Capitolo 6.p

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L'aria fredda della notte accarezzava i capelli castani di Eren, in sella alla sua moto bianca, mentre questi frecciata nel buio di quella sera, per le strade di una metropoli piena di vita e rumorosa, pronta ad accogliere ogni avventuriero notturno. Ma Eren, quella notte, non era proprio in vena di avventure: voleva solo ubriacarsi fino a svenire e svegliarsi la mattina dopo senza ricordare neanche più il suo nome. Ma per farlo, aveva bisogno di qualcuno che badasse a lui mentre non era nella sue piene facoltà o che almeno lo riportasse a casa, dato che non sarebbe stato in grado di guidare. Ed subito aveva pensato a Rio, un suo compagno di corsi con cui spesso, passava il pranzo all'università e con cui amava andare in giro a bere il venerdì sera, proprio perché questi aveva un'alta tolleranza per gli alcolici e non si ubriacava mai, di conseguenza, faceva da balia a tutti gli altri. Per un momento aveva pensato di chiamare qualcuno dei suoi amici più stretta, come Mikasa o Armin che si sarebbero presi cura di lui, senza però permettergli di bere, oppure qualcuno come Connie e Sasha, che lo avrebbero accompagnato a bere fino a sentirsi male tutti insieme,cazzo, anche Jean e il suo essere irritante, gli sarebbe andato bene ma, loro gli erano restati accanto a durante quelle settimane difficile, non gli andava di disturbarli ancora.
Fermò il suo bolide proprio sotto il palazzo del suo amico Rio. Gli mandò un messaggio a cui questi risponde, velocemente, con un " Sto arrivando."
Ed infatti, passarono pochi minuti, che la figurata snella e bassa del suo amico emerse da portoncino di quel condomino in periferia. Rio gli dedicò un dolce sorriso come saluto, che fu ricambiato subito da Eren, che gli porse il casco da indossare per sicurezza.Appena il ragazzo dai capelli castani chiaro e gli occhi scuri gli fu dietro, ben stretto alla sue spalle, mise il moto il motore, sfrecciando ad grande velocità per le strade.
" Dove mi porti di bello, questa sera?"
Chiese Rio con la voce un po' ovattato per via del casco.
" Non lo so, amico. Credo in qualsiasi luogo dove ci sia dell'alcol." Gli rispose Eren. Subito sentì la sua graziosa risata alle sue spalle, e il suo petto tremare per le risate contro la sua schiena.

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Lui è Rio, ricordate questo personaggio nuovo, sarà importante. Non è kawaii?:3

L'ennesimo cocktail scivolò lungo la gola di Eren, liscio come il ghiaccio. La sua bocca si riempì di un dolce sapore fruttato.Il bar che avevano scelto non era esattamente un posto per giovani in cerca di divertimento, anzi, era un locale di classe ed elegante, per lo più frequentato da uomini e donne di una certa classe che approfittavano dei buoni drink e delle comodo poltrone per discutere d'affari,
mentre fumavano un sigaro. I due universitari non poteva stonare di più che in quel l'ambiente: erano gli unici giovani presenti ( almeno sotto la trentina) ed non erano affatto eleganti. Eren aveva optato per quel posto solo perché il proprietario conosceva bene suo padre ed era amico di tutta la sua famiglia, avrebbe offerto loro drink gratis, e a serata conclusa, si sarebbe assicurato di vedere Eren salire su un taxi sano e salvo per tornare a casa.
"Eren, ehm, io dovrei andare un attimo al bagno. Mi raccomando non creare casini e non muoverti  da qui. Faccio in un attimo." Il ragazzo sentì la mano del suo giovane amico posarsi sulla sua spalla,per richiamare la sua attenzione, ma lui non si voltò nemmeno, limitandosi ad annuire .Non aveva capito nemmeno una parola di quello che gli era stato detto.
Ma non gli importava.
Quando sentì Rio allontanarsi, si giro sullo sgabello su cui era seduto, così da avere una visione intera di quel locale.  Così noioso. Anche la musica che riempiva l'aria era una noia. Si pentì di noi aver scelto un locale diverso, magari più movimentato. Decise che appena sarebbe tornato Rio, gli avrebbe detto di tornare a casa, ormai era troppo scocciato e annoiato per bere di più. L'idea di restare sobrio dopo aver scoperto che il suo ragazzo (o ormai ex? ) non lo cercava più perché impegnato a tradirlo con una donna non gli andava particolarmente a genio, ma essere brillo gli bastava, lo avrebbe aiutato a dormire più facilmente quella notte. Inoltre, avrebbe sempre potuto ingozzarsi di cioccolato e altri dolciumi per alleviare il dolore. Così, oltre che depresso, anche grasso. Fantastico.
Però, mentre si autocommiserava, una risata cristallina riempì le sue orecchie. Una risata conosciuta, appartenete a una certa donna bionda che, in poco tempo aveva rovinato la sua relazione. Eren si voltò lentamente verso destro, e la vista del tavolo vicino a lui, fece pizzicare i suoi occhi dal nervosismo: Seduta in modo da dargli le spalle c'era la stessa donna che aveva visto alla studio, con i lunghi boccoli biondi sulla schiena pallida e scoperta dal suo bel vestito elegante. Affianco a questa, Eren poté riconoscere Erwin, amico e socio di Levi, intento a portarsi un bicchiere di liquido ambrato alle labbra, e dal sorriso accennato che aveva, doveva trovare ciò che quella rumorosa donna stava dicendo molto divertente. Ma fu il vedere Levi seduto sul posto di fronte a questa, a scatenare in lui delle emozioni caotiche: dal un lato, vederlo dopo tutto quel tempo lo rendeva così felice, dall'altro vederlo in compagnia di quella donna, mentre bevano e si divertivano, lo feriva così tanto. Eren grazie alla sua posizione, riusciva perfettamente a vedere Levi e la sua solita espressione pacata, sembrava concertato molto di più sul suo bicchiere ghiacciato che sul resto. A un certo punto, molto probabilmente ,si sentì chiamare in causa nella discussione degli altri due, e fu costretto al alzare lo sguardo, ed è così che acciaio e smeraldo si incontrarono. Eren sentì un formicolio alla pancia e le guance scaldarsi, come tutte le volte che era con Levi. Ma la reazione di quest'ultimo lo stupì e ferì profondamente; l'uomo staccò lo sguardo dal suo tornando a concentrarsi di nuovo sul discorso. Eren era troppo occupate a sentire il suo cuore rompersi in mille pezzi di vetro per badare alla voce allegra di Rio appena tornato da bagno.
" Aaah Eren lo sai che anche i cessi di questo posto sono super elegant-... Ehy amico, stai bene?."
Il castano avrebbe voluto dirgli che no, non andava per niente bene , e che avrebbe tanto voluto affogare la testa di Rivaille in uno di quei cessi lussuosi, ma si trattenne. Preferiva concentrare tutte le sue energie nello sguardo di odio che rivolgeva a quel tavolo, sperando che magari qualcuno avrebbe preso fuoco.
"Ma si può sapere che cosa guardi con così tanto odio? Che c'è, hai forse rivisto di muovo quella commessa che l'altra volta ti scambiò per una ragazza?" Disse l'altro ragazzo leggermente divertito a ricordare quell'episodio successo qualche settimana fa. Rio non ottenne risposte, così, decise di spostare i suoi occhi castani nella stessa direzione di quelli del suo amico. La lunga chioma bionda seduta li gli era molto familiare.
"Aspetta un momento....ma quella è Sophi!" . Disse, pensando ad alta voce.
E se sua sorella è qui, vuol dire che anche lui è tornato da Parigi.
Eren si voltò sorpreso verso il suo amico, come faceva lui a conoscere quella donna?.
Ma prime che si potesse voltare per chiedere spiegazioni, i tre adulti seduti a quel tavolo si alzarono, dopo aver chiesto il conto, per andare via.Eren scivolò veloce dal suo sgabello, e si precipitò fuori con loro, deciso ad non far andare via il suo uomo in quel modo. Voleva spiegazioni. Ed non era disposto ad aspettare altre due settimane.
Quando fu fuori, l'aria freddo lo colpì in pieno e si pentì di non aver portato la giacca. I suoi occhi cercano le spalle larghe del suo fidanzato fasciante in un completo grigio da ufficio, e lo trovarono intento a chiedere al parcheggiatore della sua auto. Il ragazzo veloce, corse verso di lui, e prime che potesse salire sul veicolo, lo afferrò per il braccio destro. Levi fece un veloce scatto e si voltò a guardare chi avesse afferrato così forte il suo braccio e trovò dei lucidi occhioni verdi a guardarlo determinati e furiosi.
" Non così veloce, io e te dobbiamo parlare ". Eren non seppe con quale coraggio pronunciò tali parole. Aveva attirato anche l'attenzione di Erwin e quella donna , che lo guardavano curiosi. Invece il moro davanti a lui, era indecifrabile. Il ragazzo temeva che avrebbe cacciato via, in malo modo, e per poi andarsene via. Ma non fu così.
"Scusatemi, arrivo fra un minuto, voi andate avanti senza di me."
Eren sentì il petto diventare più leggero, e subito trascinò il moro dietro al locale, ben nascosti dalla vista altrui. In quel momento, era a faccia a faccia con Levi, come desiderava da settimane. Allora perché non riusciva a far uscire nemmeno una parola?. L'uomo davanti a se, concentrò il suo sguardo vitreo su di lui, facendolo sentire a disagio.
" Allora moccioso? Non avevi qualcosa da dirmi?. Ti conviene parlare prima che me ne vada, non ho tempo da perdere."
Quelle non erano esattamente le parole che il giovarne si aspettava. Lo ferirono così tanto. La rabbia iniziò a impossessarsi del suo corpo. Non si faceva sentire per settimane,lo ritrovava intento a bere con quella tipa, è parole cattive e piene di irritazione erano le uniche che gli dedicava?. Non poteva sopportarlo.
" Eren, non ho tutta la notte. Se hai qualcosa che vuoi dirmi bene, altrimenti, non farmi perdere tempo,ho da fare".
Disse Levi, scocciato. Il ragazzo voleva tanto rispondere, ma l'unica cosa che ne uscì fu solo un balbettio.
"Io..Levi.." Eren era così confuso, aveva tante domande da fargli ma gli mancava il
Coraggio.
Così fece l'unica che voleva da quando l'aveva rivisto in quel locale: scattò veloce verso il moro, spingendolo verso il muro alle sue spalle. Anche se Levi era ben piazzato rispetto a lui, il fattore sorpresa gli diede la possibilità di schiacciarlo con il suo peso, incastrando Levi contro la superficie dura. Levi lo guardava sorpreso, mentre lui,rosso come un pomodoro, lottava contro l'imbarazzo, per mantenere gli occhi fissi su quelli argentei dell'altro.
"Ohio, moccioso di merda, che vuoi far-".
Guardò le labbra carnose dell'altro, e prima che egli potesse continuare il suo sproloquio, le assalì con la sua bocca più sottile,premendo il
suo corpo snello contro quello tonico e duro dell'altro. Lo sentì sussultare sotto di lui, ma non ci badò, mosse la bocca contro la sua, cercando un contatto più profondo. Le labbra di Levi erano così morbide e leggermente umide, proprio come le ricordare. Si divertì a prendere il labbro inferiore tra le sue, tirandolo leggermente, cercando di stuzzicarlo. Si indispettì quando non sentì nessuna reazione nell'altro. Mugolò scontento, strusciando il viso contro lui, come un cucciolo che aveva bisogno di attenzioni.
Attenzioni che l'uomo più grande proprio non voleva dargli.
Testardo, Eren, usò le braccia per circondare il suo collo,per cercare con la sua bocca umida un contatto più profondo.
Finalmente, le braccia di Levi circondarono le sua vita, e le sue labbra iniziarono a muoversi contro di lui. Eren sorrise contro la sua bocca,soddisfatto di essere riuscito a smuovere l'altro. Sentì la lingua di Levi aprigli la bocca a forza, ed il ragazzo lo lasciò fare, lasciandosi andare, mentre quel muscolo caldo gli riempiva la bocca, stuzzicando la sua lingua, feroce, finché non ci fu più aria nei loro polmoni. Si staccarono. Eren aveva perso tutto il coraggio e l'audacia di prima e i suoi occhi non lasciavano il pavimento. Invece, il moro, non emetteva suono, come se stessa pensando a qualcosa. Il ragazzo pensò che forse anche l'uomo più grande era confuso dalle settimane di lontananza, è così, ritenne che era lui a dover parlare per primo,dato che era stato lui il primo a baciarlo. Cercò di controllare L' agitazione nel suo petto e con un filo di voce, sussurrò:

" Mi sei mancato, Levi."

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Ci ho messo una vita ad aggiornare ma perdono, è vacanza anche per me. Fa un po' schifo ma prometto di migliorare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 16, 2019 ⏰

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