.
Giulia la guardò scovolta, raccolse la borsa e se ne andò.

Kristina non sapeva cosa fare. Aveva sempre odiato i suoi genitori affidatari e i soldi che potevano permettersi di spendere. La volevano col visetto pulito, elegante, raffinata, con i lunghi boccoli castani da bambola di porcellana e la gonnellina a balze con le ballerine ai piedi. Volevano che facesse danza classica, che studiasse pianoforte o violino, che frequentasse quei bravi ragazzi cardigan e cravattino che in realtà costringono le ragazzine a fare video porno mentre loro tirano coca dagli specchi di cristallo dei nonni, o dei genitori. Volevano che si tagliasse le unghie e che le avesse sempre smaltate di rosa, che studiasse tre ore al giorno con un'insegnante che le toccava le cosce sotto la gonnellina a fiori e che avesse tutti i libri nuovi e foderati, che facesse colazioni sane e abbondanti eccetera eccetera eccetera.
Da piccola le piaceva pure, fare la bambolina di casa. Le piacevano anche le attenzioni dell'insegnante dopo la scuola, le faceva il solletico lì, dove ancora non sapeva a cosa servisse. (Insegnante che, per inciso, era una donna). Poi era cresciuta, aveva preso il borsone da danza rosa confetto, aveva rubato più soldi e cose preziose che poteva ed era scappata.

***

Regà, je l'ho fatta.
Ci ho messo mari e monti di tempo lo so, ma ve l'ho detto che è un periodo di merda. Non prometto niente per la data del prossimo capitolo.
Grazie infinite se state ancora seguendo questa storia, vi lovvo tutti :-*

Natalinna

È Ancora Giorno? Girl X GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora