1.Ogni persona educata inizia sempre con una presentazione.

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Salve.

Mi chiamo Sarah – con l'"h" finale – e sono una terribile criminale.

Salve.

Mi chiamo Sarah e voglio raccontarvi una storia.

Salve.

Mi chiamo Sarah e questo è quanto.

Perdonatemi, è la prima volta che faccio uso di parole su una pagina bianca, perciò siate clementi e fate finta di non vedere quelle orribili cancellature elettroniche simili a graffi d'unghie su una lavagna. Non ho alternative migliori.

Ci risiamo! Merda!

Oops... Niente parolacce, dimenticavo.

Per chi ancora non l'avesse capito questo che avete tra le mani sarà una specie di diario segreto dei segreti che non ho – perché tanto andrete a spifferarli ai quattro venti, poco ma sicuro, e un po' me lo sarò meritato insomma, altrimenti non avrei scelto di scrivere un diario segreto di dominio pubblico, no? – e che voi potrete seguire come se foste me.

O qualcosa del genere. Chiaro il concetto?

Adesso basta con le chiacchiere. Iniziamo.

•••

Era una splendida giornata di sole, il cielo un limpido manto azzurrino e gli uccellini spensierati a cinguettare sul bordo del davanzale.

Riesco quasi a sentire la vostra grassa risata.

Riavvolgiamo il nastro. Chi è che ripeteva sempre «Che è meglio»? Cappuccetto rosso forse?

Vi avverto, il mio sarà un flusso di coscienza ad alto rischio di tossicità, quindi vi consiglio di assumerne piccole dosi per volta in modo da ammortizzare eventuali effetti indesiderati come: traumi del sonno, incontinenze verbali, scompensi emotivi e, ciliegina sulla torta, allucinazioni.

Abito a Milano insieme ai miei genitori e il mio nome è Sarah con l'"h" finale, ma forse l'ho già detto.

...

L'ho già detto?

Ho diciannove anni e me la passo alla grande. Più o meno.

La mia casa non è proprio quello che si definirebbe lusso sfrenato, ma basta a proteggere le nostre teste e a garantirci un minimo di privacy, quindi è una casa perfetta – a parte forse le imposte sgangherate delle finestre al piano di sopra e la porta del bagno che cigola. Mamma si ostina a credere che sarà la buona volontà di papà a sistemarla, ma ignora quanto suo marito sia diventato bravo a raccontare frottole nell'ultimo periodo, specialmente se mirano a zittire la sua bocca petulante. Quando mi metto a osservare i loro simpatici alterchi, mi sento come davanti a una nuova stagione di Casa Vianello con un cast completamente rinnovato.

Quindi dicevamo della porta del bagno che cigola. All'inizio mi dava i brividi ma poi ci ho fatto l'abitudine.

Cosa? Volete dirmi che non verreste mai alla mia festa di compleanno per uno stupido scricchiolio?

Peggio per voi.

Immagino che vi stiate domandando che aspetto abbia. In verità non mi guardo allo specchio da giorni perché ho provato le nuove barrette energetiche della****** – no alla pubblicità occulta, se volete conoscere la marca delle barrette mandatemi un messaggio privato – e credo di aver preso qualche chiletto.

Potresti iscriverti al prossimo torneo di sumo.

Ah, quasi dimenticavo. Quella che scriverò in corsivo sarà la voce della mia coscienza. Tradurrò alla lettera ogni suo dolcissimo e gentile pensiero. Giuro, sono fermamente convinta che mi sia toccata la più arcigna e farabutta. Non la smette di perseguitarmi con le sue raccomandazioni e i suoi «non fare questo, non fare quello», «resterai soffocata a destra, sarai violentata da malviventi a sinistra».

Ci sono momenti in cui vorrei strangolarla.

Torniamo a noi.

Dunque, sono bella. Grassetto e sottolineato.

No, tu sei una bella e inguaribile egocentrica senza un minimo di ritegno.

Ma non è affatto vero! La tua è solo invidia, mia cara coscienza. Mi piaccio, apprezzo i doni che Madre Natura ha voluto elargirmi e risparmio alla gente il supplizio delle mie lamentele – e, vi prego, dateci un taglio anche voi. Ovvio che possieda anch'io dei difetti – sarei sciocca ad ammettere il contrario – ma non ne faccio un dramma e so come trasformarli in virtù.

Adesso mi meriterei un applauso, avanti.

Lo vedi che sei egocentrica?!

Chiudi il becco.

Sono alta un metro e settantacinque ma, no, non ho mai partecipato a un concorso per essere eletta Miss Sorriso o Miss Ciglia Arcuate e Sedere a Palloncino dell'anno. Ho le curve al punto giusto, ovvero punto seno e punto fianchi, e profondi occhi nocciola come la più saporita delle creme alla gianduia.

Ed ecco che arriviamo a un altro – forse l'ultimo – tasto dolente: vado matta per il cioccolato. Lo so, lo so, non è mica una catastrofe e non sono mica l'unica a soffrire di questa sinistra possessione ma la situazione comincia a sfuggirmi di mano. Mi è successo persino di rubare cioccolatini a casa di sconosciuti! Cioè, non proprio sconosciuti perché si trattava di una rimpatriata degli ex compagni di liceo di papà a cui eravamo state invitate anche io e mamma, però resta il fatto che avrei dovuto lasciare quei cioccolatini lì dov'erano.

Questa è nuova anche per me! Aggiungo la voce "prime manifestazioni di cleptomania" alla lista.

Ti cancello, guarda. Non mi interessa nemmeno quello che hai da blaterare.

Il concetto, comunque, era che mi piace il cioccolato. Tutto il resto, solo un'inutile e patetica digressione – ho come l'impressione che ne seminerò parecchie in questo diario.

Frequento il primo anno di Università, facoltà di Lettere e Filosofia, e sono abbastanza soddisfatta. Studio, pranzo, studio, ceno, studio, dormo e via daccapo. Sì, non il massimo della variabilità, ma qualcuno una volta disse che nella vita bisogna essere pronti a fare sacrifici se si vuole ottenere qualcosa. E Sarah Germani desidera ottenere molto più di qualcosa. Io voglio conquistare il mondo intero, non mi accontenterò mica di una fetta soltanto.

Oddio, che periodi lunghi. Devo stare attenta o rischio di perdere il controllo.

Cos'altro volete sapere?

Non siate timidi, coraggio. Chiedete e vi sarà dato.

No, troppo esplicita come affermazione. Facciamo così: chiedete e vi sarà risposto.

Ecco che ne arriva una, ecco che ne arriva una.

Se sono fidanzata?

Ah, malandrini! Dunque, è una lunga faccenda e anche piuttosto... delicata.

Come sia possibile? Accidenti, mi sale un po' d'imbarazzo a parlarvene ma dopotutto non è questa la ragione principale per cui ho iniziato questo diario?

Promettete solo di non riferirlo ad anima viva.

Glielo domandi sul serio?

D'accordo, d'accordo. Non ha alcun senso.

Vi è mai capitato di prendere una cotta per la persona sbagliata e, soprattutto, più grande di voi – a meno che non abbiate sessant'anni e non sia un tantino improbabile?

A me sì e non è che sia finita granché bene.

Io toglierei pure il "granché".

Ha trent'anni, è il mio professore e questa è la storia di quando e come me ne sono perdutamente innamorata.

Non cercare mai di dire amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora