5. Dualismo

189 26 5
                                    

Gli occhi che mi osservano sono resi ancora più profondi dal trucco nero che le accentua le ciglia. Sbatte le palpebre che nascondono uno sguardo indecifrabile. Apre la bocca, come se volesse dire qualcosa, poi cambia idea e la richiude. Restiamo a fissarci per istanti che paiono interminabili. 

Non siamo altro che due sconosciuti che condividono metà del patrimonio genetico. Non ci accomuna nient'altro. Eppure ogni anno sento il desiderio di tornare qui, sotto la superficie del mondo, per ricordarle che ci sono.

- Ti sei portato dietro anche lui? - 

Lo sguardo di Desirée è cambiato improvvisamente, se prima i suoi occhi erano luminosi, ora si sono adombrati in un'espressione di sdegno. Accenna con la testa a John, che aspetta dietro di me, imbarazzato.

- Ti sembra il modo di rivolgerti a tuo padre? - è strano pronunciare queste parole e la situazione è estremamente surreale. Quali diritti penso di poter avere su di lei?

E' cresciuta. In questo ultimo anno il suo corpo ha subito quel normale processo di maturazione che accomuna tutti gli adolescenti alla fase della pubertà.

Sfoglio gli articoli archiviati nel mio Mind Place sull'argomento, ma mi rendo conto di non saperne molto. O meglio, non ne so quasi nulla.

Nel corso degli anni il mio cervello ha selezionato solo le informazioni che pensavano che un giorno gli sarebbero tornate utili. Crescere un'adolescente non era tra queste. 

- Come stai? - riprovo ad avviare una conversazione, sforzando di comportarmi come si comporterebbe John.

John. Avrebbe dovuto essere sua figlia. Lui avrebbe sicuramente saputo come fare. Sempre così calmo, tranquillo, come se sapesse sempre come far sentire le persone a proprio agio.

- Beh, non startene lì impalato. - si lamenta ancora Desirée - se proprio devi esserci, almeno vieni dove io possa vederti. -

John muove qualche passo verso il fascio di luce che filtra dal tombino sopra le nostre teste e la luce debole proveniente da fuori illumina i suoi occhi confusi. 

- Posso andarmene, davvero. - propone con sincerità.

- No. - mi sorprendo io stesso di sentire la mia voce - Lui resta. -

Resta qui.

E' l'unico legame che ho col Mondo di Sopra, se lui se ne andasse verrei nuovamente sommerso dai ricordi di questo luogo. La ragazza sembra acconsentire stringendosi nelle spalle e non gli presta più molta attenzione.

- Seguitemi. - 

Si volta e si incammina a passo sicuro verso il bagliore delle torce. Più ci addentriamo nei corridoi più aumenta il volume della musica. Sono bombardato da migliaia di informazioni da ogni angolo. Musica, luce, colori, voci, corpi che si muovono. Le immagini del passato si sovrappongono a queste in allucinazioni angoscianti.

Rivedo le dita sottili dei bambini stringersi attorno alle sbarre delle gabbie, respiro di nuovo il fetido odore del Re.

Vacillo un istante e sento una mano stringersi attorno al mio braccio.

- Andrà tutto bene. - il sorriso rassicurante di John mi riporta alla realtà.

Cerco di erigere delle mura attorno al Mind Place che diventa così una fortezza invalicabile. All'interno tutto ciò che so, tutto ciò che reputo importante. Tutto il resto fuori. Le emozioni, i sentimenti, le paure e i ricordi vengono chiusi all'esterno del cancello di ferro che cigola nel mio cervello.
Cerco di ignorare gli sguardi di curiosità che si posano su di me. Gli occhi scavati del popolo di Sotto Londra mi seguono in un misto di ammirazione e perplessità. Il mio passaggio in questo regno è stato fugace, ma determinante e la mia presenza, seppure involontariamente, ha cambiato le loro sorti. Non capisco cosa io provi al cospetto di questa consapevolezza.

John sembra essersi rilassato. Se socchiudiamo gli occhi per qualche istante non sembra nemmeno di essere nei grigi condotti fognari sotto alla nostra città. Desirée ha ordinato che per il giorno della sua festa questo mondo si riempia di luce. L'effetto è sbalorditivo.

***

Desirée desidera vedere il Mondo di Sopra. Lo capisco quasi subito osservando come questo mondo sia diverso in questo giorno speciale. Desirée l'ha fatto arredare nel modo in cui lei si immagina l'esistenza al di là del cemento. Luce. Colori. Profumi.
Ha cercato di creare Londra sotto le sue stesse fondamenta e il risultato è una Fiera psichedelica, un po' pacchiana e bizzarra che unisce elementi di tradizioni diverse. È un' ambientazione un po' pittoresca, ma molto suggestiva. Nonostante il risultato non sia quello che Desirée crede, capisco quale sia il messaggio implicito: vuole vedere il mondo in superficie. Forse nemmeno lei è consapevole di questo desiderio che però scaturisce chiaro dal suo subconscio.
Mi chiedo se non potremmo portarla con noi, anche solo per un giorno, per farle conoscere l'altra meta delle sue origini. D' altronde Desirée è il frutto dell'unione di due mondi. Due universi agli antipodi, ma entrambi esistenti e in convivenza da secoli. Questa dualità potrebbe vivere anche in Desirée portandola a condensare in un'unica persona ciò che di buono c'è in entrambe le culture.
Saranno gli odori acriP e intensi ad annebbiarmi i sensi e farmi pensare tutto ciò, ma mentre passeggio tra i vicoli sotterranei, mi sembra sempre più un'idea fantastica quanto impossibile.

Underwater | BBC Sherlock Fanfic #3Where stories live. Discover now