Capitolo 2.

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<<Insomma Eren,smettila di lamentarti,da quando sei arrivato non fai altro che parlare di Ackermann e di quanto sia uno stronzo senza sentimenti umani. Ma che vuoi farci? Lo sapevi dal principio che con lui non ci sarebbero stati fiorellini e coccole ma minacce e insulti. Dopo 6 mesi avresti dovuto farci l'abitudine .>>disse Armin, ponendo fine ai continui lamenti del suo migliore amico Eren,che da quando era arrivata alla festa organizzata lì al campus, non aveva smesso  un attimo di parlare del suo litigio con Levi, il suo fidanzato, che ancora una volta, si era rifiutato di acconsentire a una sua richiesta, scatenando la sua collera. Eppure il ragazzo dovrebbe esserci abituato ormai. Non era una novità che Levi odiasse quel tipo di feste, e ancor di più,odiasse essere circondato da troppa gente. Non sarebbe mai entrato in un luogo del genere per sua volontà, e di certo non lo avrebbe fatto per il suo fidanzato, anche se ha conoscenza del fatto che Eren ci tenesse tantissimo a vederlo insieme a i suoi amici. Ma il corvino era irremovibile e a dir la verità, Armin lo ha  sempre trovato un po' spaventoso. E come biasimarlo con quel carattere che si ritrovava? Sempre serio e silenzioso, a volte, troppo rude e crudele, soprattutto se si trattava di richiamare Eren per un errore.Non sa proprio come il suo amico faccio a sopportarlo e come quella relazione sia durata così allungo dato il carattere così diverso dei due. Lui l'aveva detto a Eren di lasciar perdere e magari trovare qualcuno più simile a lui e della sua età, che era inutile arrabbiarsi con l'altro se poi a stare male era solo lui , ma puntualmente Eren rispondeva di essere troppo innamorato per lasciar perdere e puntualmente a ogni litigio si ripresentava la stessa scena: Eren che si lamentava della sua relazione e finiva per ubriacarsi di brutto mentre Arimin si prendeva cura di lui.
<<Tu non capisci Armin, gli ho chiesto solo di alzare il culo dal quel divano e di passare una serata insieme, ma lui no! A quanto pare non siamo degni di avere la sua compagnia! Tsk! Nano di merda, che si fotta.>>. Sbraitò Eren fuori controllo, il suo viso era rosso per via dell'alcol, mentre il suo corpo era in bilico sullo sgabello dove era seduto rischiando di cadere.
Qualcuno alle sue spalle gli tolse l'ennesimo drink da sotto il naso, innervosendolo.
<<Lascialo perdere Armin, questo è più che andato. E tu invece che lamentarti e bere come uno spugna,affronta i problemi. Non sei più un moccioso delle superiori, comportarti d'adulto.>> E chi non poteva essere se non altri che Mikasa? Lei era la migliore amica di Eren dall'asilo, quasi una sorella per lui, erano cresciuti insieme,sempre solo loro due finche alle elementari, avevano conosciuto Armin ed erano diventati un trio inseparabile.
<<Mikasa ridammi il mio drink! E poi credi che io non ci abbia provato? Ma quel testone del mio ragazzo si rifiuta di accontentarmi! Anche solo una volta!. Fanculo, questa è la volta buona che lo lascio!>>. Urlò Eren,fuori di sè, più volte aveva cercato di riprendersi il drink dalle mani dell'amica, ma senza successo, dato che questa riusciva prontamente ad evitarlo e assestargli dei colpi sulla testa. Tutto questo sorseggiando il drink che gli aveva sottratto. Eren avrebbe voluto volentieri vomitargli sul suo grazioso vestito azzurro.
<< Yeager sappiamo tutti che non lo farai mai. Lo dici sempre ed poi eccoti che torni strisciando dal tuo avvocato come una ragazzina piagnucolosa.Sappiamo tutti che non hai abbastanza palle per fronteggiare un uomo come Ackermaan >>
Ed eccolo in tutta la sua sfarzosa stronzaggine, Jean Kirschstein, il motivo principale per cui almeno una volta al mese,Eren finisce in mezzo a una rissa. I due amici si sono conosciuti alle superiori, e non andavano per nulla d'accordo: non passava giorno che non se le dessero di santa ragione. Ma poi,col tempo, hanno scoperto di essere più simili di quanto credessero, e dopo 5 anni di continui battibecchi, possono considerarsi amici,anche se ancora oggi continuano a litigare.
Eren non sopportava quando Jean faceva lo Stronzo e lo prendeva in giro su i suoi punti deboli, in particolare, la sua relazione con Levi.
<< Perché invece di preoccuparti per gli affari miei non pensi alla tua relazione con Marco? Mi sbaglio o ancora non ti vuole parlare?. Non vedo l'ora di vederti inginocchio davanti a lui per supplicare perdono, faccia da cavallo.>> rispose Eren furente, aveva abbandonato il bancone per avvicinarsi al suo amico, pronto in qualsiasi momento per dargli addosso. Non era proprio serata quella e bastava poco a farlo scattare.E beh, se quell'idiota teneva tanto a ricevere un pugno in faccia,lui non si sarebbe tirato indietro. Ma come sempre, a calmare la situazione fu Mikasa, che si frappose fra i due,che si limitarono a guardarsi in cagnesco. La situazione era abbastanza tesa, ma l'arrivo degli altri, smorzò tutta quella tensione.
<<Hey ragazzi, che fate qui impalati?Forza, andiamo a ballare, prima che ci caccino perché Sasha si è divorata tutto il buffet!.>>esclamò entusiasta Connie ridendo, coinvolgendo gli altri. Sasha, la sua ragazza,lo guardò truce,mentre era impegnata a divorare un pacco di patatine.
Ha ragione, basta pensare a Levi. Mi godrò la serata con i miei amici,lui almeno per questa sera, non esiste più.
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Rivaille si svegliò di colpo, a causa del incessante bussare alla porta d'ingresso. Si guardò attorno, la sua camera era immersa totalmente nel buio, niente fuori posto, tranne per una cosa: accanto a lui, nella parte destra del grande letto, non c'era traccia del suo ragazzo. Di solito quando era di ritorno da un'uscita con i suoi amici, ed era troppo stanco per tornare a casa sua oppure aveva semplicemente voglia di dormire con lui, Eren cercava di infilarsi molto silenziosamente nel suo letto per non svegliarlo , a conoscenza dei suoi problemi d'insogna e del suo sonno leggero. Ma Levi puntualmente si svegliava lo stesso, bestemmiando quel ragazzino, tirandogli il cuscino in testa. Lui era una persona impegnata, aveva bisogno di dormire, e non di andare avanti con litri di caffè. Ma questa, era una delle cose che quel ragazzino non riusciva proprio a capire. Maledetto me e quel giorno che gli ho dato quelle cazzo di chiavi. Moccioso di merda, se è lui alla porta, gli spacco la faccia con una testata.
Si alzò dal suo caldo letto, e prima di alzarsi controllo l'ora sul suo cellulare.
4:55.
Fantastico tra meno di tre ore dovrò essere in aula per un'udienza. Questa è la volta buona che lo uccido, cazzo.
Si infilò le sue ciabatte nere, per dirigersi verso l'entrate. Non aveva nemmeno aperto la porta che già poteva sentire i vicini lamentarsi contro di Lui. Afferrò la maniglia della porta, spalancandola, e come già sospettava,si ritrovò la figura del suo ragazzo, ridotto a una stata pietoso: i capelli stravolti, gli occhi lucidi e gonfi, i suoi vestiti erano stropicciati ( addirittura la sua camicia era senza alcuni bottoni), non riusciva nemmeno a stare perfettamente dritto, poteva vederlo chiaramente barcollare. Levi storse la bocca a quella vista, infastidito.Odiava quando quel moccioso beveva troppo, si riduceva uno straccio e toccava a lui prendersene cura. Se non regge l'alcol  perché cazzo deve bere così tanto?.
Eren era ancora impalato davanti a lui e lo guardava come un alieno, molto probabilmente non ricordava neanche perché fosse lì.
<<Eren, sono le fottute 5 del mattino. Dimmi perché cazzo sei qui, prima che ti chiuda la porta in faccia>>
Disse Levi incazzato,tra poco avrebbe sbattuto la porta  e se ne sarebbe tornato a dormire. Sapeva benissimo che Eren aveva esagerato col bere per via del loro litigio, ma sinceramente , non gliene fregava niente: non erano problemi suoi se Eren si faceva viaggi mentali inutili.La questione per lui era stata chiusa già quando il suo ragazzo era uscito sbattendo la porta.
<<I..io son-o qui, perché la voglio finire Levi. Mi sono stancato di t-te. Lasciamoci.>>

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Hei, dovuto cancellare la storia per varie ragioni, ma sono tornata con 2 capitolo. Spero vi piaccia. 🌸

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