La pioggia cominciò a battere sul vetro del finestrino, il rumore della pioggia era regolare e molto fastidioso alle orecchie di Jean.
Girò il telefono, appoggiato sul sedile affianco, e guardò l'orario: erano le 18.47. Era ancora presto, aveva di sicuro il tempo per chattare con qualche bella ragazza e per incontrarne perfino una degna di nota.
«Ciao Jean!» lo salutò qualcuno avvicinandosi a lui. Alzò lo sguardo infastidito, era abbastanza stufo degli otaku noiosi, che parlavano solo di Dragon Ball o anime sconosciuti a lui. Anzi, odiava gli anime e i manga. Li trovava barbosi e per "sfigati". Era meglio andare a divertirsi, uscendo e tornando a casa alle tre di notte.
Jean incrociò gli occhi di un ragazzino, o una ragazzina, non sapeva davvero capirlo. Era biondo o bionda, con i capelli medio-lunghi che arrivavano quasi alle spalle e con una frangetta; aveva gli occhi azzurri intensi, come il mare, impetuosi. Aveva un'aria piuttosto sveglia, sembrava davvero un genio. Un piccolo sfigato agli occhi di Jean.
«Tsk, ci conosciamo?» domandò squadrandolo. Nerd sfigato, noioso e barboso, pensò Jean. Un mangacoso, non sapeva neanche come si definivano gli autori di manga.
«Siamo nella stessa classe..- rispose il ragazzo imbarazzato. Davvero?, pensò Jean. Non gli sembrava di aver mai visto un ragazzo tanto sfigato nella sua classe, però doveva ammettere che non considerava quasi nessuno dei suoi compagni . Le ragazze per lui non erano nulla di che, o erano delle oche senza cervello o erano delle fujoshi disgustose. I ragazzi non li considerava neanche, aveva già tutti gli amici che voleva. Poteva chiamare almeno cento persone per uscire e si divertiva da matti con i suoi amici; andavano a fumare, a bere e a cercare belle ragazze con cui provarci. La sua vita non era per niente noiosa e proprio per questo l'amava, non avrebbe mai amato nulla più della sua vita sregolata. - Comunque, sembra che tu non mi riconosca. Sono Armin Arlert!»
Il ragazzo gli tese la mano e gli sorrise calorosamente, forse voleva esprimere la sua calorosità a Jean. Odiava le persone estroverse, erano noiose.
«Guarda, se non ti filo è perché sei un nerd. Tsk, ora vattene da un'altra parte e non mi rompere.» lo liquidò Jean e prese il suo zaino nero della northface, che era appoggiato sotto i suoi piedi, per tirarne fuori le cuffie. Aprì la taschina esterna e la tastò senza trovare le cuffie. Il cuore cominciò a battergli a mille, perché non trovava le sue cuffie? Ne aveva bisogno per estraniarsi dal mondo, a lui non piaceva molto ascoltare i depressi. Troppa gente gli puntava il dito contro come se fosse stato colpevole di qualcosa. Per lui divertirsi era giusto e basta, le persone serie rovinavano tutto.
«Io non sono un nerd! E poi come faresti a saperlo? Non è per niente vero!» squittì il ragazzo innanzi a lui. Che fastidio, pensò. Non gli interessava per niente di lui; ma senza chiedere il permesso, gli si sedette affianco. Allora non aveva capito, Jean non aveva voglia di avere tra i piedi una checca bionda con i capelli da donna, sembrava un transessuale. Non aveva nulla a che vedere con Marco.
«Senti, Almin, Armen, Alemen. Come ti chiami. Non mi importa di te, anzi mi stai infastidendo!»
«Perché ti sto infastidendo? Volevo solo chiederti se avevi visto Eren Jaeger, so che fate parte dello stesso gruppo e volevo sapere come stava! »
Il sorriso sincero di quel ragazzo lo aveva messo in subbuglio. Da una parte lo irritava perché riusciva a sorridere in modo sincero, dall'altra parte era come felice per lui. Era strano per Jean.
«Eren Jaeger? È simpatico, ieri mi ha offerto una delle sue canne e mi ha presentato una figa.» rispose Jean ridendo. Perché aveva riso? Non lo sapeva, ma quel ragazzo gli aveva portato una piccola felicità. Era dannatamente contagiosa la sua evidente positività.
«Davvero? Sono felice che stia bene..»
«Sembri triste, vuoi una sigaretta?»
Alla proposta di Jean, il biondo sembrò rabbuiarsi. Aveva sbagliato nel proporgli una sigaretta? Era davvero sfigato.
«Sembri molto sfigato, manco vuoi una sigaretta!»
«No.. Solo che Eren mi offriva sempre sigarette.. io e lui eravamo molto amici.»
Jean guardò negli occhi il biondo. Il suo sguardo era stato rovinato da un velo di tristezza. Jean aveva capito subito, probabilmente era stato scaricato da Eren Jaeger. Era normale, sfigato com'era il biondo, Eren lo aveva lasciato solo perché troppo diverso. All'improvviso la porta del treno si aprì e qualcuno lì fissò. Jean si infastidì ancora di più.
«Sai solo lamentarti?» disse una voce alle loro spalle.
Era una figura incappucciata, aveva una sigaretta accesa alla bocca, probabilmente accesa da poco. Vestiva con una giacca della Napapijiri rossa e dei pantaloni neri strappati. Ai piedi portava delle Nike Air Force One. Sembrava un 2005 che si credeva alla moda vestendosi di Bershka.
La figura si tolse il cappuccio e la prima cosa che vide di lui, furono gli occhi verdi smeraldo e i capelli marroni di color nutella, corti e un po' ribelli.
Eren Jaeger. Era proprio lui. Forse quel ragazzo biondo era nei guai.
Ohayoo!
Grazie per aver letto il primo capitolo della mia prima fanficiton su questo account 💖 Scusate davvero la mia pessima scrittura ma ho scritto solo una storia in tutta la mia vita! Spero di migliorare la mia scrittura col tempo <3
Ci vediamo presto con il prossimo capitolo!
-Voidarlert
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Either or Neither | Jearmin
FanfictionArmin aveva sempre provato ammirazione per il suo compagno di classe Jean Kirschtein, definendolo un semidio. Non aveva mai capito da dove fosse arrivato quel nomignolo ma non gli importava, dopotutto ciò che era più importante per lui, era il ragaz...