Capitolo 2

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"If you know me like I know you.
You should love me."

~Ed Sheeran - "Friends"~

~•~•~

In tutta la mia vita mai, e sottolineo mai, è successa una cosa del genere.
Di solito quando ti cade qualcosa, e passa qualcuno, quel qualcuno la raccoglie e te la restituisce. Nel mio caso quel qualcuno è un grandissimo stronzo, dai capelli rossi, che sta liberamente parlando con il mio ragazzo.
"Amore? Ueue frena gli ormoni amico, io ho gusti sessuali differenti rispetto ai tuoi."
Disse lo sconosciuto a Daniel, il quale era sicuro che dietro la cornetta ci fossi io a rispondere.
"Baylee? Non conosco nessuna ragazza con questo nome, ma se intendi questa davanti a me - mentre parlava con il mio ragazzo, lui, mi squadrava dalla testa ai piedi sorridendo maliziosamente - sarà un vero piacere aggiungerla alla mia lista."
Affermò con nonchalance il ragazzo, regalandomi un occhiolino.
Ora basta, aveva superato ogni limite.
Mi avvicinai allo sconosciuto, davanti a me, con l' intento di strappargli dalle sue luride mani il mio telefono. Notando però che la differenza di altezza era molta, mi misi in punta di piedi allungando il braccio per, provare almeno, a riprendermi ciò che mi apparteneva.
"Daniel, se mi senti non so chi sia questo grandissimo idiota. Io ti amo e non ti tradirei per nulla al mondo, lo sai."
Alzai la voce per farmi sentire visto che il ragazzo, davanti a me,mi spingeva leggermente indietro con il braccio per non farmi arrivare al cellulare.
"Senti David o come cazzo ti chiami, è stato un vero piacere sentirti e fare la tua conoscenza, ma ora ti lascio che ho da fare con la tua ragazza. Ciao ciao."
Chiuse la telefonata per poi porgermi il cellulare sorridendo beffardamente.
"Bella chiacchierata, molto simpatico il tuo ex."
Disse lui dandomi un buffetto sulla guancia arrossata per la rabbia.
Gli strappai, rudemente, il telefono dalle mani e lo rinfilai in borsa lasciandomi scappare un lungo sospiro esasperato.
"Uno è ancora il mio fidanzato e due, ma chi ti credi di essere?"
Chiesi senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi scuri.
"Sono quello che diventerà il tuo pensiero fisso sia di giorno che di notte, ma puoi chiamarmi Mathias."
Disse lui facendomi un baciamano. Ritirai subito la mano, con una faccia schifata, per poi pulirmela contro il tessuto dei miei jeans.
"Si si come no. Non è stato un piacere, ma ora devo proprio andare, ci-"
Dissi mentre iniziai a camminare per andarmene ma venni bloccata, dal suo braccio, al muro.
"Ah! Ah! Non te ne vai da qui fino a quando non ti sarai scusata a dovere con il sottoscritto per il tuo comportamento, bambolina!"
Affermò con una nota di sarcasmo puntando i suoi occhi nei miei, che mi misero parecchio in soggezione.
"Oh si, scusami. Hai pienamente ragione, alle volte tendo ad essere davvero molto scorbutica. Lascia che rimedi ai miei errori."
Sorrisi maliziosamente e gli accarezzai il viso, con una mano, per poi sporgermi verso di lui con l'intento di baciarlo. Lui, inizialmente, rimase interdetto dal mio cambiamento d'umore, ma nonostante tutto si avvicinò al mio viso. A pochi centimetri dal suo volto, alzai il ginocchio e lo colpì lì, proprio dove la luce del sole non arriva.
"Così ci pensi due volte la prossima volta a fare lo stronzo con me, e fidati, oggi sono stata molto buona, la prossima volta ti andrà molto peggio di così!"
Sorrisi fiera di me mentre mi incamminai trionfante verso la mia stanza, con in sottofondo le imprecazioni di Mathias.

Pov Lisa

"Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito, ci vediamo domani"
Disse Damian asciugandosi la fronte, con l'asciugamano che gli avevo passato precedentemente. Quando tutti i compagni della squadra sparirono nello spogliatoio, il capitano venne verso di me palleggiando con il pallone da basket.
Arrivato davanti a me, mi tirò sorridendo la palla che afferrai e misi sotto al braccio.
"Non ti pavoneggiare troppo capitano."
Lo presi in giro ridendo, lui in risposta mi scimmiottò divertito e mi fece cadere la palla da sotto il braccio.
"Principessina dovresti avere i riflessi più pronti."
Mi prese in giro lui facendomi arrossire leggermente.
"Principessina a chi cosetto?"
Mi avvicinai a lui fingendomi offesa.
Damian scoppiò subito a ridere e mi baciò la fronte.
"Non sai fingere bimba - disse lui chinandosi per raccogliere la palla che poi mi tirò nuovamente - vuoi provare a fare canestro?"
Mi morsi il labbro inferiore divertita e scossi la testa.
"Così avrai qualcosa in più di cui prendermi in giro? Sai che sono brava solo con le scartoffie."
Risposi passandogli nuovamente la palla.
Il ragazzo l'afferrò, con una sola mano e se la mise sotto al braccio, come feci io precedentemente, mentre l'altro braccio lo mise attorno ai miei fianchi per poi guidarmi verso il canestro.
"Ci sono io per questo Lisa."
Una volta arrivati davanti al canestro, mi fece voltare, velocemente, e mi si parò alle spalle spostandomi i capelli di lato.
Chiusi gli occhi per qualche secondo, mentre il mio corpo venne invaso dai brividi per la vicinanza dei nostri corpi. Si avvicinò al mio orecchio mentre, abbracciandomi da dietro, mi passò la palla tra le mani. Mi accarezzò quest'ultime fino ad arrivare, molto lentamente, ai gomiti che tirò su posizionandoli nel modo corretto, poco più sopra della testa.
"Ora proviamo bimba, ci sono io."
Mi sussurrò all'orecchio, sfiorandomene con le labbra il lobo, facendomi arrossire e al contempo mordere il labbro inferiore.
Sempre aiutata dalle sue mani, caricammo il tiro, portando la palla all'altezza del collo, per poi lanciarla rimanendo con il fiato sospeso.
Non appena la palla entrò nel canestro, alzai i pugni in aria ridendo per poi voltarmi verso di lui gettandogli le braccia al collo.
Damian mi afferrò, immediatamente, ridendo per la mia reazione e mi fece girare tenendomi ben stretta.
I nostri festeggiamenti vennero interrotti dall'arrivo di un Mathias, talmente arrabbiato da non accorgersi della situazione che aveva appena interrotto.
"Non ci posso credere che lo ha fatto sul serio. Ma chi si crede di essere quella stronza?"
Piombò davanti a noi lui tenendo una mano sui suoi gioielli di famiglia. Mi staccai da Damian imbarazzata e guardai confusa il migliore amico di quest'ultimo.
"Ok! Ok! Ora ti calmi e ci racconti cosa è successo."
Sussurrai portandomi due dita sulle labbra per coprire il sorriso divertito che stava nascendo.
"È successo che una ragazza, tanto bella quanto stronza, ha avuto la bella idea di giocare a calcio con le mie palle."
Sbottò innervosito il ragazzo appena arrivato facendo, però, scoppiare a ridere sia me che Damian.
"Non ci dire le cose a metà amico - quest'ultimo diede una spinta amichevole all'altro, ridendo - tu che hai combinato?"
Guardai i due ragazzi giocare tra di loro e scossi la testa divertita.
"Ok, forse ho parlato con il suo ragazzo e cose del genere, ma lei così facendo mi toglie la possibilità di avere figli."
Borbottò Mathias.
"Sei sempre così esagerato Mat... poi ha fatto bene secondo me, anzi se ti dovessi proprio dire...io avrei fatto di molto peggio."
Dissi ciò attirando l'attenzione di entrambi i ragazzi.
"Ma se hai paura pure della tua ombra bimba."
Mi prese in giro Damian, battendo poi il cinque con l'amico.
Mentre mi preparai a controbattere, venni interrotta dall'arrivo di Andrew.
"Principessa, ti stavo cercando ovunque."
Mi abbracciò subito il nuovo arrivato facendo sbuffare i miei due amici.
"Quando si dice giocare a nascondino a livelli agonistici. "
Lo prese in giro Damian facendomi immediatamente innervosire.
"Ciao anche a te Foster."
Rispose a tono Andrew tenendomi stretta a lui in modo possessivo.
"Quando capirai che Lisa non te la darà mai? Sfigato."
Minacciò il mio migliore amico facendo qualche passo in avanti, scatenando subito una reazione nel suo "rivale" che digrignò i denti.
"Ripeti quello che hai detto coglione."
Andrew mi spinse indietro e prese per la maglia Damian, che reagì subito sferrandogli un pugno, dritto dritto, in faccia che lo fece sanguinare dal naso.
Mi coprii la bocca con entrambe le mani ed avanzai di qualche passo verso di loro.
Venni fermata, quasi subito, da Mathias, che mi mise da parte per poi andare ad afferrare l'amico dalla maglia con una faccia decisamente scocciata.
"Amico! Fermo. Buono. Ora basta!"
Mathias si mise tra i due ragazzi. Spintonò Andrew, allontanandolo definitivamente per poi sistemarsi il ciuffo.
"Siete ridicoli. Damian vai subito nello spogliatoio, tra poco ti raggiungo."
Disse lui raggiungendo Andrew per accertarsi che non si fosse rotto nulla per poi rivolgere uno sguardo a me. Il mio di sguardo, invece, era rivolto a Damian.
"Sei uno stupido. Anzi siete due stupidi. Non ho davvero parole. Ma cosa vi dice il cervello?"
Alzai la voce, nel dire ciò, e scossi la testa delusa dal comportamento dei due.
"Ti vuoi stare zitta un secondo? Cazzo. Sei irritante."
Mi urlò contro quest'ultimo per poi andarsene, verso Valerie, dopo avermi dato una spallata.
Chi è Valerie? Beh semplice, Valerie è la capo cheerleader della squadra, nonchè puttana d'eccellenza.
Abbassai lo sguardo non appena le labbra, di Damian, premettero su quelle della sgualdrina allora scossi la testa delusa e mi avvicinai ad Andrew per vedere se stesse veramente bene.
"Meglio se ora me ne vado, devo andare al pub con una mia nuova amica - rivolsi subito lo sguardo verso Mathias e continuai - ti puoi assicurare che stia bene Mat?"
Quest'ultimo annuì, in risposta, e salutai entrambi i ragazzi con un bacio sulla guancia, per poi avviarmi verso casa.

Una volta arrivata nel mio appartamento, buttai la borsa sul divano ed andai a riempire la vasca da bagno.
Accesi qualche candela profumata nel mentre la vasca si riempiva. Una delle cose che più adoravo al mondo erano, appunto, queste candele che, oltre a lasciare un profumo molto gradevole all'ambiente, mi rilassavano tantissimo.
Quando la vasca si riempì, il giusto, mi spogliai per poi immergermi nel tepore avvolgente dell'acqua chiudendo gli occhi.
Ripensai allora a tutto ciò che era accaduto oggi con Damian, dai nostri abbracci, all'arrivo di Valerie.
Al solo ricordo della sua vicinanza oggi, ai campi da basket, il mio corpo venne invaso nuovamente da mille brividi. Alle volte vorrei proprio che lui mi vedesse con occhi diversi da una semplice amicizia, è da quando l'ho visto per la prima volta, all'asilo, che ho sentito come se ci fosse un qualcosa, che mi lega a lui. Quant'era bello con quella tuta, grigia, aderente che fasciava ogni muscolo del suo corpo.
Portai le gambe al petto quando mi tornarono in mente le sue labbra su quelle di Valerie.
Scossi la testa e mi tastai le guance che sentì bagnate da lacrime che non sapevo di stare versando. Guardai, poi, l'orologio e vidi che si erano già fatte le 19:30.
Cazzo, sono in ritardissimo!
Uscii dalla vasca prendendo un asciugamano, che avvolsi attorno al mio corpo, per poi correre nella mia stanza. Aprì l'armadio, che si trovava davanti ad un letto a doppia piazza con la coperta color verde pastello, e ne tirai fuori l'intimo, calze color carne, una gonna a vita alta bordeaux scuro ed un maglioncino a maniche lunghe color panna.
Mi vestì il più velocemente possibile per poi prendere il phon ed asciugare i miei lunghi capelli castani. Presi da sotto il letto un paio di stivaletti, neri, bassi e li indossai. Dopo essermi leggermente truccata, uscì di casa e mi incamminai velocemente verso i campi da basket, dove ad attendermi vi era già Baylee, seduta su una panchina intenta a messaggiare al telefono.
"Bay, eccomi! Perdonami per il ritardo, ma ho proprio perso la cognizione del tempo. Stai aspettando da molto?"
Le chiesi dandole un veloce abbraccio.
"Tranquilla, non ti preoccupare, sono arrivata da poco."
Disse Baylee ricambiando l'abbraccio dopo essersi alzata.
Rispetto a me, lei era vestita in modo più sportivo, aveva un maglioncino grigio con due righe bianche sulle braccia, uno skinny nero e ai piedi delle Adidas bianche, il tutto accompagnato da una coda alta ed un pò di mascara come unico trucco.
"Mi piace moltissimo il tuo maglioncino Bay. Favoloso!"
Le dissi prendendola sotto braccio per poi incamminarci verso il bar.

Dopo circa dieci minuti di pettegolezzi e barzellette davvero tristi, ci trovammo davanti agli occhi la scritta luminosa e lampeggiante del pub dove dovevamo andare.
Aprì la porta e lasciai entrare prima lei. Una volta dentro ci incamminammo tra la folla, che già aveva iniziato a ballare, alla ricerca di un tavolino libero, con scarsi risultati.
"Chi si rivede! Volete unirvi a noi bellezze?"
Ci chiese una voce misteriosa alle nostre spalle. Ci girammo entrambe di scatto verso la voce con due diverse reazioni, io sorrisi immediatamente mentre la mia nuova amica fece una faccia a dir poco schifata.

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