Otto

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- Quindi Giulia, secondo te qual è il tuo problema e perché sei qui ?-
Giulia era nello studio della... dottoressa? E in cosa poteva essere laureata, chiusura mentale? Ottusaggine? Omofobia?
- Sono qui perché a questo punto credo che mia madre sia nata nel Medioevo e il mio problema è che in questo momento dovrei baciare la mia ragazza nel bagno della scuola e invece sto qui a perder tempo con lei, che a quanto pare è nata insieme a mia madre. Oh, e alla Tardelli - Giulia sorrise. In quel momento si sentiva tutto tranne che timida, nessuno poteva dire qualcosa contro quello che provava per Kristina.
- Quindi tu sei qui perché non sei stata capita e il tuo problema è che non riesci a dialogare con tua madre, secondo te - annuì la Trumpolini.
- No - sbuffò Giulia: - Sono qui perché voi tre bigotte vi siete intromesse nella mia vita e il mio problema è che sto mancando alla mia pomiciata delle 9.00 -
- Ci siamo intromesse nella tua vita perché tu hai dei seri problemi a relazionarti con gli altri - la Trumpolini aveva fatto il giro della scrivania ed ora stava difronte a Giulia: - Il tuo interesse riproduttivo è sbagliato, deviato, i tuoi sentimenti sono stati plagiati e insieme capiremo da chi o da cosa. Certo con tutti questi froci è facile cadere in queste trappole - Giulia alzò le sopracciglia: - Trappole, sul serio? - sorrise scuotendo la testa, la Trumpolini sembrò ignorarla: - Quando è iniziato a presentarsi il tuo disturbo? -
- Io non ho nessun disturbo. Ah, intende il fatto che amo le donne? Secondo quel che so la sessualità di una persona si definisce entro i 4 anni di età -
La Trumpolini sbuffò: - Quando ti sei resa conto che "amavi le donne", come dici tu? -
- Da quando ho memoria ho sempre preferito guardare le donne per strada, le ho sempre trovate più attraenti e sensuali, sin da quando ho iniziato a masturbarmi mi veniva naturale pensare a delle donne piuttosto che a degli uomini. Per un periodo il porno lesbo è stato il mio passatempo preferito, anche se probabilmente non è una cosa molto giusta... - Giulia si mise sovrappensiero mentre la Trumpolini faceva una serie di espressioni compassione. Compassione!? Che si fotta, cambiamo un po' la storia...
- Si probabilmente non era la cosa giusta - Giulia sorrise: - Ma che vuole, avevo solo sette anni. -
Il sorriso della Trumpolini diventò una linea storta mentre gli occhi diventavano sempre più grandi, Giulia continuò: - Comunque non so cosa le abbia detto mia madre, ma anche lei è come me, forse peggio... non le ha detto del nostro rapporto? No? Una volta lei mi beccò a masturbarmi davanti ai miei bravi porno, avevo quasi nove anni, e invece di rimproverarmi si mise a guardarli insieme a me e la sua mano prese il posto della mia nelle mutande, mentre la bocca finì sui miei capezzoli... - Giulia aveva iniziato a palparsi il seno, come eccitata dal ricordo - Fu il mio primo orgasmo. Mettemo da parte il pc e mia madre si concentrò su di me, avevo la sua bocca ovunque. Poi mi fece fare lo stesso con lei. Lo facemmo molte altre volte e ci filmammo anche, ho ancora quel video se vuole la prossima volta glielo faccio vedere. Coinvolgemmo anche la nostra vecchia gatta -
La Trumpolini deglutì: - La... gatta? -
- Ma si! I gatti hanno una lingua piccola e rasposa e quando te la leccano vieni con poco, almeno, la nostra era veramente brava con il cunniligus. Dovrebbe provare, scaricherebbe molto stress - la faccia della Trumpolini dava sul verdognolo ormai : - Poi ho iniziato ad avere le prime cotte e a trascurare mia madre, per questo deve essersi così inacidita e avermi portato qui da lei. Vuole che torni a leccaglierla come quando ero piccola. Oppure magari vuole solo un altro ga... -
- BASTA! FUORI DAL MIO STUDIO!- ma dato che Giulia non si muoveva la Trumpolini la prese per una manica e la trascinò fuori, dove aspettava la madre il cui sguardo s'accese di speranza, ma fu una luce breve che si spense guardando il volto della dottoressa: - Andatevene. Andatevene via e non tornate mai più. Non posso fare niente per voi- disse e aprì la porta, Giulia e sua madre uscirono e la porta si chiuse appena dietro di loro.
In macchina, ancora silenzio. Giulia guardava dritto a sé, si girò verso la madre solo quando stavano cercando parcheggio e vide che stava piangendo. "Il pianto più silenzioso della storia" pensò all'inizio, poi sentì l'amaro del senso di colpa salirle in bocca e distolse lo sguardo. Pensò che sua madre non aveva il diritto di piangere, che era lei che sarebbe dovuta crollare in lacrime. Poi scese dall'auto e si chiuse nella sua stanza fino all'ora di pranzo, ignorando i piagnistei della madre che inveiva contro suo nonno, facendo valere le sue ragioni più assurde. Recuperò la lametta e un pacchetto di fazzoletti, per quando uscì dalla stanza il pacchetto era finito e lei aveva un malloppo di carta insanguinata nascosto sotto il letto.

Kristina fissava la chat con Giulia tanto intensamente che quando, dopo una decina di minuti, distolse lo sguardo, la vedeva ancora sul muro bianco del salotto di casa di Mary.
Voleva scriverle, ma cosa doveva scriverle? Da quando Giulia aveva trovato la lettera della sua famiglia adottiva era andato tutto a rotoli senza che loro avessere avuto un minuto di pace per parlare.
"Ehy, che ne dici di parlare? Passo da te?" Ma lo cancellò subito, se si fosse fatta vedere vicino casa di Giulia lei avrebbe avuto altri casini con sua madre. Dopo la sfuriata che la donna aveva fatto fuori casa a lei e Mary Giulia non era nemmeno venuta a scuola. Kristina aveva visto i segni sulle cosce dell'altra quando erano state insieme, ma non aveva detto niente; adesso però aveva una gran paura che Giulia facesse qualche cazzata.
" Come stai? Sono preoccupata..." ma cancellò anche quello, far pesare alla sua ragazza le sue preoccupazioni non era proprio l'ideale. " Ehy, ti va di vederci?" Poteva andare, inviò.

" Ehy, ti va di vederci?"
Ricevuto. Visualizzato.
Dopo un pranzo allucinante Giulia si era chiusa nel bagno, dato che la madre aveva preso possesso della camera, e aveva gettato la carta insanguinata nello scarico.
Pensò a sua madre, e le venne da piangere, pensò a Kristina e pianse davvero, si ricordò della lettera e decise di rispondere al messaggio.
"Vediamoci al parchetto, tra 20 min" disse alludendo alla panchina dove avevano passato un sacco di tempo insieme.
Uscì dal bagno piano, passò in silenzio accanto alla porta della camera dove piangeva sua madre, prese la giacca e uscì dopo aver lasciato un biglietto attaccato al frigo: " Bisogno d'aria. Torno per cena"

***
Mi dispiace per la lunga assenza, ma vi giuro che ultimamente ho stento il tempo per fumare una sigaretta.
Vi prometto che non lascerò a metà questa storia, non posso dirvi però quando uscirà il prossimo capitolo.
Però mi impegnerò, anche questo ve lo prometto.

Natalinna

È Ancora Giorno? Girl X GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora