Cosa mi stava succedendo?
Non facevo altro che pensare ad Aliam... sembrava quasi che mi fossi...innamorata...
Forse non avrei dovuto accettare la sua sfida, forse gli avrei dovuto dare buca. Avevo un giorno per pensarci e poi tra qualche minuto sarebbe arrivata Margareth, ero indecisa se raccontarle quello che era successo.
Ero immersa nei miei pensieri quando... -"BUONGIORNOO HELLEEEEENNN" - Credo che dopo questo saluto, abbia perso 40 anni di vita. Margareth ha la capacità di spaventare le persone in un modo sorprendente. -" Sei in anticipo"- dissi-" E lo so ma in compenso ho già fatto la spesa quindi... muoviti e iniziamo a fare questi biscotti"- mi prese il braccio e mi trascinò in cucina, accese la radio e sotto le note della seconda sinfonia di Beethoven iniziammo a preparare i nostri biscotti. Se vi state chiedendo perché proprio la seconda sinfonia di Beethoven... non ne ho la più pallida idea, ma sapevo che Margareth adorava la musica classica.
-" interrompiamo il brano per una comunicazione importante"- in quel momento la musica si fermò e con essa anche lo strano balletto di Margareth
-" Noi dobbiamo impedire a questi 'Figli di Cane' di vivere in mezzo a noi razza pura, non devono frequentare i nostri stessi luoghi, per questo degli operai stanno costruendo i 'Ghetti', case su misura per gli Ebrei e in olt..."- spensi la radio, non volevo più sentire ciò che diceva quel ciarlatano di Hitler. Margareth mi guardò con stupore, stringevo i pugni dalla rabbia, la guardai negli occhi e decisi che non era il caso di fare una scenata.
-"Allora... in forniamo questi biscotti??"- chiesi sorridendo. Margareth mi guardava ancora stupita -"Ehmm... s..si"- rispose.
In attesa che i biscotti si cuocessero, ci mettemmo a studiare matematica,io andavo abbastanza bene, Margareth era una capra. Quindi cercai di spiegarle degli esercizi assegnati per la volta successiva. Il risultato? Eravamo sdraiate sul mio letto che ridevamo a crepapelle. Andammo in cucina: i biscotti erano pronti, ora dovevano solo raffreddarsi. Stavamo per tornarcene in camera,quando sentimmo qualcuno bussare violentemente alla porta.
-"APRITE!!"- urlò qualcuno da fuori.
-" Cosa facciamo Hellen"- sussurrò Margareth che stava già per scoppiare a piangere.
-" Sta tranquilla, ci penso io, tu stammi dietro"-
Mi avvicinai lentamente alla porta, quando la aprii, davanti a me vidi un uomo con un fucile in mano. Aveva degli scarponi enormi, dei pantaloni grigi militari. La maglietta dello stesso colore dentro ai pantaloni, sopra ad esso un gilet con delle tasche interne che contenevano due pistole piccole e delle munizioni. Aveva i capelli rasati, ma dalla poca ricrescita si capiva che era moro (vabe si vedeva anche dalle sopracciglia genio). Paragonandolo a me era un gigante... mi avrebbe potuto schiacciare con un piede.
-" Voi chi siete"- chiesi io facendomi coraggio-
-" Militari"-
-" Avete un mandato?"- ero abbastanza ferrata sull' argomento 'militari' e 'poliziotti', mio padre era uno di loro.
-" Non ci serve un mandato ragazzina"- rispose lui iniziando a mostrare i primi segni di impazienza e di rabbia. Adoravo fare arrabbiare le persone e non mi sarei mai fatta scappare un'occasione simile.
-" Senza un mandato, io non vi farò entrare"-
-" E così vuoi morire?"-
-" Sempre se non sarai prima tu a morire"-
-"PICCOLA INSOLENTE"- mi puntò il fucile sulla fronte. Margareth dietro di me si inginocchió piangendo ed urlando.
-" COSA STATE FACENDO SOTTOTENENTE"- urlò una voce da dietro il militare. Lui si girò di scatto, abbassando il fucile.
-"COLONNELLO HALMANN"- si mise sull'attenti
-"Riposo sottotenente. Vi sembra il modo di trattare una bella ragazza?"- disse Halmann. Era un uomo sulla sessantina. Aveva una divisa simile a quella del sottotenente. Non mi faceva per niente paura, anzi era buffo: aveva due baffoni grandi grigi, non riuscivo a vedere la sua bocca.
Sembrava uno scoiattolo che si stava impossessando della sua faccia.
Lo guardai negli occhi, pensai a come sarebbero stati i loro baffi se avessero preso vita. Non riuscivo a trattenermi ed esplosi in una risata che rimbombó per tutta la stanza.
-" Cos'hai da ridere ragazzina"- Chiese il Halmann.
-"Mi scusi colonnello, ma avete dei baffi troppo divertenti ahahahah"- risposi continuando a ridere.
-" SOTTOTENENTE"-
-"SISSIGNORE"-
-"Andate pure, a queste due ragazzine ci penserò io"-
Pronunciò queste parole con un ghigno agghiacciante.
Smisi di ridere. Un brivido mi percorse la schiena. Ora si che eravamo in pericolo
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Hellen: Il Tempo Del Fiume Rosso
RomanceLa storia d' amore tra Aliam ed Hellen, un ragazzo ed una ragazza di 15 anni. Vivono nella Germania al tempo della dominazione di Adolf Hitler. Quando Hitler impone le sue leggi razziali, Hellen essendo ebrea, viene deportata in un campo di concentr...