Capitolo 2

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Il rumore stridulo e insistente della sveglia interrompe i miei bellissimi e irrealizzabile sogni. Scosto le coperte color panna e mi alzo dal comodo letto per dirigermi, a piedi scalzi, in cucina. Arrivata lì, prendo due tazze e il pentolino che si trovano nella dispensa alla mia destra e poi mi volto per poggiarle nell'isola della cucina. Poi vado verso il frigo per prendere il latte, chiudo lo sportello e mi dirigo verso il piano cottura. Verso il latte all'interno del pentolino e lo metto sopra il gas che ho acceso pochi minuti prima. Mentre comincio a sistemare il bancone per fare la colazione, entra in cucina Julia. Appena mi vede mi schiocca un bacio sulla guancia e va a prendere i suoi biscotti preferiti che si trovano nella credenza mentre per me prende i soliti cereali. Appena il latte è abbastanza caldo, lo verso nelle tazze e ne porgo una a Julia che mi ringrazia e cominciamo a mangiare.
<< Oggi a che ora finisce il turno?>> mi chiede mentre prende altri biscotti dal pacco e li immerge nel latte.
<< Penso all'ora di pranzo, ti porto a mangiare in un posto>> dico sorridendo e facendo sorridere anche lei. Di solito ogni giovedì, uscivamo come sempre a pranzo con Luke, ci portava a mangiare ad un fast food e pagava come sempre lui. Evito di parlare di Luke. Stamattina volevamo andare all'aeroporto, ma il nostro capo non poteva darci un giorno di "vacanza" perché in questo periodo c'erano molti turisti.
Appena finiamo di mangiare e di rigovernare, andiamo nelle nostre rispettive stanze per lavarci e sistemarci, per poi correre velocemente a lavoro. Arrivati al bar con qualche minuto di ritardo, entriamo nella stanza per il personale,io poso la giacca e la tracolla,prendiamo i grembiuli che leghiamo alla vita e sistemiamo il cartellino con scritto i nostri rispettivi nomi. Usciamo da quella stanza e cominciamo a lavorare.
<<Buongiorno Bob. Ciao Milly. Vi porto un caffè macchiato, un piatto di pancake, un succo alla pera e una torta al cioccolato. Giusto?>> dico guardano il signore di 55 anni e la bambina di 5 anni, identica a suo nonno. Lui annuisce mentre la bambina scende dalla sedia e mi viene ad abbracciare per poi correre verso Julia che prontamente la prende in braccio e la fa sedere sopra le sue gambe mentre termina di dare il resto ad una signora.
<< Adoro quella bambina. È sempre vivace e solare>> dico girandomi verso Bob. Lui annuisce fiero di sua nipote e la guarda sorridendo. Vado verso il bancone e chiedo a Josh di preparare l'ordine . Nel frattempo mi avvicino a Milly e Julia che però sembra avere un conversazione abbastanza coinvolgente perché non si accorge della mia presenza.
<< Juli, oggi non c'è Luke?>> chiede la bambina guardando intensamente Julia che comincia a dire parole sconnesse, balbettando.
<<Milly, tuo nonno ti sta aspettando al tavola con la tua torta buonissima>> decido di intervenire chinandomi per prendere la bimba in braccio e poi mi avvicino al suo orecchio:
<< E magari dopo te ne do un'altra fetta però non lo diciamo al nonno o se no si arrabbia>> dico per poi portarmi una mano alla bocca per far finta di chiudere la bocca a chiave. Lei ripete il gesto per poi portarsi le esili mani alla bocca e sghignazzare. Lancio un'occhiata a Julia e vede solamente un volta triste che cerca di nascondere con un sorriso falso. Sospiro mentre porta la piccola nel tavolo del nonno, facendola sedere nelle gambe di quest'ultimo. Mentre loro mangiano, io mi avvicino a Julia che sembra triste. Quando torneremo a casa, le chiederò come mai questa tristezza anche se so il nome: Luke.
Continuiamo il turno senza troppe distrazioni e appena terminiamo il turno, posiamo i grembiuli nella stanza, prendiamo le nostre cose e,dopo aver salutato il proprietario e gli altri dipendenti, varchiamo la porta per uscire dal bar.
Raggiungiamo la macchina e senza dire niente porto Julia nel nostro fast food preferito. Troppo presa dai suoi pensieri non si accorge nemmeno che la macchina si è fermata nel parcheggio della nostra destinazione. Dopo averla svegliata dai suoi pensieri, scendiamo dalla macchina e appena si accorge di dove l'ho portata mi salta addosso dalla felicità. Lei adora i piccoli gesti, la rendono talmente felice che tiene il sorriso a 32 denti.
Entriamo nel fast food, con una Julia molto sorridente e affamata, e mentre lei cerca un posto dove sederci, io vado a ordinare il nostro menù. Appena arrivò al bancone, saluto Lucy con la mano mentre lei si avvicina a me, pronta per servirmi.
<< Ciao Chris.Il solito giusto?>> mi chiede la rossa cominciando a scrivere sul blocchetto.
<<Ciao Lucy. Si, il solito però senza l'ordinazione di Luke>> dico mentre lei mi guarda stranita.
<< Strano. Cosa ha? Sta male?>> dice lei posando il blocco nella tasca del suo grembiule mentre passa il foglio con l'ordine al suo collega.
<< No, sta bene. Anzi benissimo. È dovuto tornare in Australia. Motivi familiari.>> rispondo con un sorriso malinconico.
Lei annuisce e mi fa un sorriso, che ovviamente ricambio, per poi continuare il suo lavoro. Io, invece, cerco Julia che trovo mentre si sbraccia per farsi vedere. Mi avvio verso di lei mentre le regalo il mio sorriso più raggiante che ricambia, a sua volta,con uno splendido. Come fa a essere così perfetta? Il mio piccolo angelo sempre felice,allegra e raggiante. Invece io sono un angelo oscuro, sempre timido,riservato e, a volte, vendicativo. Senza di lei, non so come potrei fare.
Appena mi seggo, cominciamo a parlare di diversi argomenti: prima di musica,poi del lavoro e infine della nuova biblioteca che hanno appena aperto qua vicino. Nel frattempo che parliamo, il collega di Lucy ci porta i nostri due hamburger con patatine e Coca Cola. Appena terminiamo di mangiare, discutiamo su chi deve pagare e, ovviamente, siccome l'ho portata io qui, pago io. Salutando a distanza Lucy con un cenno della mano, ci dirigiamo verso la macchina. Salite sopra, lei mette il nostro Cd con su scritto " Cd di Chris e Angel" e alza il volume in maniera esagerata ma quando inizia la musica dei Green Day, il volume non può essere basso. Cominciamo a cantare, però, mentre io tengo gli occhi puntati sulla strada facendo attenzione ai vari pedoni e semafori, Julia si scatena come una molla e comincia a improvvisare diversi passi di danza.
Comincio a prenderla in giro per i suoi orribili passi e lei incrocia le braccia sul petto, mette il broncio e si gira verso il finestrino, fingendosi offesa. Comincio a ridere e lei con me per circa 5 minuti di seguito. Appena calmate, lei abbassa il volume della radio mentre io posteggio.
<< Perché hai posteggiato? Non siamo arrivate a casa.>> dice corrucciando la fronte e facendo formare delle rughe. Le indico la nuova biblioteca e immediatamente si illuminano i suoi splendidi occhi. Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso l'entrata. Appena entrati una campanella,come quella che abbiamo al bar, tintinna sopra la nostra testa come per avvisare della nostra presenza. Un anziano signore, posa i libri che tiene in mano sopra il bancone, sistema meglio nel naso i suoi occhiali tondi e si avvicina sorridendo.
<< Salve ragazze. Sapete? Siete le mie prime clienti>> dice lui con entusiasmo.
<< Se volete informazioni sui libri, chiedete tranquillamente. Mi trovate tra le librerie>> dice prendendo 6 libri e dirigendosi alla sinistra del posto. Julia mi prende per mano e mi porta nella sezione riguardante i romanzi rosa, ovvero i suoi libri preferiti. Mentre la guardo saltellare tra gli scaffali, diverse copertine attirano la mia attenzione. Romeo e Giulietta, Orgoglio e Pregiudizio, Cime tempestose e Il buio oltre la siepe. Amo questi libri;li leggerei sempre, senza mai stancarmi.
Mentre tengo Orgoglio e Pregiudizio tra le mie mani pronta per andare a pagare,una Julia piena di libri e intendo davvero piena, quasi sei libri se non conto male, si avvicina a me con tutta la saga della sua autrice preferita.
<<Angel non pensi siano un po' troppi?>> dico pronunciando il suo soprannome e ridendo per come tiene i libri, ovvero tra le mani mentre poggia il mento sui libri che tiene a fatica e soffia davanti a se per spostare un capello.
Mi fissa qualche secondo per poi sbuffare, cominciando a scuotere la testa, negando così la mia domanda.
<< Devo fare rifornimento. Sai quante librerie ho riempito? Solo due>> dice mettendo il broncio. Spalanco gli occhi e comincio a ridacchiare per la sua affermazione.
Le faccio segno di seguirmi, decidendo di prendere anche io i miei libri preferiti. Arrivati davanti al bancone per pagare, non trovando nessuno, suono il campanello che si trova a qualche centimetro di distanza dalla mia mano. Dopo qualche secondo, balza fuori tra le librerie il proprietario. Mentre attendo, guardo lo schizzo che si trova dietro il banco. Un volto giovane che legge un libro. È un fantastico schizzo.
<< Wow. Quanti libri ragazze mie e soprattutto che poli opposti>> dice ammirando i libri e in seguito noi. Io e Julia ci guardiamo corrucciando la fronte e mentre lei sorride, io abbozzo un piccolo sorriso per poi arrossire.
Stupida timidezza!
<< Un'amante di romanzi rosa e una di classici. Una vestita con colori scuri mentre l'altra con colori chiari. Una molto solare e vivace invece l'altra timida e chiusa. Due poli opposti>> dice facendo un sorriso triste, quasi malinconico.
<< Io e mia moglie eravamo come voi. Io vivace mentre lei chiusa. Era un artista, dipingeva, disegnava, colorava. L'ho subito amata quando l'ho vista la prima volta, l'ho amata quando l'ho sposata, l'ho amata quando si è ammalata e la amo tutt'ora>> dice abbassando lo sguardo verso le sue mani, giocando con la fede. Io non fiato mentre lo guardo, mentre Julia fa un sorriso per rassicurarlo.
<<Lei sarà fiera di tutto ciò che ha fatto. Insomma, guardati attorno. Ha aperto una libreria, sicuramente per sentirsi vicino a lei. Ho notato che una libreria in fondo ha un telo, non so perché ma so che qualunque cosa ci sia la sotto sia importante come lei>>dice Julia sorridendo, facendo sorridere anche l'uomo di fronte a lei.
<< Volete vedere cosa c'è sotto quel telo?>> dice notando la leggera curiosità. Noi annuiamo mentre lui ci fa cenno di seguirlo. Ci porta davanti la famigerata libreria e mentre lui sale la scale attaccata alla libreria, io raggiungo Julia che si trova a qualche metro di distanza. L'uomo arrivato in cima alla scala, prende il telo nella mano e lo tira, scoprendo un volto fatto con i libri. Il volto è molto giovane ed è di profilo mentre legge un libro, però non è completo. Il proprietario prende due libri per poi scendere le scale ed avvicinarsi a noi. Ci porge due libri,a me uno con la copertina blu e a Julia uno con la copertina rossa.
<< Quando ho deciso di costruire la libreria, lei era entusiasta, così entusiasta da fare quest'opera. Quel volto sono io, ci mise anni per continuarla. Poi si ammalò e non poté continuare. Alla fine rimase coperta per 4 mesi ed io non riuscì a completarlo>> dice. Io guardo l'opera meravigliosa. Ho sempre amato l'arte, tantissimo. Guardo l'ora, nell'orologio che si trova nel mio polso. Poso vicino a una sedia la tracolla, mi tolgo il giubbotto e mi alzo le maniche. Non dico niente, soltanto supero il proprietario e raggiungo i libri che sono poggiati a terra. Ne prendo un bel po e li trasporto alla base della scala. Poi mi avvicino ad una bacheca, vicino al bancone e prendo lo schizzo che avevo notato prima. Tolgo la puntina che tiene il foglio e mi dirigo di nuovo alla libreria.
<< Cosa sta facendo?>> sento dire al proprietario mentre visualizzo l'intero disegno per capire da dove cominciare.
<< Chris è sempre stata così. Non parla molto ed è molto timida. Come lei, Chris è un artista. Ama disegnare, soprattutto gli schizzi. Con la sua passione, cerca di aiutare chi può e in questo momento vuole aiutare lei>> dice Julia mentre sento i loro sguardi insistenti sulla schiena. Senza troppe cerimonie, poso il disegno sopra un ripiano mentre prendo dei libri e comincio a posizionarli secondo un ordine preciso. Non mi guardo indietro, sono attenta solamente alla libreria. Dopo qualche ora, sento il tintinnio della porta.
<< Signor Williams?!>> sento dire da una voce roca e maschile. Corrucciando la fronte mi sporgo, ma noto soltanto...una testa rossa, come dipinta.
<<Posso aiutarti?>> dico mentre scendo dalla scala e guardando il ragazzo. Già, ha i capelli rossi fuoco. Lui si gira avvicinandosi, corrucciando la fronte per poi sorridere.
<< Ciao. Sto cercando il proprietario, ovvero il signor Williams>> dice aggiustandosi il berretto e guardandomi negli occhi. Abbasso lo sguardo, non sopporto il contatto visivo.
<< Sta per tornare. È uscito per comprare da mangiare con la mia amica>> dico girandomi e continuando il mio lavoro. Lui, probabilmente, incuriosito dai miei movimenti si avvicina alla libreria non notando il volto composto dai libri.
<<Cosa stai facendo ?>> chiede mentre con lo sguardo cerca il mio.
<< Sto aiutando il signor Williams per un progetto>> dico portando altri libri vicino alla scala.
<< Quale prog- Wow>> dice bloccandosi e notando la meraviglia.
<< Sei stata tu? È davvero magnifico>> dice mentre si avvicina a me per farmi altre domande. Gli dico che è stata la moglie del proprietario a fare il progetto e che siccome non c'è più, sto solamente finendo il suo desiderio.
Lui comincia a guardare nei minimi dettagli tutto l'elaborato mentre io mi prendo qualche minuto per analizzarlo.
Capelli rossi coperti da un berretto, un piercing al sopracciglio, due occhi verdi chiarissimi, un fisico non molto muscoloso. Indossa una maglietta nera dei Nirvana e un giubbotto a jeans, un paio di pantaloni neri stretti e un paio di anfibi neri. Dopo qualche minuto, sento di nuovo il tintinnio della porta e vedo Julia entrare con quattro sacchetti,di un fast food che si trova qua vicino, e subito dopo il signor Williams. Mentre mi avvicino a Julia per aiutarla, vedo il ragazzo con i capelli arcobaleno avvicinarsi al signor Williams.
<<Micheal! Come stai, ragazzo?>> dice quest'ultimo abbracciando il ragazzo di nome Micheal.
<< Signor Henry. Sto bene. Lei come sta?>> dice allontanandosi di qualche centimetro e regalando un bellissimo sorriso.
<<Molto bene. Guarda come sei fatto grande. Dove sono gli altri?>> chiede mentre io insieme a Julia ci sediamo in un tavolo vicino, per sgranocchiare qualcosa.
<< Sono tutti a casa. Io sono tornato perché mamma ha detto di venirti a trovare e dunque eccomi qua>> dice ridendo mentre si toglie il berretto.Un ragazzo davvero solare, sempre che ride!
<< Eccoti qua, piccolo Mike.>> dice scombinando i capelli colorati del ragazzo. Mentre loro continuano a parlare, io e Julia mangiamo e li guardiamo. Henry fa sedere Micheal nel nostro tavolo, alla destra di Julia mentre il signor Henry vicino a me.
<< Che stupido! Non mi sono presentato. Mi chiamo Micheal Clifford ma potete chiamarmi Mike o Mikey se volete>>dice sorridendo. Penso gli stia per venire una paralisi facciale a forza di sorridere.
<< È un piacere Mikey. Io mi chiamo Julia ma puoi chiamami Juli, invece lei è Chris>>dice sorridendo pure lei. Le verrà una paralisi pure a lei.Faccio un timido cenno della mano mentre continuo a mangiare.
<< È di poche parole ed è timida>> dice di botto facendomi alzare lo sguardo velocemente e facendomi arrossire.
<<Ehi. Non è vero che sono di poche parole>>dico per poi fermarmi sul parlare. Metto il broncio mentre loro ridacchiano. Mike e Julia continuano a parlare mentre io mi avvicino al Henry, con i libri che ci aveva dato prima.
<< Ho terminato il progetto. Mancano questi libri e ho pensato che li volesse posare lei. Che ne pensa?>> dico a bassa voce. Lui annuisce e prende i libri che tengo in mano. Nel frattempo che lui sale la scale si avvicinano i ragazzi e guardano la scena con un sorriso. Posa i due libri nella parte del petto all'altezza del cuore.
<< Ti amerò per sempre Elisabeth>> dice poggiando la mano sullo scaffale. Scende lentamente gli scalini e si avvicina a me. Dopo un po', mi abbraccia ringraziandomi per quello che ho fatto e in seguito ringrazia pure Julia per la sua compagnia. Guardo l'orario nell'orologio. Sono le undici di sera, e domani dobbiamo lavorare.
<< È tardi Angel. Dobbiamo andare a casa>> dico mentre mi avvicino alla sedia per recuperare il mio giubbotto e la mia tracolla.
Lei annuisce mentre si avvicina al signor Henry per abbracciarlo e per poi abbracciare Mike. Io faccio lo stesso ringraziando il proprietario per la bella giornata. Lui sorride scomparendo dietro il bancone e ritornando con i libri che volevamo acquistare.
<< Questo è un piccolo regalo per ringraziarvi per ciò che avete fatto>> dice porgendoci i libri. Faccio un sorriso smagliante, felice di aver aiutato qualcuno e lo ringrazio per il bellissimo regalo. Julia ringrazia, felicissima di leggere tutti questi libri.
<< Signor Henry, Mike, se volete potete venirci a trovare al bar "Life Café".>>dico sorridendo. Auguriamo la buonanotte , complimentandomi con Mike per la sua maglietta, andando in seguito verso la macchina per poi tornare a casa. Appena entrate ci togliamo le scarpe, i giubbotti e le tracolle. Poggio i libri sopra il tavolino che si trova vicino al divano. Tornate a casa, Julia si libera di quel bellissimo sorriso.
<< Posso sapere perché sei triste?>>dico guardandola negli occhi. Lei mi guarda per poi sospirare.
<< Sono troppo stanca per parlarne>>dice solamente. Si avvicina e mi abbraccia. Le do un bacio nella tempia.
<< Ti voglio bene Angel. Lo sai vero?>> dico poggiano il mento sulla sua spalla. Lei annuisce per poi stringermi a se e ricambiare.
Appena mi allontano, le auguro buonanotte e mi dirigo verso la mia stanza con i libri che ho preso prima. Apro la porta e mentre cammino, inciampo su una maglietta che avevo lasciato lì la sera prima. Involontariamente faccio cadere a terra un libro e da quest'ultimo esce un foglio. Raccolgo il foglio e lo apro. È lo schizzo di Elisabeth. Nella prima pagina c'è una nota.
"Mia cara Christina,
probabilmente non ricordi chi sono e lo dovrai scoprire da sola. Quando ci siamo visti per l'ultima volta, eri davvero piccola ed era pure una brutta circostanza. Ma non è di questo che voglio parlare.
Voglio che tu tenga il disegno di Elisabeth, lei vorrebbe che l'avessi tu. Ti ringrazio ancora per il magnifico dono che mi hai fatto e anche lei ti ringrazia. Non dimenticarti più di me.
Ti voglio bene, Cri Cri.
Henry"

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