Capitolo 4

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Ho provato a calmarmi, ho girato in lungo e in largo fino ad arrivare ad una specie di piscina naturale. Sono ore che sono qui, seduta sul bordo accompagnata dal rumore delle onde che si infrangono sugli scogli del perimetro interno. Siamo al crepuscolo  e i colori del
Sole che muore nell'oceano sono meravigliosi e mi danno un profondo  senso di pace  che ricercavo da tanto. Chiudo gli occhi e respiro l'odore di salsedine che mi piace fin da piccola. All'improvviso sento dei passi dietro di me e nel frattempo che mi giro qualcuno si tuffa bagnandomi tutta. Mi alzo di scatto cercando di vedere chi è lo stronzo che mi ha infradiciata e lo scovo circa dieci metri più in là mentre risale dall'acqua.

<<CAZZO!Ma le vedi le persone?>> gli dico innervosita strizzandomi i capelli. Lo stronzo si gira e mi ritrovo davanti un ragazzo dalla statura massiccia, capelli mori, occhi scuri e carnagione ambrata.

<<Scusami principessa non ti avevo vista. E comunque non mi sembra il caso di alterarsi tanto>> dice nel classico tono da stronzo. <<Anzi perché non vieni anche tu dolcezza? L'acqua è fantastica!>> dice con un sorriso beffardo. Lo guardo prima spiazzata poi disgustata.
«Se sei a corto di ragazze da portare a letto ti avverto che questo non è il modo migliore per raggiungere il tuo obbiettivo.»
Mi guarda sorridendo.
«No principessa non preoccuparti ne ho già tante, mi sembravi carina e simpatica e volevo darti l'onore di passare la serata con me, ma da come vedo...»
«Ti è andata male,ritenta la prossima volta.». Giro le spalle,me ne vado e non sento la risposta di quell'idiota. Con i miei problemi di certo non me ne frega di un cretino qualsiasi. Intanto però non ho la minima idea di dove andare e sicuramente non ho alcuna voglia di tornare a casa e di provare di nuovo quel senso di oppressione... Ormai da quando la mamma è andata via mi sento sempre al posto sbagliato quando sono a casa. Io e papà continueremo a scontrarci fin quando ci sarà quell'arpia a dividerci e lei non mollerà la preda facilmente.  Dove lo ripesca un altro cinquantenne miliardario che stravede per lei...?  In fondo gli Stati Uniti sono tappezzati di uomini ricchi di mezz'età con accanto giovani moneysughe, ma davvero alcune volte non riesco a capire come mio padre abbia fatto a scendere così in basso... Quel topo di fogna ha vinto la lotteria... Mi ricordo dell'invito  di Mr.Lee al bar e penso che non sarebbe una cattiva idea andarci. Potrei conoscere qualcuno con cui passare la serata e magari tutto il mese. Dato che non ho la minima idea di dove andare seguo la via della riva, camminando con i piedi nell'acqua cristallina che risalta il bianco della sabbia e il clima paradisiaco del posto. Immersa con la testa nei soliti pensieri, gli occhi fissi sul tragitto percorso dai miei piedi ,vengo distratta da una musica pop parecchio forte e mi rendo conto di essere arrivata ad una pedana in legno dipinto di bianco. La maggior parte dei tavolini in vetro è all'aperto e poi ce ne sono alcuni riparati da una tettoia sempre in legno. Infondo c'è il bancone del bar dove ragazze e ragazzi si danno da fare per servire la moltitudine di persone che sono lì per ordinare. Mr. Lee aveva ragione, la maggior parte delle persone che sono qui avranno su per giù la mia età.
«Che ci fai qui impalata?» mi chiede una ragazza dai tratti sicuramente sudamericani avvicinandosi e vedendomi imbambolata. Rimango un attimo spiazzata ma poi ricollego il contatto "bocca-cervello" e le rispondo.
«È che sono appena arrivata» dico non capendone neanche il senso. Lei mi guarda divertita e annuisce.
«Ho capito, piacere Jennifer » mi tende la mano e mi sorride con i  denti bianchissimi che contrastano con la sua carnagione bruna.
« Camila» termino la presentazione ricambiando la stretta di mano.
«Vieni , ci prendiamo un drink così ti presento qualcuno !» dice trascinandomi dietro di lei in direzione del bancone.
«Charles, due Malibu per favore » si rivolge ad un ragazzo dai capelli chiari e gli occhi mori. Appena la vede lui arrossisce e le sorride, poi sposta lo sguardo su di me e mi inizia a squadrare. Dopo qualche secondo stacca gli occhi e si mette all'opera per servirci due bicchieri da drink con del liquido trasparente.
«Oh...» riesco a dire e Jannifer sorride.
«È buono,sa di cocco » dice facendomi l'occhiolino e portandosi il bicchiere alle labbra in modo sensuale. Il biondo la guarda imbambolato ed io non riesco a fare a meno di pensare che gli asciugherei volentieri la bava che gli cola dall'angolo sinistro della bocca. Il tipo decide di darci un taglio, fa un colpetto di tosse per ricomporsi e sposta nuovamente lo sguardo su di me .
«Piacere Charles, sempre a disposizione » mi sorride. Ricambio il sorriso e mi presento. Dopo qualche scambio di informazioni personali cui nome,provenienza,età e periodo di permanenza Jennifer ci interrompe e mi porta verso un gruppetto di gente.
«Adesso ti faccio conoscere un po' di ragazzi!!»
«Vorrei prima sapere qualcosa di te »

<<Jennifer, vent'anni , South Carolina, frequento il secondo anno del collage, a breve inizierò il terzo.>> mi dice in una valanga di informazioni. Sorrido.
«Camila Thompson, diciassette anni, a breve diciotto, Miami, ultimo anno di college, sí sono un anno indietro.» contraccambio.
«Perfetto, adesso andiamo a conoscere gli altri.» dice facendomi strada.
L'ansia e l'eccitazione si fanno strada dentro di me in una lotta di supremazia finché non arriviamo ad un tavolo colmo di ragazzi riuniti intorno a due di questi che stanno giocando con le carte francesi, probabilmente a poker. Quando uno dei due fa la mossa vincente e vince tutto e dopo che il casino di esulti finisce Jennifer trova l'occasione per presentarmi.
«Ragazzi!» prende parola. «Lei è Camila, è carina anzi è una gran figa quindi non fate gli stronzi!» conclude. Si vede che è una specie di leader. Ho gli occhi di tutti puntati addosso e iniziano le presentazioni. Ci sono sette ragazze, i due ragazzi che stavano giocando fino al mio arrivo,  tre coppie e altri otto ragazzi. Quattro delle sette ragazze si presentano immediatamente.
«Avis, Cecilia, Blake e Serena» dice una ragazza bionda attribuendosi l'ultimo nome. Ha dei lunghi capelli biondi, ondulati. La pelle è ambrata, abbronzata da evidenti giornate trascorse qui o in qualche altro posto paradisiaco. Ha un sorriso bianchissimo che con l'abbronzatura risalta, labbra non piccole, nasino alla francese e un neo alla destra di questo.Non riesco a capire il colore dei suoi occhi poiché indossa dei costosissimi occhiali da sole, ma deduco che siano chiari.  È alta, magra,con forme al punto giusto. Detto più semplicemente è una gran bella ragazza.
Quella che mi viene presentata con il nome di Avis è anche lei una gran figa . A differenza di Serena ha i capelli corvini, lunghi fino al seno, lisci come se fossero appena stati trattati con la piastra. Ha la pelle scura non per l'abbronzatura, ma per le sue origini chiaramente latine. Anche lei un sorriso smagliante, labbra carnose, occhi nocciola,tratti del viso marcati e bellissimi. Assomiglia in modo incredibile a Jennifer e quindi sono sicura che siano sorelle.
Cecilia ha invece capelli color mogano, carnagione chiara e occhi verdi a cui sono bastati due secondi nei quali si sono incrociati con i miei per farmici perdere. Ha l'aria di una ragazza dolce e sognatrice, con la testa sulle spalle, non so perché ma m'ispira fiducia.
Infine Blake, capelli castani, occhi blu, labbra sottili, naso piccolo. Queste quattro ragazze hanno un'aria totalmente amichevole, quindi metto da parte la mia timidezza ( anche se rimane un po' di insicurezza visto che sembrano uscite da una sfilata di Victoria's Secret dove hanno sfilato come modelle) e mi presento nuovamente.
«Camila» dico in risposta, sorridendo e sperando che il mio sorriso non sia da meno di quello che mi hanno appena rivolto.

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