24 Ore Sparse

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Goccia dopo goccia,
Percorro il buio viale,
Appanno i vetri con il male,
Scorre ansia nella doccia.

Mi riempie un vuoto denso,
Pagine scrivo bianche,
Le illusioni sono stanche,
Veglia il fuoco quando penso.

Bevo un cocktail di voci,
Mi ubriaco di sorrisi,
Dimenticando tutti i visi,
Andando dritto agli incroci.

Uno starnuto e dentro piove,
Poi un rifiuto e fuori muore,
Han costruito una città d'amore,
Anche se non sappiamo dove.

Oscilla il pendolo dell'ego,
La vita è un gioco d'iridi,
In dormiveglia sussulti timidi,
Inspiro, espiro poi rinnego.

Il senso ovunque errante vive,
A ogni sguardo fermo ride,
Sempre fugge mai decide,
Intreccia anime se scrive.

Quando gli affanni si fan radi,
Il dubbio ancor su me si poggia,
Un preludio estivo di pioggia:
Un'equazione che gioca a dadi.

Nella foresta di brividi,
Vedo il passato abbracciare il possibile,
Un desiderio trascende il sensibile
Con falsi sentimenti vividi.

Il tuo libro restituisco,
Lacrime nella mia mente,
Misere nel torrente!
Saluto in fretta poi sparisco.

Al tramonto il cielo cade
E scompaiono le stelle,
Soffia brezza sulla pelle,
C'è un rumore che persuade.

Delicato morso a un fiore
Al sapore di infinito.
Il ricordo che è appassito.
L'assenza di quel calore.

Una titubante danza,
Mille passi scoordinati
Sopra oceani sconfinati,
Quando notte lenta avanza.

Lieto rumor di fondo,
Perennemente mi accompagna,
Gesso senza lavagna,
Respiro l'essenza del mondo.

Profondo ghiaccio al muro inchioda
Dove l'acqua diluiva,
La fiamma poi moriva,
Senza titoli di coda.

Voglio splendere ma non so come,
In questo mondo di chi muore,
Dove pago col sudore
Per scrivere il mio nome.

Se mi illudo che sia fuoco,
Nell'abisso delle anime,
Poi realizzo e sono lacrime,
Perché ho perso a questo gioco.

Sprofondo nel mio gelo,
Un assaggio di nullità,
Prendo pillole d'identità
Per alzare gli occhi al cielo.

Liberato dalle catene,
Posso guardarti in faccia,
Che sia fiore o che sia erbaccia,
A braccia vuote oppure piene,

Resterò su questo palco,
Senza applausi o consensi,
In mezzo ai vuoti immensi
I disegni non ricalco.

Ciò che fu ormai rinnego,
Elimino e mai nascondo,
Resta inutile lo sfondo
Se da esso poi mi slego.

Le notti sempre insonne,
Logorato da oscillante tormento,
Del notturno idillio lento
Che si riversa in volti di donne.

Seguendo fioca luce,
Io risalgo questa scala,
Un uccello senza un’ala,
Alla cima mi conduce.

Melodie che tardi senti,
Una perdita di opportunità,
Mi nascondo dalla casualità
In due rifugi fatiscenti.

Spegnendo una luce,
Tutto poi svanisce,
Mentre l'acqua custodisce,
Una goccia mi conduce.

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In 24 ore sparse,
Il mio canto qui finisce

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