#EVERY SUPERVILLAIN HAS A BACKSTORY

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Fermi tutti.

Penso che a questo punto una spiegazione sia dovuta.

Perché ero così in panico al sentire che le forze dell'ordine avevano fatto irruzione in casa mia? Avevo forse qualcosa da nascondere?

Come mi sembra di aver già menzionato, la mia coscienza non era pulita proprio al 100%. Era più un 60%(diviso per due, se vogliamo essere onesti).

Domanda da diecimila dollari:cosa mai potevo aver fatto, per macchiarla in una tale maniera?

Sicuramente ricorderai, come ho detto che alcuni mutanti decisero che andare a rapinare banche e fare piani malefici, era più facile che andare a lavorare. Ricorderai anche la derisione che traspariva dalle mie parole. Indovina un po' chi è un' ipocrita? Esatto, io.

A mia difesa (tendo a trovare molte scuse, lo so), posso dire che almeno all'inizio un lavoro l'ho cercato. Per un periodo ho anche lavorato in una graziosa pasticceria e tutto andava alla grande(piccoli incidenti di scosse energetiche a parte).

Il mio dolce e perfetto mondo andò in mille pezzi quando il mio ragazzo mi tradì con la mia migliore amica, facendomela (e facendosela) proprio sotto il naso. Io, ovviamente, accecata dalla rabbia e dalla gelosia, distrussi mezzo quartiere e diventai una reietta mangia-gelato.

Sto scherzando, rilassati. Non sono così cliché. Giusto un po'.

La verità, era che non avevo un ragazzo e non avevo neanche una migliore amica con cui potesse tradirmi. Quello che era accaduto, in effetti, era stata la quasi distruzione di mezzo quartiere da parte mia.

Ti dicono sempre di stare attento alle cattive influenze, che bisogna evitare certe persone e non averci nulla a che fare. Tutto molto giusto, ma rispettare questi saggi consigli diventa un po' difficile quando la cattiva influenza in questione è il tuo stesso padre.

Non fraintendermi: come padre faceva del suo meglio. E' come cittadino che lasciava un po' a desiderare. Se fossimo in un fumetto, e io volessi mancare totalmente di originalità, lo definirei un "supercattivo". Ma, siccome non sia mai che qualcuno mi accusi di una qualsiasi mancanza, mi limiterò a definirlo come un individuo alquanto ambizioso e con desiderio di vendetta, per il quale era più importante il fine che i mezzi.

Visto che insisti, ho deciso che procederò a raccontarti tutta la mia tragica storia e di come sono diventata la meravigliosa donna che sono oggi. (Era sarcasmo oppure no? E' questo il dilemma.)

C'era una volta, un dolce fagottino di gioia, alias me, e due affettuosi genitori. Quando quest amabile bambina ebbe compiuto sei mesi, era ormai chiaro che fosse speciale proprio come il suo papà. Nonostante un po' preoccupati per la bambina e per le difficoltà economiche, tutto andava per il meglio in quella bella famigliola felice. Questo fino a quando, sull'onda della scoperta dell'esistenza dei mutanti, scoppiarono un sacco di problemi nella città e in tutto il mondo.

Questi problemi consistevano principalmente in piccole rivolte e disordini causati dall'ignoranza e dal timore verso queste persone, che non avevano fatto nulla di male se non essere diverse. Ed ecco che all'improvviso si formarono gruppi anti-mutanti, in molti posti di lavoro era richiesta una certificazione che attestasse la completa "normalità" del lavoratore e gli ospedali erano ormai fuori questione nel caso si desiderasse mantenere il segreto.

Il mondo ora sembra aver dimenticato quegli anni di chaos e discriminazioni, ma io non di certo.

E' a causa di quelle discriminazioni ed ostilità che i miei genitori vissero nell'agitazione che qualcuno potesse scoprire il loro piccolo segreto e prendersela con loro, ma almeno potevano confortarsi a vicenda. Nel giro di qualche settimana erano riusciti a ritrovare una certa quotidianità, trovando perfino un medico di fiducia per i bisogni della bambina e finalmente poterono proseguire più o meno allegramente nella loro vita.

O almeno, finchè non ci fu l'incidente.

Mio padre è sempre stato restio a parlarne, ma nel corso degli anni sono riuscita a racimolare sufficienti informazioni per ricostruire a grandi linee l'accaduto. A quanto sembra, quando ancora ero una vivace bimbetta di due anni, i miei genitori fecero un brutto incidente con la macchina. Non so precisamente il dove o il quando, quello che invece so, è cosa accadde immediatamente dopo.

Per qualche caso decisamente non fortuito, è capitato che lo shock e la preoccupazione per la moglie che respirava a malapena al suo fianco, provocassero a mio padre una perdita di controllo sulle sue particolari abilità. Per qualche caso ancora meno fortuito, quando i primi soccorritori arrivarono e capirono che all'interno della macchina semi-distrutta c'era un mutante, fecero dietro front e levarono i tacchi. Quando finalmente un'ambulanza non mutante-fobica arrivò, per mia madre era troppo tardi e, in un certo senso, lo era anche per mio padre.

Per fortuna, già qualche anno dopo che l'esistenza dei mutanti fu rivelata, entrarono in vigore alcune leggi per assicurare parità tra mutanti e non e, con il diffondersi dell'idea che le abilità da loro possedute fossero veri e propri super poteri, si cominciò a riferirsi ai mutanti come "supers". All'improvviso tutto il mondo li adorava e tutti quanti li lodavano e ammiravano, ma ormai il male era fatto.

Essendo molto piccola a quel tempo, non ricordo molto né di mia madre, né degli effetti che la sua morte aveva avuto su mio padre e forse è meglio così.

In ogni caso le cose da quel momento furono decisamente differenti.

Non so dire precisamente come o quando mi fossi accorta che ci fosse qualcosa che non andava in mio padre, anche se il suo rientrare in piena notte coperto di sporcizia e lividi e il nascondere borsoni sospetti dietro il divano era un indizio abbastanza evidente.

Quello che invece so dire perfettamente, è il giorno in cui fu arrestato per la prima volta e, per tua informazione, correva il giorno 24 gennaio 2011 quando ricevetti una telefonata da mia nonna, la quale mi informò che sarei dovuta andare a stare da lei per un po'. Quello deve essere stato il peggior compleanno della mia vita. Ed è stato anche il giorno in cui realizzai che mio padre era un eroe soltanto ai miei occhi.

Ma, ecco che ci possiamo ricollegare al giorno in cui ho quasi fatto saltare in aria mezzo quartiere e sono riuscita a far esplodere soltanto la pasticceria dove lavoravo. Siccome sono una persona molto matura scaricherò tutta la colpa su mio padre, il quale era stato appena scarcerato dopo aver passato due anni in prigione. Evidentemente, comportarsi da super-cliché-cattivo, era più forte di lui perchè, durante la nostra gita padre-figlia in pasticceria, lui doveva portarsi dietro degli esplosivi. E ovviamente parte dei suddetti esplosivi dov'era? Nella mia borsa, che domande. Perché fosse lì, rimarrà per sempre un mistero. Fatto sta che, andando un secondo nella cucina del locale per recuperare un braccialetto che vi avevo precedentemente  lasciato, sfiorai con la borsa la fiamma del fornello.

Ora, se tuo padre si chiamava Everett Davis e possedeva più esplosivi che calze, un paio di cose le imparavi.

Una volta accortami che sì, avevo qualcosa nella borsa che stava proprio per esplodere, feci appena in tempo a prenderla, gettarla nella cella frigorifera per limitare i danni e, dopo aver dato una rapida occhiata per assicurarmi che non ci fosse nessun altro in cucina, correre a più non posso verso l'uscita urlando a tutti di uscire. O almeno queste erano le mie intenzioni. In realtà, ciò che accadde, fu che non riuscii neanche ad aprire bocca prima di sentire un boato e il calore dell'esplosione graffiarmi la pelle.

Dato che non ci tenevo a far finire mio padre di nuovo nei casini, una volta dimessa dall'ospedale, raccontai alla polizia che dall'odore sembrava ci fosse stata un perdita di gas. Ovviamente mi credettero, del resto durante l'esplosione eravamo rimasti feriti sia mio padre che io. Purtroppo, come tutti sanno, la fama è una lama a doppio taglio e, con il mio nome e quello di mio padre che lampeggiavano sui telegiornali assieme a tutta una serie di congetture sulla presunta fuga di gas, diventò per me assai difficile, se non impossibile, venire assunta in qualsiasi lavoro.
La morale di questa storia è che sono sempre le cose più stupide, quelle che alla fine ti fregano.

Essendo sorprendentemente anche io un essere umano (sconvolgente) ed ormai a corto di opzioni (deprimente), alla fine scelsi l'unica strada che conoscessi:quella di mio padre.

Supers don't wear spandexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora