Capitolo 4.

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Eren dischiuse piano gli occhi, sentiva il corpo pesante e lo stomaco sottosopra

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Eren dischiuse piano gli occhi, sentiva il corpo pesante e lo stomaco sottosopra. Non avrebbe dovuto bere così tanto. Non ricordava come fosse riuscito ad arrivare fin lì, ma aveva brevi flashback di lui che bussava alla porta del suo ragazzo e del fatto di aver troncato la loro relazione. Si ricordò anche del l'indifferenza di Levi alle sue parole,come se non gliene importasse. Impressionante sentì un moto di nausea risalirgli alla gola. Decisamente,avrebbe dovuto smettere di bere.
Sospirò stanco, stendendosi meglio sul comodo divano, portando un braccio a coprirgli gli occhi, provando ad addormentarsi di nuovo, dato che dalla luce che filtrava dalle finestra doveva essere appena le 8 del mattino.Era così stanco,che gli fu facile cadere di nuovo nel mondo dei sogni, appena chiuse le palpebre.
-Cazzo, è già così tardi!. Moccioso di merda, svegliati e alza il culo dal mio divano! -
Quella voce fece sobbalzare il castano, risvegliandolo dal suo sonno. Giró la testa verso destra, vedendo il suo ragazzo Levi, che di tutta fretta stava cercando di infilarsi i pantaloni e nel contempo, ad lavarsi i denti. Il suo corpo era semi bagnato, probabile era appena uscito dalla doccia. Era così sexy che Eren avrebbe voluto sprofondare nel divano, inoltre, non era pronto ad affrontarlo dopo ieri notte, figuriamoci in quelle condizioni.
-Mi hai sentito? Svegliati dal tuo stato da vegetale, e sbrigati a ricomporti in uno stato accettabile.- gli urlò ancora, mentre si allacciava il suo costoso orologio al polso, ed solo in quel momento Eren realizzò che Levi fosse in ritardo per l'udienza di quella mattina. Una cosa impossibile per uno come lui. Forse aveva dormito poco quella notte e non aveva sentito la sveglia. Perché  lui lo aveva tenuto sveglio. Questo pensiero lo fece stare così male e lo fece vergognare delle sue azioni da ragazzino irresponsabile. Cercò di alzarsi, ma un capo giro lo colse all'improvviso, e se non fosse stata per le forti braccia del corvino che lo strinsero a se , sarebbe finito col culo per terra.
-Tsk, se ridotto così male da non riuscire a stare in piedi. Se  non sai reggere l'alcol, non bere così tanto, stupido idiota.-
Il più giovane arrossì per la vicinanza a Levi e per le sue parole che lo fecero sentire così stupido.
-Avevo bisogno di staccare la spina.. e... non so che mi sia preso, davvero, io ho.. solo iniziato a bere senza contare i drink e poi c' era la festa e i miei amici , e mi sono fatto coinvolgere troppo, credo- parlò Eren piano, con gli occhi bassi, non riusciva a guardare l'altro in faccia.
-Mi dispiace per essere venuto qui, sta notte, non avrei dovuto fare tutto quel trambusto. Mi vergogno delle mie azioni. Scusami, Levi. Per quanto riguarda quello che ti ho detto su di noi, io..-
Eren non sapeva come continuare quel discorso. Anche se era preso dai fumi dell'alcol, molte cose che  aveva detto erano vere, e non era del tutto convinto che sarebbe riuscito a dimenticare quell'episodio così facilmente.
-Non ho tempo per parlare di questo adesso, Eren. Vediamoci a pranzo, nel mio studio, ok?- gli disse Levi autoritario. Eren annuì tendendo lo sguardo basso ,rimanendo in silenzio, perso nei suoi pensieri. 

Eren fissò il paesaggio dal finestrino dell'autobus cambiare, concentrato  sulla musica sparata nelle sue cuffie e, su i suoi mille casini  che gli passavano per la testa

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Eren fissò il paesaggio dal finestrino dell'autobus cambiare, concentrato  sulla musica sparata nelle sue cuffie e, su i suoi mille casini che gli passavano per la testa.Aveva preso un bus per il centro, per raggiungere lo studio legale di Levi, dove si sarebbe tenuto il loro appuntamento. Il veicolo era pieno di persone, compresse tra loro come sardine, ed in più c'era un caldo pazzesco. Il giovane imprecò per non avere preso la sua moto, consapevole  che con uno sbronza come la sua, fosse sconsigliato mettersi alla guida. Maledetto alcol. Mormorò a bassa voce, stringendo le mani sulle sue ginocchia. Se non avesse bevuto, a quest'ora non sarebbe in questa situazione. Poggiò la testa al finestrino e mentre pensava a come il suo ragazzo lo avesse accompagnato a casa, in un silenzio tombale, e spinto fuori dall'auto, senza nemmeno dire ciao,gli vennero gli occhi lucidi.  A salvarlo da piangere come una bambina davanti a tutti i passeggeri, fu l'autista, che annunciò la sua fermata. Raccolse la sua borsa, sistemando le sue cuffie all'interno, per poi scendere, stando attento a non restare schiacciato dalla folla che usciva.
Finalmente riuscì a mettere i piedi a terra e con il suo zainetto verde ancorato alle spalle, si incamminò verso la sua metà. Non dovette camminare molto, prima di veder spuntare la cima  del grande studio di legge dove Levi, era socio. Ogni volta che vedeva come l'edificio fosse così grande e maestoso, il suo cuore si riempiva d'orgoglio, perché tutto quello era stato costruito dall'uomo che amava e da due suoi amici. Ammirava da sempre Levi, che aveva preferito aprire il proprio studio privato, piuttosto che cedere alla comodità di accettare il ruolo da  tirocinante nello studio dello zio, Kenny. Fin dai tempi dell'università si era rimboccato le maniche, contando sulle sue forze, facendocela da solo, diventando un uomo indipendente e di successo nel suo lavoro, creandosi una grande  reputazione .
Questo era uno dei motivi per cui Eren lo amava, anche se molto spesso, il fatto che il suo ragazzo non fallisse mai , lo faceva sentire male.Anche lui voleva studiare per diventare avvocato, però, a differenza di Levi, lui era da sempre stato agevolato, dall'inizio dell'università. Suo padre era un grande avvocato civilista, ed aveva da sempre voluto che suo figlio non fosse da meno, e così,  con i suoi agganci, era riuscito ad far entrare suo figlio al college più prestigioso del paese, e farlo inserire, nei corsi con i migliori insegnati. Questo lo faceva sentire così inferiore. Si morse il labbro, entrando nella grande hall del palazzo, puntando subito agli ascensori, per arrivare ai piani alti. Cliccò il pulsante per l'ultimo piano e in pochi minuti fù avvolto dell'aria elegante, del piano  del suo ragazzo. Era nei colori del grigio scuro e nero, sofisticato ma moderno, c'erano alcuni stagisti in giro impegnati con alcune scartoffie. Vedendo la strada libera si precipitò ad aprire la porta dell'ufficio privato di Levi. Era così vicino alla porta da riuscire a leggere la targa su cui c'era scritto "Ackerman", quando  una voce lo fermò, intimandogli di non entrare. Era Loren, la segretaria di quel piano
-Mi dispiace, Eren, non puoi entrare. Il signor Ackerman è con dei clienti in questo momento. Ti prego di aspettare-Le disse la giovane donna, parlando con la sua vocina delicata. Il ragazzo le sorrise, contento di vederla. Era una bella donna dai capelli castani e gli occhi chiari, poco più vecchia di lui, che da subito era entrata nel suo cuore, con i suoi modi dolci e il sorriso affasciante. All'inizio Eren la odiava, convito che Levi avesse una sorta di relazione clandestina con Loren, alle sue spalle, ma con il tempo, si rese conto che fossero tutte fantasie e che tra loro non ci fosse altro che un rapporto di lavoro.
-Levi mi ha detto di raggiungerlo per pranzo, non pensavo ci fosse qualcuno anche a quest'ora.- le rispose il ragazzo, mentre si appoggiava  contro la scrivania dove la segretaria lavorava. La giovane guardò con disappunto il modo in cui Eren si era praticamente stravaccato sulla sua ordinata scrivania, ma non disse nulla al riguardo.
-Di solito il capo non riceve nessuno durante la pausa pranzo, dato che odia essere disturbato mentre mangia, ma la cliente in questione è una delle più importanti, nonché la figlia di  un  suo vecchio amico . Sembra che ne avranno per molto, che dici se nel frattempo mi racconti qualche scoop succulento?-
Eren rise alla richiesta della donna, ogni volta che su vedevano spettegolavano come sue vecchie civette, sull'università e i suoi compagni di corso e professori
-Ah Non ti ho detto l'ultima! A quanto pare il mio professore di diritto penale è stato dimesso, per via della sua relazione con una sua allieva !-
Così i due passarono un bel pò di tempo a parlare,ridendo e scherzando. Dall'ufficio di Levi non volò una mosca ed il ragazzo temeva che il pranzo sarebbe saltato, dato che erano già le 14:40. Lui continuò a controllare la porta, con la speranza di veder uscire qualcuno e finalmente, dopo altri 10 minuti, l'asse in legno scuro si aprì, mostrando la figura di una giovane donna accompagnata da Levi .
La prima stava ridendo di gusto, con una mano alla bocca per nascondere il sorrisetto furbo, risaltavano le unghie laccate di rosso fuoco, insieme a tutti i gioielli che indossava. Il moro dietro di lei, era composto come al solito, anche se le sue labbra erano leggermente curvate all'insù. La donna aveva dei bei capelli biondi e indossava un completo da ufficio nero, era pesantemente truccata, e stava guarda l'uomo dietro di lei con fare complice e malizioso . La cosa che fece bruciare Eren dalla gelosia, fu il modo in cui la donna si avvicinò a Levi, per posare un lungo bacio vicino alle sue labbra, con la sua bocca carnosa, mentre le piccole mani stringevano la camicia dell'uomo. Levi, che era solito odiare il contatto fisico non battè ciglio, e questo lo stupì, dato che era solito fare storie anche con Eren, che era il suo fidanzato,quando questi pretendeva un po' di attenzione, definendolo appiccicoso. Invece con quella bionda sembrava quasi che quel breve contatto fosse qualcosa di molto gradito. Che diavolo era quella donna?.

My hateful boy-friend. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora