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Ero davanti al mio armadietto con Connor.
Lui mi stava raccontando della notte precedente passata con un certo Kevin, e io lo fissavo disgustata dai particolari che infilava qua e là nella storia.
"Ficcanaso"
Una voce profonda alle mie spalle mi salvò da quel raccapricciante momento.
Lucas Forevin si posizionò tra me e il mio amico.
Quest'ultimo, un po' indispettito, un po' allegro, si avviò verso un'aula facendo gesti che non posso trascrivere riferendosi a me e Lucas.
Sorrisi lievemente ed arrossii mentre Forevin mi fissava.
"Ehi.. mi ascolti?"
Chiese lui.
"Oh, certo. Come mai da queste parti cervellone?"
Lui sorrise e rispose
"Beh, mi mancavi"
Abbassai lo sguardo ed avvampai.
"E in più volevo chiederti una cosa"
Tornai a fissarlo negli occhi aspettando che continuasse la sua frase.
"Ti va di uscire con me uno di questi giorni?"
Io feci un sorriso beffardo e risposi
"Non so... aspetta che controllo la mia agenda..."
E feci finta di sfogliare un'agenda immaginaria mentre lui rideva.
Mi diede un colpetto sulla spalla.
"Ma smettila!"
Risi.
"Certo che mi va di uscire con te"

Lucas
Aveva accettato, aveva accettato davvero.
Potevo finalmente mettere in atto il mio piano. Nancy Coleman sarebbe stata mia.
Entrai nell'aula di letteratura e mi sedetti di fianco a Mathew.
Siccome la lezione era già cominciata, strappai un pezzo di un foglio e ci scrissi su.
Mat, ho chiesto a Nancy di uscire.
E lo passai al mio amico.
E lei che ha detto?
Il bigliettino ritornò in mano mia.
Secondo te?
Di nuovo a lui
Sei troppo forte amico.
Mi sorrise e buttai via il foglietto.

La campanella suonò e noi uscimmo dall'aula.
"Quindi? Attuerai il tuo piano?"
"Non sapevo conoscessi questa parola, Mat"
"Quale? Piano?"
"No idiota, attuare. Comunque si, lo farò"
"Sicuro? Perché potrebbe essere la ragazza giusta, insomma.."
"Ho detto che lo farò. È una fighetta come tutte le altre"

Nancy
Ero di fianco all'armadietto di Connor stavolta, ero sicura che di lì non sarebbe passato Lucas.
"Nan! Che ci fai qui?"
Connor.
"Devi assolutamente sapere questa cosa"
Calcai su assolutamente.
"Cos'è successo?"
"Ok, tieniti forte. Lucas mi ha chiesto di uscire"
"Oh-mio-dio. Lucas Forevin ti ha chiesto di uscire? È I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E"
"Si ma non farlo sapere a tutta la scuola"
Risi e lo stesso fece lui.
Mi prese a braccetto e così ci avviammo in mensa.

Eravamo seduti uno di fronte all'altra quando la mia attenzione fu catturata da Lucas che entrava dalla porta con tutto il suo splendore.
Era bello anche con in mano un vassoio rosso con sopra del cibo di dubbia provenienza.
Tutta la scuola si girò a guardarlo.
Lanciai uno sguardo al tavolo dov'era seduta Laila, che aveva fatto alzare una ragazza per far posto a Lucas, che però non la degnò di uno sguardo.
Si avviò invece verso il nostro tavolo.
"È libero questo posto?"
Chiese lui guardandomi negli occhi.
Guardai un attimo Laila, rossa di rabbia, che stava per alzarsi e urlare in mezzo alla sala.
"Certo che è libero questo posto"
Rispose Connor battendomi sul tempo.
Forevin sorrise e si sedette di fianco a me.
"Allora, non mi presenti il tuo amico?"
Chiese lui riferendosi a Connor.
"Certo, lui è Connor, Connor, lui è..."
"So benissimo chi sei, Lucas Forevin. La tua fama ti precede"
"Cosa vuoi dire?"
"Mm.. prova a pensare. Tu non sei quello che si fa una ragazza diversa ogni giorno? Non è un po' fuori moda il bel farfallone?"
Lucas rimase un po' colpito da tutta quell'acidità, poi rispose per le rime.
"Non è un po' fuori moda l'amico checca?"
Connor lo fissò, poi si alzò buttando a terra il suo vassoio.
Io rimasi interdetta, poi dissi a Lucas.
"Scusa un attimo"
Mi alzai e inseguii Connor.
Lo trovai nel bagno dei maschi a piangere sotto un lavandino.
"Che ti è preso Connor?"
Chiesi accucciandomi.
"Senti, lui ha questa fama, non è colpa mia se lui fa lo stronzo con tutte le ragazze, ed ho paura che lo farà anche con te."
"Ok ma non è solo questo, tu non piangi per queste cose"
"Si.. in effetti. Devi sapere che io e Lucas ci conosciamo dalle elementari. Beh, quando eravamo piccoli lui non faceva altro che prendermi in giro perché ero gay, mi prendeva in giro sempre, mi picchiava assieme ai suoi amici e mi rubavano il pranzo ogni giorno, ed hanno continuato fino all'anno scorso, quando... si beh, quando...
Eravamo ad una festa, ubriachi come non mai, e ci siamo baciati. È stato un bacio innocuo, ed è successo solo una volta. Da quella sera si è creata una strana tensione tra di noi, e non si mai risolta, anche perché prima ci odiavamo, e lui non era chiaramente gay, ma è successo. Si certo, da lì ha smesso di prendermi in giro, ma ha fatto molto peggio: continuava a guardarmi sottecchi e mi dava una pressione psicologica assurda. È stato tremendo, fino a quando sei arrivata tu, e il resto lo sai."
Io mi portai le mani alle labbra e sussurrai
"Mi dispiace, non lo sapevo. Se ti da fastidio non ci esco..."
"Non fare l'idiota. Escici, ma stai attenta, perché si fa davvero una ragazza diversa ogni settimana, e non voglio che tu ci rimanga male"
"Tranquillo, ho passato di peggio nella vita, sul serio. Ora vieni qui"
Spalancai le braccia e feci uscire Connor da quel lavandino.
Lo abbracciai forte.
"Sei la mia migliore amica"
Sussurrò lui nell'incavo della mia spalla.
Sorrisi.
"Anche tu sei il mio migliore amico"

How to build a fireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora