<Sei pronta Nisia?>urla Helen, la madre della ragazza.
È una donna di mezza età, con capelli biondi, occhi castani e una carnagione chiara; ha gli occhi sempre luminosi e circondati da alcune righe dovute ai continui sorrisi che dona a tutti.
<Arrivo Helen!>risponde la ragazza mentre si prepara la valigia. Stanno per partire, si trasferiscono a Londra, la, secondo Nisia, città più noiosa e piovosa d'Inghilterra.
La porta della stanza si spalanca ed entra Lorcan, il fratellino più piccolo di lei.
<Helen ha detto che devi sbrigarti perché tra un po' partiamo.>dice con una vocina dolce e zuccherosa tipica dei bambini di sette anni.
<Arrivo subito Lorc, sai se Liam è pronto?>chiede gentilmente al fratellino biondo.
<Sì, è sceso prima, ma non era molto di buon umore.>dice ridacchiando la piccola peste.
<Perché ridi?>chiede allora la ragazza.
<Niente.>dice stringendosi al petto l'orsetto marrone con i bottoni al posto degli occhi.
<Stiamo per partire, muovetevi!!>urla questa volta Louis Bennet, il padre dei ragazzi.
È un uomo sveglio e molto intelligente con degli smeraldi negli occhi ed un sorriso luminoso e bonario. È un'amante dell'arte, ma, a causa del lavoro, ci si dedica poco. L'uomo è infatti un professore universitario; insegna medicina e, fin da quando erano piccoli, ha insegnato ai figli a riconoscere le varie parti del corpo, dalle ossa alle articolazioni fino ad arrivare alla locazione degli organi ed il loro utilizzo.
<Eccomi sono pronta...arrivo!!>urla la ragazza scendendo le scale della villetta con il borsone in mano.
<Nisia, prima di partire devi mangiare qualcosa altrimenti potresti avere un calo di zuccheri.>dice Mr. Bennet alla figlia.
<Subito dottore!!>dice la ragazza prendendo una mela.
<Nisia, hai visto le mie cuffie?>chiede Liam, il fratello maggiore dei due ragazzi.
<Non saprei, prova a chiedere a Lorc, di solito sa sempre dov'è tutto.>dice lei in risposta accennando al fatto che il fratellino, nonostante la giovane età, grazie alla capacità di osservazione molto sviluppata sappia sempre dove si trovano le cose in casa.
<Lorc, hai visto le mie cuffie?>chiede al fratellino.
<Le hai messe prima nella tracolla.>dice mangiando un biscotto.
<Mi spiace interrompere, ma avremmo un viaggetto da fare, venite?>chiede Helen con un sorriso radioso sul volto.
<Si eccoci, andiamo ragazzi dobbiamo partire. Tutti in macchina!! Ricordatevi le cose più importanti, il resto lo faremo portare con i camion tra due settimane.>ricorda Louis, il padre....
Bussano alla porta. Sono le nove del mattino.
<Will, muoviti dobbiamo andare a lavorare.>dice una voce maschile dietro la porta.
<Arrivo Nath.>dice il proprietario della stanza, un diciottenne dai capelli biondissimi, gli occhi verdi e un aria strafottente ereditata dal padre.
Nathaniel è un ragazzo inglese dalla folta chioma riccia e dalla pelle scura accompagnata da due occhi marroni vivaci e allegri; nonostante abbia diciotto anni il ragazzo fa scherzi a molti abitanti dell'Istituto.
Il ragazzo dagli occhi verdi di avvicina alla porta, la apre e si avvia lungo il corridoio con l'amico fino a quando non incontrano un altro ragazzo con i capelli castani e gli occhiali storti intento a leggere in fumetto.
<Buongiorno David>dice Nath salutando il ragazzo.
<Buongiorno Nathaniel, William>risponde il ragazzo facendo un segno con la testa ai due.
<Sai per caso dov'è Abigail?>chiede Nath.
Abigail Lovelace è la sorella di David e George Lovelace. Da quando i genitori hanno cominciato a lavorare a Idris i due figli più grandi, Abigail e David, sono stati mandati in un istituto con l'intento di farli addestrare fuori dalla città e dall'influenza della vita condotta dai genitori, Simon Lovelace e Isabelle Lovelace-Lightwood. Abigail ha diciotto anni, tre in più del fratello David e otto più del fratellino, George che data l'età vive a Idris con i genitori.
<Prima ha detto che andava ad allenarsi quindi credo che sia nella palestra.>risponde per poi guardarlo in maniera sospetta <Perché ti interessa?>chiede poi.
<Così, tanto per sapere. Se la vedi dille che le devo parlare.>dice alzando le spalle Nath.
<Okay. Se non sbaglio voi due dovreste essere fuori a controllare i covi dei licantropi, non è vero??>chiede chiudendo il giornalino come volendo sgridarli.
<E tu dovresti studiare il codice non è vero David??>chiede ora il ragazzo dagli occhi verdi usando lo stesso tono.
<Will ha ragione, facciamo così, nessuno dice niente. Va bene??>dice Nath.
<Ci sto.>dicono contemporaneamente gli altri due.
<Noi andiamo ora, dobbiamo lavorare...e mi raccomando, acqua in bocca.>dice Nath mentre lui è il biondo si avviano verso l'ingresso.<Herondale!>dice Nath.
<Che c'è?!>dice brusco il biondo.
<È da cinque minuti che cerco di parlarti, ma non mi ascolti, sembri su un altro mondo. Stai bene?>chiede il moro sedendosi vicino all'amico e guardando poi in tramonto.
<Si si. Piuttosto, che volevi chiedermi?>domanda il biondo.
<Secondo te piaccio ad Abigail?>domanda allora l'amico.
<Sai che non sono la persona migliore a cui chiedere queste cose, ma secondo me le piaci.>risponde de lui guardando le macchine grandi quanto formiche dato il posto su cui si trovano: il tetto dell'Istituto.
<Piuttosto, come va con i tuoi?>domanda il moro.
<Come al solito, mia con mia madre bene, con mio padre no. Nelle lettere che a volte mi scrive mia madre ci sono sempre domande imbarazzanti.>dice alzandosi in piedi.
<Ad esempio?>chiede il moro sghignazzando.
<Mi chiede sempre se ho trovato una ragazza che mi piace. Ma ti sembra normale?! Ho diciotto anni, se mi fidanzò con qualcuno non mi vado a confidare con lei.>dice il biondo tornando dentro l'Istituto.
<Questo è poco, ma Sicuro!>dice ridendo l'amico....
<Tra quanto arriviamo?>continua a chiedere Nisia. È da tutto il viaggio che lo chiede.
<Siamo quasi arrivati, abiteremo in una villetta vicino ad un vecchio istituto correzionale per ragazzi speciali. Adesso però è abbandonato.>dice Louis per distrarre un po' i figli.
<Perché ha chiuso?>domanda Lorcan visibilmente interessato. Nonostante sia piccolo è molto interessato alla storia e alla cultura, al contrario del fratello Liam che preferisce l'atletica e la filosofia.
<C'è stato un terremoto tempo fa e da allora i danno furono molti e decisero di chiudere.>dice brevemente l'uomo.
<Siamo arrivati!!>dice con entusiasmo Helen Bennet.
<Finalmente!>dice esasperato Gideon uscendo dall'auto e prendendo il borsone, dopo aver recuperato le nuove chiavi di casa.
Quando Nisia entra in casa si precipita a scegliere la stanza per dormire. Sceglie la più bella, con due grandi finestre che illuminano le pareti bianche e l'arredamento poco vivace. Butta il borsone sul letto e, dopo essersi sistemata recupera un cambio e va a farsi la doccia.
Dopo aver finito si reca nella stanza con ancora i lunghi capelli bagnati e guarda fuori dalla finestra. Dalle finestre di camera sua si vede principalmente la strada trafficata e l'antico edificio di cui parlava suo padre.
Per un istante una luce si accende e dato che il paesaggio notturno della città ha già cominciato a farsi vedere quella luce risalta ancora di più.
Vede un ragazzo, con corti capelli dorati ed un'espressione triste. Il ragazzo ad un certo punto si gira nella sua direzione e sgrana gli occhi.
Nisia subito chiude le tende e si butta sul letto pensando. Finché non la chiamano per la cena....
<Nath, so che non mi crederai, ma ho visto una ragazza con...>cerca di dire all'amico.
<Hai davvero visto una ragazza?>dice scherzando il moro.
<Non sto scherzando, aveva la runa della vista sulla mano.>cerca di dire il biondo.
<Credo che la percentuale che hai in più di sangue angelico ti stia dando alla testa...mi stai dicendo che una mondana, che tra l'altro non conosci, ha la runa della vista?>dice il moro scherzosamente.
<Esattamente.>ribadisce il biondo.
<Ti consiglio di riposarti, vedrai che domani starai meglio e non dirai di aver visto mondani con addosso rune da Shadowhunters.>dice il moro battendo una mano sulla spalla dell'amico ed andando verso la cucina in cerca di qualcosa da mangiare prima della cena.
STAI LEGGENDO
Il sentiero delle fate
FantasyDue fratelli. Una bugia. Una nuova città. Degli sconosciuti. Delle scoperte sensazionali.