Capitolo 3

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Capitolo 3.

La notte era passata svelta e Hanamichi era stato svegliato dal suono insistente del cellulare.

Notando il numero di Mitsui impresso nello schermo, mezzo assonnato rispose alla chiamata: «Pronto» il ragazzo dall'altra parte del telefono disse: «Pronto un accidenti domani abbiamo una partita e tu hai saltato tutti gli allenamenti te né rendi conto?» Hanamichi abbassò il volto per stare vicino a Kaede aveva saltato diversi giorni di allenamento, ma non era certo di potersi concentrare sapendo che il ragazzo era da solo in ospedale.

«Lo so, domani ci sarò» detto questo chiuse la chiamata e si rimise disteso tra le coperte fissando il soffitto. Nemmeno quel giorno sarebbe andato agli allenamenti, sapeva bene che Kaede poteva arrabbiarsi se scopriva una cosa del genere, certo il rossino amava il basket, ma amava molto di più lui e non avrebbe di certo messo una sfera arancione al primo posto in quel momento.

Lentamente si preparò e andò in ospedale, non sapeva ancora quando Kaede sarebbe potuto uscire e sperava che succedesse molto presto.

Giunto a destinazione si diresse verso la stanza di Kaede e il medico lo chiamò: «Signor Sakuragi aspetti» il ragazzo si fermò sorridendo: «Voleva parlarmi di qualcosa?» l'uomo annuì e disse: «Il suo amico si sta preparando per lasciare l'ospedale. Queste sono le medicine che deve prendere, tra due giorni dovrebbe tornare per dei controlli» Hanamichi annuì e prese le medicine che il medico gli porgeva corse dal ragazzo.

Varcata la soglia della stanza lo trovò in piedi, era ancora leggermente pallido, ma sembrava stare meglio così lo chiamò: «Kaede» il ragazzo si voltò a guardarlo e tranquillamente gli sorrise: «Hana» il rossino gli si avvicinò sfiorandogli il volto: «Finalmente. È bello vederti in piedi» un leggero alone rosato colorò il volto di Kaede, ma le occhiaie sotto gli occhi del ragazzo erano ancora troppo marcate e questo gli diede un idea, anche se forse era presto per chiederlo ad Hanamichi, ma lo fece lo stesso: «Verresti a stare da me in questi giorni?»

Per un attimo solo Hanamichi ne rimase sorpreso, adesso non aveva la ben che minima idea di come le cose si sarebbero evolute se avesse accettato la cosa, ma per saperlo dovevano provare e passandosi una mano tra i capelli disse: «Se è questo quello che vuoi al momento verrò a stare da te e ti aiuterò come posso» detto questo lasciarono l'ospedale e mentre si avviavano a Rukawa tornò in mente che quel giorno dovevano esserci per forza gli allenamenti: «Andiamo in palestra. Oggi ci sono gli allenamenti» Hanamichi per un attimo lo osservò perplesso per poi rispondergli: «Non mi sembra il caso di andare. Tu in queste condizioni non puoi fare molto» Kaede alzò un sopracciglio scettico: «Do'aho, lo so che non posso allenarmi, però, gli altri vorranno sapere che sto bene e che ho lasciato l'ospedale» Hanamichi annuì e tenendo sott'occhio il ragazzo si diressero verso la palestra.

Arrivati a destinazione ci si diressero senza esitare e Hanamichi fu il primo ad entrare attirando l'attenzione di tutti, ma Mitsui fu il primo ad avvicinarsi a lui e tirargli un pugno ben assestato che lo fece cadere a terra e sbattere contro la parete poco distante, la cosa lasciò tutti perplessi, non quanto il fatto che Hanamichi ancora non si fosse rialzato da terra.

Kaede che aveva varcato la soglia poco dopo Hanamichi disse: «Ti senti soddisfatto adesso?» senza attendere una sua risposta si avvicinò al rossino e gli posò una mano sulla spalla: «Hana, stai bene?» il rossino si mosse debolmente aprendo gli occhi e cercò di rimettersi in piedi, aveva la vista offuscata, non era stata per niente una buona idea andare lì: «Non preoccuparti. Ho solo la vista offuscata per il colpo» si passò una mano sugli occhi, ma la situazione non era per niente migliorata. Lentamente si mise in piedi tenendo una mano poggiata al muro cercandone il sostegno, Ayako si avvicinò al rossino e gli posò una mano sul braccio e gli domandò: «Hana, da quanto tempo non dormi?» il ragazzo rispose semplicemente: «Settantadue ore...» i ragazzi della squadra lo osservarono perplessi e sorpresi allo stesso tempo certo avevano notato anche prima le sue occhiaie, ma non immaginavano che fosse da così tanto tempo che non chiudesse gli occhi.

Rukawa allora prese in mano la situazione e disse: «Come vedete sono uscito dall'ospedale e adesso c'è ne andiamo. Hana hai bisogno di dormire muoviti» il rossino non se lo fece ripetere due volte e lo seguì.

Camminarono per diverso tempo e quando giunsero a casa di Kaede il ragazzo aprì la porta ed entrò seguito da Hanamichi, in quel momento nessuno dei due aveva fame così salirono al piano di sopra.

Entrati nella stanza di Kaede dove c'era un bel letto matrimoniale ci si distesero sopra e si addormentarono.

Non si accorsero nemmeno del rientro dei genitori del ragazzo.

I due notarono subito la luce accesa del corridoio che saliva al piano di sopra così salirono fino alla camera del ragazzo e vedendolo appisolato appoggiato al petto del ragazzo dai capelli rossi varcarono la soglia e si avvicinarono al figlio posandogli una mano sulla spalla.

«Kaede...» lo chiamarono un paio di volte, ma una voce rispose al posto suo: «Lasciatelo dormire per favore è molto stanco. Siamo rientrati adesso dall'ospedale» la donna osservò il ragazzo per un attimo e annuì, ci sarebbe stato tempo per parlare e poi anche lui sembrava aver bisogno di dormire, così assieme al marito lasciarono la stanza. 

Tra la vita e la morteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora