«Al mondo non c'è bestia tanto temibile per l'uomo quanto l'uomo»
-Frank Iero, signore- Melanie si affacciò alla porta d'ospedale, il blocchetto appunti in una mano e la penna dall'inchiostro nero nell'altra.
-Se ne vada- gli ringhiò contro l'uomo sfregiato.
Perché Frank Iero era pieno di cicatrici, quasi da spaventarti.
Lo avevano trovato nei pressi del castello a cui gli abitanti avevano dato fuoco, il corpo di Frank era spoglio e bruciato dovunque.
Non si era fatto aiutare da nessuno.
Melanie osservò bene gli occhi dell'uomo sfregiato davanti a lei, erano di un verde appannato come avessero perso tutta la loro vitalità.
E magari era così.
-Signore, sono Melanie dal quotidiano, il suo è un mistero irrisolto. Sono curiosa e determinata, Iero, e nella vostra versione dei fatti c'è qualcosa che mi puzza- gli disse irremovibile la donna.
Lo sfregiato sospirò, puntò gli occhi sulle sue mani bruciate.
-Era l'inverno di due anni fa, essendo nato il 31 ottobre del 1781 avevo diciannove anni, ricordo che avevo freddo e che quel castello sembrava essere apparso tutto d'un tratto..{New Jersey, Belleville, 1800 d.c.}
La neve era candida e soffice sotto i piedi del ragazzo che con affanno riusciva ancora a trascinarsi avanti.
Il bianco della gelata era spezzato, trafitto, dal nero manto di quel misterioso giovane che, inseguito da un branco di lupi, continuava ad affondare i gelati scarponi scuri nel materasso latteo dell'inverno.
Il fiato caldo, che venendo a contatto col gelo di quella sera formava nuvole di vapore, era affaticato e presto sarebbe venuto a mancare.
Gli occhi vispi e svegli del giovane schizzavano da tutte le parti di quel buio ma bianco bosco in cerca di un riparo, un nascondiglio.
Vagava per quei boschi fin dalla più tenera età e mai vi era stata una casa o una grotta in cui potersi coricare.
Si sentiva spacciato, perso, ma, dopotutto, a chi sarebbe mancato uno come lui?
Il nome di quel ragazzo era Frank Iero, aveva i capelli di un nero corvino che ricadevano aggraziati in un ciuffo laterale che molte volte andava ad infastidire la vista.
Le sue labbra, di solito rosee, in quel momento erano diventate di un violaceo scuro, quasi blu, come se il piccolo Frank fosse scivolato dentro il laghetto vicino all'orfanotrofio della sua cittadina e non fosse stato in grado di risalire.
Frank aveva gli occhi verdi, non un verde acceso e vivace come quelli della sua maestra all'orfanotrofio, come il muschio degli alberi e spenti come il fuoco di una candela al vento.
Era un ragazzo abbastanza basso, intorno ai 19 anni, gracile e completamente privo di forza, di fatto, in quel momento, i muscoli di Frank erano tesi e rigidi, come le radici di un albero che viene sbarbato da terra, e facevano male.
Le gambe tiravano, frizzavano e, ad un certo punto, cedettero facendo riversare il ragazzo stremato a terra.
Frank non ci provava nemmeno più ad andare avanti, aveva chiuso semplicemente gli occhi in attesa della fine.
Ma non sentì alcun ringhio di animale feroce, anzi, solo una salda presa di un uomo, così aveva dedotto lui, che lo tirava su.
Frank non aprì gli occhi, però, era troppo stremato, troppo stanco, cadde soltanto in un sonno profondo e senza sogni con una sensazione di calore che si espandeva per tutto il suo corpo ed un paio di occhi verdi, incerdibilmente tristi come i suoi, che gli stringevano il cuore in una morza ferrea, nella mente.
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The Beauty And The Beast -> Frerard
FanfictionCosì inizia la mia storia, con la morte. Non dirò ciò che succederà in futuro, non mi interessa dirlo. Voglio solo ricordare ciò che fui, ciò che fu e ciò che non sarà più. Così inizia la mia storia. Magari sarà confusa e senza senso ma non lo è sta...