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Christa non aveva seguito tutte le lezioni, non le importava più di tanto la scuola. Aveva studiato fino alla fine ma da quando suo padre aveva rapito Armin e lo aveva torturato, non era più riuscita a studiare con la solita metodica efficace e la costanza, che tanto la caratterizzavano.

«Lenz, perché non stai attenta?» domandò la professoressa Hanji sistemandosi gli occhiali nel solito modo teatrale, così tanto sinistro che sembrava uscita da un film tipo Frankenstein.

«Perché.. sono molto stanca, ho studiato fino a notte tarda.» mentì la biondina mentre la professoressa annuì, sembrava quasi esserci cascata.

«Se tu fossi stanca avresti le occhiaie che non hai, quindi so che mi stai mentendo ma farò finta di nulla.- rispose schietta la professoressa per poi ricominciare a spiegare - Dunque,  come stavo dicendo William Shakespeare era un noto.. pittore, credo..»

Dopo aver ricominciato a spiegare, notò la mano alzata di un ragazzo biondo e dalle spalle impossibilmente possenti.

«Scusi, in realtà Shakespeare scriveva opere teatrali.. Tipo Romeo e Giulietta, Amlet-» Reiner non riuscì a terminare la frase che l'insegnante mise il muso affianco al suo sguardo, sembrava molto più inquietante del solito.

«Sei un professore?! No. Io sono la prof, io dico la legge! Se non ti sta bene cambia classe o scuola! Io, dico io. Sono la legge.» urlò sbraitando Hanji, abbastanza alterata.  Che strana, pensò Reiner. Non sembra una professoressa.

«Sì, ho capito.»

«Allora per punizione.. Indosserai questo!» dopo aver detto quell'esclamazione, non si sa come, tirò fuori dalla borsa un cartello, da mettersi con una catenina al collo, dove vi era scritto: Sono un coglione.

Reiner deglutì e indossò la catena.

«Professoressa, posso andare in bagno?» domandò Christa interrompendo il momento divertente, che Ymir si era messa filmare. Che ragazza strana, pensò. Dopotutto era vero, Ymir non sapeva farsi i fatti suoi e non era una persona per niente solidale. Nonostante quello, però le era molto affezionata, così tanto che non poteva di certo non pensare a lei tutto il giorno.

Dopo la risposta affermativa, Christa si allontanò dall'aula, andando dalla parte opposta rispetto al bagno. Sapeva chi doveva cercare, l'unico professore in grado di aiutarla. Ackerman Levi, precedentemente era stato un militare.

Quell'uomo, pensò, mi può solo che aiutare. E a quel pensiero si toccò il crocifisso che portava al collo, sperando che un qualche dio potesse solo che pensare un secondo di aiutarla.

***

Levi alzò lo sguardo, il cielo era nuvoloso e cupo. Triste e senza emozioni, vuoto. Dopotutto lui non era mai stato una persona emotiva e nei suoi quasi vent'anni di vita aveva solo che fatto del male a varie persone. Aveva ucciso con la scusa che fossero nemici, che fosse giusto. Era stato nelle guerre nel Medio Oriente pronto ad uccidere vari islamici fanatici che lanciavano le bombe sui cristiani, all'inizio credeva davvero fosse giusto.

Quando lui e i suoi unici due amici pregavano in chiesa per le vittime, si sentiva patetico. Era patetico pregare per le anime che aveva mietuto, era patetico il suo stile di vita.

«Abbiamo finito la missione, non ti preoccupare, Levi!» lo incoraggiò mettendogli una mano sulla spalla Isabel, la sua migliore amica. Sorrise, con quel suo sorriso caldo ed entusiasta. Sorrise, dopotutto lei non sapeva far altro.

«Esattamente, abbiamo eliminato tutti i nemici. Non ti preoccupare, al ritorno ti offro del sushi. Ovviamente tu mi offrirai il sushi a tua volta, perché sei un amico gentile, no?»

«Furlan, sei sempre il solito commerciante. Hai preso da tuo padre.» commentò Levi sorridendo.

Se avesse saputo che sarebbe stato il suo ultimo sorriso, avrebbe sorriso comunque.

«Furlan, a me offri il sushi e io non ti offro nulla! Sono povera!» scherzò Isabel facendo la linguaccia al biondo, che sospirò. Arrossì leggermente, sembrava le piacesse la sua migliore amica e Levi era a conoscenza del fatto in modo indiretto, spesso Furlan faceva vari commenti, tipo sul suo tipo di ragazza ideale, che sembrava essere tale e quale alla rossa.

Ad un tratto però, Levi sentì un rumore. Sembravano come delle macerie spostate, così si voltò. Un nemico era ancora in piedi, forse non era morto. Levi ringhiò con la pistola in mano, pronto a sparare chi minacciava la sua felicità.

Non aveva capito che il suo dito sul grilletto in ogni caso sarebbe stato troppo lento perché udì subito uno sparo.

Non capì molto, forse era l'agitazione. Vide solo Isabel cadere al suono inerme, senza aver potuto dire altro. Con gli occhi vitrei. Un urlo, forse di Furlan. Levi lo attaccò mentre il nemico sparò ancora, stavolta fu Furlan a cadere.

Non disse altro, schiacciò la testa del nemico, ormai morto e ringhiò. Che schifo, pensò, il mondo fa davvero schifo.

«Caporale?» sentì una voce avvicinarsi a lui, il suo superiore. Levi non disse nulla, rimase zitto. Non versò lacrime, nulla.

Era troppo triste.

Sarebbe stato per sempre troppo triste.

Non vi aspettate questo flashback vero? Lo so, sono crudele, purtroppo è nella mia natura :(
Furlan vs Isabel?
Io voto Isabel perché è carina carina, piccola mia..
-Arlert

Either or Neither | Jearmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora