Ormai era routine; il sabato sera andavano a ballare tutti e quattro.
Intorno alle due Damiano e Victoria scomparivano, finiti in chissà quale posto appartato, lasciando soli Ethan e Thomas. La loro relazione era strana e troppo complessa perché un esterno potesse capirla: non riuscivano a stare lontani, e un goccio d'alcol rendeva impossibile resistere alle pulsioni sessuali, ma nessuno dei due si era mai definito "fidanzato".
Per loro era normale, comportarsi così. Alle prove sembravano fare a gara per chi attirava di più l'attenzione, e quella volta che Damiano si era presentato ad un concerto in reggiseno e pantaloncini, aveva decisamente vinto. Si rincorrevano, si cercavano quando erano distanti, e quado erano insieme nulla poteva impedire il contatto fisico, che fosse uno sfiorarsi di corpi , un bacio rubato o le mani del cantate fra i lunghi capelli della biondina. Eppure entrambi si sentivano liberi di costruire altre relazioni. Relazioni che puntualmente finivano drasticamente, proprio perché entrambi erano incapaci di rinunciare a quel rapporto così intimo. Ma a loro andava bene; tutto andava bene se loro erano insieme.Quella sera accadde verso le due e un quarto: stavano ballando tutti e quattro al centro della pista quando le mani di Damiano si posarono sui fianchi della ragazza. Un bacio sul collo, le mani che s'intrecciavano e nel giro di un secondo dei due ragazzi non rimase neppure l'ombra.
"Ed eccoci qui" Disse Ethan con tono divertito. Quella sera i lunghissimi capelli corvini erano legati in due trecce che ricadevano sulla schiena. Thomas doveva ammettere che lo rendevano estremamente attraente.
"Che dici, ce ne andiamo fuori a fumare una sigaretta?" chiese avvicinandosi a Thomas, il quale annuì con un mezzo sorriso.
Thomas fumava Chesterfield. Erano le prime sigarette che aveva fumato, ed era sempre rimasto fedele a loro, erano le sue preferite; le altre gli lasciavano uno strano sapore in bocca.
Poi... poi arrivò Ethan. Ethan non andava da nessuna parte senza il suo pacchetto di Marlboro rosse in tasca. Era come una regola d'oro.
Lo aveva fatto per la prima volta il giorno dopo la serata in discoteca. Aveva comprato un pacchetto di Marlboro rosse, perché fumandole riusciva a sentire l'odore di Ethan come quando era accanto a lui.
Erano più forti, e le prime volte il biondino aveva tossicchiato. Ma poi si era abituato e aveva lasciato, dimenticato in un angolo, il pacchetto di Chesterfield, ancora mezzo pieno.Fuori faceva freddo, il corpo di Thomas era scosso da piccoli tremolii, nonostante fosse coperto da un cappotto pesante. Ethan curvò le labbra in un piccolo sorriso "Dai, vieni qui" disse al ragazzo attirandolo a se, e facendo aderire la sua schiena al proprio petto. Thomas arrossì lievemente, felice di sentire di nuovo il ragazzo così vicino a se, e tirò fuori dalla tasca il pacchetto di sigarette, prendendone una e poi porgendolo al più grande.
"È assurdo che entrambi fumiamo Marlboro rosse" osservò Ethan, divertito dalla cosa.
"Si, è... una strana coincidenza" rispose il biondo; pronunciando le ultime due parole con un po' troppa enfasi, ma l'altro non si accorse di nulla, e passò il braccio attorno alla vita di Thomas, con la sigaretta accesa nell'altra mano.
Passarono così il resto della serata, entrambi un po' brilli, l'uno così vicino all'altro da poterne respirare l'odore.
***
La mattina seguente si presentò come una fredda domenica di fine settembre, il clima autunnale si faceva già sentire.
Thomas si svegliò alle prime luci dell'alba, con dei postumi decisamente più gestibili del solito, e, raggomitolandosi nelle coperte, decise di aspettare che il sole sorgesse prima di mettere i piedi per terra. In attesa che l'atmosfera s'impregnasse degli accoglienti raggi del sole, il ragazzo si interrogava su cosa avrebbe fatto durante la giornata, ed arrivò alla conclusione che sarebbe sceso nel garage a suonare un po'. Era da tempo che non suonava da solo, e gli mancava il silenzio che lo avvolgeva quando si sedeva a gambe incrociate sul tavolo.
Silenzio piegato dalle note sussurrate dalla sua amata chitarra, piuttosto che squarciato come quando provavano tutti insieme. Non fraintendete, amava suonare insieme agli altri, e sognava di diventare qualcuno un giorno, insieme al gruppo, ma a volte sentiva la necessità di restare da solo, insieme alle note appena accennate che risuonavano leggere nell'aria.
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Closer (Ethmas)
RomanceCredeva di non essere capace di provare altre emozioni, e la cosa gli andava più che bene. Contando il fatto che fosse innegabilmente attraente, le cose per lui non si mettevano per niente male, eppure aveva il chiodo fisso nel cervello dal momento...