3. Lost And Insicure, You Found Me

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! Per favore leggete le note autrice sotto, è importante!!

Ethan era un ragazzo sicuro di se; sicuro delle sue capacità, del suo aspetto, di quello che voleva fare nella vita, insomma, aveva le idee chiare. Ma quella sicurezza gli era costata anni di lacrime, di solitudine, di notti in bianco. Aveva imparato a suonare la batteria per  cercare una via di fuga da tutto il caos che lo circondava.

Era molto piccolo, quando sua madre si ammalò. Bastarono pochi mesi perché le giornate felici trascorse con sua sorella e i suoi genitori fossero cancellate dal ricordo del sangue, del dolore e dell’angoscia.

Suo padre non li aveva mai abbandonati, piuttosto aveva abbandonato se stesso, trasformandosi nell’ombra dell’uomo che era stato. Diventando una presenza tossica nella vita dei due ragazzi. 
Non a caso sua sorella se n’era andata il giorno stesso in cui aveva compiuto diciott’anni.

Ed ora, a pochi mesi dal suo diciottesimo compleanno, il moro aveva fatto lo stesso.

Si era infilato nel primo treno disponibile, con in tasca i risparmi di anni e gli occhi vuoti. Sua sorella viveva a poche decine di minuti dalla stazione quindi poco dopo si ritrovò a bussare alla porta del piccolo appartamento. 
Quando la ragazza aprì la porta, lasciò cadere tutto quello che aveva in mano e strinse il fratello tra le braccia. Capì subito, senza bisogno di parole. “mi sei mancato raperonzolo” disse, semplicemente, con un sorriso, lasciando entrare il fratello.

  Ethan sapeva che non avrebbe vissuto nel lusso: sua sorella si manteneva con i pochi soldi che guadagnava. 
“Ecco” aveva detto tirando fuori dal borsone un bel po’ di banconote; sicuramente prese dalla cassaforte del padre “Magari così nostro padre non ci comprerà l’ennesima dose” 
Non sarebbero durati in eterno quei soldi, ma di certo avrebbero fatto comodo.

Sapeva anche che avrebbe dovuto lavorare e probabilmente lasciare la scuola, ma almeno, con sua sorella, si sentiva a casa.   
Suo padre non aveva avuto nulla da ridire sulla sua partenza. Forse era troppo sballato dalla droga per capire quello che suo figlio gli stesse dicendo; o forse l’ultimo barlume di lucidità gli aveva imposto di lasciarlo andare. 

Tutto sommato non se la passava male. La casa della ragazza non era grande, ma erano comunque riusciti a trovare uno spazio per Ethan.
 Sua sorella gli aveva anche regalato la macchina che guidava quando aveva l’età di Ethan, la stessa che aveva usato per andarsene, e che adesso non riusciva più a guidare senza essere scossa dal pianto. 
Aveva usato subito una piccola parte dei suoi risparmi personali per comprare una batteria, e sua sorella non aveva avuto nulla da ridire; ognuno aveva il suo modo per sfogarsi, in fondo. Si era limitata ad insonorizzare come poteva la stanza di Ethan, perché non disturbasse i vicini. 

Da quando era arrivato aveva fatto di tutto per lasciarsi alle spalle i suoi genitori. Si era anche trovato degli amici; e , per quanto gli costasse ammetterlo, la presenza di quei tre ragazzi lo aiutava a restare a galla, soprattutto la presenza di un certo biondino.

I primi giorni di ottobre erano sempre stati, per Ethan, pieni di eccitazione e di aspettativa, ma quell’anno, quello che in teoria avrebbe dovuto essere il più importante, il moro aveva trascorso i primi del mese senza neppure farsi vedere.  Aveva lasciato un messaggio sul gruppo avvertendo i ragazzi della sua assenza:

a  Er meglio der Colosseo
Ragazzi scusatemi, ma in questi giorni non ci sarò: devo sbrigare una faccenda fuori città.

Era la mattina del quattro, quando, finalmente, tornò a casa.
Al momento, si trovava nel garage di Thomas, il quale, però, era diventato proprietà comune di tutti e quattro: era lì che andavano quando avevano voglia di stare da soli, di pensare o di suonare un po’. Avevano addirittura un paio di chiavi ciascuno.

Closer (Ethmas) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora