3. Primo giorno di Primavera

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Prima ancora che io apra gli occhi lo sento. Sto qui a crogiolarmi nel tepore della mia tenda, lasciando che il profumo filtri tra le cortine di stoffa e mi avvolga. È il mio giorno oggi, posso almeno provare a godermelo.
Questa fragranza è tra i dettagli che preferisco di questa giornata che, come il Natale per chi vive sopra di noi, giunge una volta all'anno. Si tratta dell'aroma di fiori che solo oggi mi è permesso vedere. Non mi importa dei doni, non mi importa dei banchetti e dei discorsi, mi interessa solo sapere che quando uscirò dalla tenda e spalancherò gli occhi sul mio mondo lo troverò sprofondato in mezzo ai fiori, tra i petali primaverili che diffondono il loro intenso profumo coprendo per un giorno soltanto il consueto odore di questo luogo. 

È abitudine, per gli abitanti di Sottolondra, lasciare i loro giacigli durante la notte che precede la Festa e avventurarsi dove non vi è cemento sopra le loro teste, ma il cielo trapunto di stelle. Le strade di sopra si popolano di ombre invisibili che raccolgono ceste di fiori, in quel giorno che per gli abitanti del mondo di sopra è il primo giorno di primavera. [1] Io sono il fiore del Mondo di Sotto e con questa tradizione rendono omaggio alla serenità che ho portato con la mia nascita.

Sento il brusio al di là della tenda, i passi frettolosi di chi si accinge a sistemare gli ultimi dettagli. Mi alzo con calma, assaporando ogni istante di questa mattina per paura che passi troppo in fretta e che io debba attendere ancora un lungo anno prima che questo giorno faccia ritorno.

Tra le cianfrusaglie che ho collezionato tra quello che arriva nei nostri canali c'è anche un frammento di specchio. Quasi per gioco fisso la mia immagine riflessa cercando qualche dettaglio che manifesti la mia crescita, il mio cambiamento. Niente.

Sono tale e quale a ieri. Sempre i soliti occhi ghiacciati, che si nascondono dietro le ciglia lunghe e scure che celano e nascondono ciò che realmente penso. Sempre i soliti capelli crespi, lunghi e annodati in onde brunite, color dell'ebano. Sempre il solito viso affilato.

Il viso che mi fissa dalla superficie argentata non è solo il mio, è anche l'ombra del viso di mio padre. Cerco di sorridere, a lui e a me stessa, e quello che ottengo è una linea leggermente storta che sparisce tra le fossette. 

***

Quando mi alzo trovo Sherlock già in piedi che, incurante del mondo intero, resta chiuso nel suo Mind Place senza nemmeno degnarsi di aprire gli occhi quando lo saluto.

Nell'aria sento l'odore umido della pioggia. Attraverso la stanza e spalanco la finestra. Sherlock grugnisce appena in risposta allo spiffero freddo che si insinua tra le persiane ancora chiuse. Una sottile lama di luce filtra dal legno e il ticchettio della pioggia primaverile arriva attutito. Con una smorfia apro le persiane su questa mattina bigia e uggiosa. 


- Meno male che questo dovrebbe essere il primo giorno di primavera.- borbotto sperando che Sherlock si decida ad aprire gli occhi.

Resto a fissare la strada sotto di me che riflette le luci dei lampioni ancora accesi. Quando le macchine sfrecciano sull'asfalto l'acqua vibra e il riflesso si infrange come un'immagine riflessa in uno specchio, per poi ricomporsi tremando. La pioggia ha sempre uno strano effetto su di me, mi sembra un rifugio confortevole, il ricordo fondamentale del giorno in cui la mia vita è cominciata [2].

- Perchè? - 

Sherlock spalanca gli occhi irritati mentre pone la domanda. 


- Perchè, cosa? - gli domando in risposta nel mio consueto stato di confusione.

- Perchè hai fatto quella allusione alla primavera? - 

So che lui crede di essersi spiegato, lo crede davvero, ma non è così. Non per me almeno, e per tutte le persone con almeno un decimo in meno del suo quoziente intellettivo. Fortunatamente non devo chiedergli maggiori informazioni perchè ci pensa lui a fornirmeli nel suo tono di superiorità:

- Il fatto che convenzionalmente il 21 marzo sia stato scelto come giorno di inizio della primavera dovrebbe lasciare sottointendere che è impossibile che piova in tale giorno? C'è qualche contratto sottoscritto tra l'uomo e madre natura che impedisce al vapore acqueo di condensare nelle ventiquattro ore che si frappongono tra il 20 marzo e il 22? -

- Ovviamente no. - cerco di giustificarmi - sto solo dicendo che non mi sarebbe dispiaciuto vedere un po' di sole. - 

Nell'istante in cui pronuncio questa frase mi mordo la lingua, consapevole di non aver certo migliorato la situazione.

- Giusta osservazione. - mi risponde nel tono che lui identifica come sarcasmo, ma che non gli si avvicina per niente, al sarcasmo - dimenticavo di come tu rientri nella percentuale di persone scontate che sono felici col sole e malinconiche con la pioggia. -

Sherlock rientra invece nella percentuale di persone intrattabili di prima mattina.

E di mattina inoltrata.

E di pomeriggio.

E di sera.

E di notte.

Sempre.

-  A che ora comincia la Festa? -

Domando fingendo noncuranza attendendo la sua reazione imprevedibile.


***

angolo autrice: non credo di avere niente da dire...capitolo breve, arriveranno novità.


NOTE:

[1] Chiedo venia ma non ho la minima idea di quando dovrebbe essere nata Desirée...mi pare che Sherlock scendesse a sottolondra in inverno, passano un po' di mesi e presumibilmente potrebbe essere anche estate quando lei viene concepita, ma sinceramente non ho voglia di fare i calcoli, spero mi perdonerete.

[2] "Anche un orologio rotto..." capitolo 1 - Pioggia (vi ricordate?)   

Underwater | BBC Sherlock Fanfic #3Where stories live. Discover now