Capitolo 6

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Fare tardi al mio primo giorno di college? Fatto.
Beh, diciamo però che sia a me che a Lisa, é andata piuttosto di lusso. Essendo il mio primo giorno, ci siamo inventate una scusa alquanto plausibile.
In poche parole abbiamo raccontato, alla professoressa, che la ragazza mi aveva incrociata per il corridoio, centrale, della struttura e mi ha accompagnata alla segreteria per ritirare il mio orario, fatto non vero poiché quest'ultimo l'ho ritirato ieri, e dopo aver scoperto di aver la prima ora in comune mi ha accompagnata sino a qui.
La scusa, ovviamente, ha retto solamente perché la mia amica é considerata un'alunna promettente con ottime votazioni.

Vabbè, ora torniamo a noi.
La prima lezione di questa, noiosissima, giornata fu storia dell'arte.
Per carità, la Wizard era una professoressa che sapeva il fatto suo, ma io e la sua materia non abbiamo proprio nulla a che vedere.
Sospirai e continuai a prendere appunti sul mio quadernino, giallo limone, aspettando con ansia la fine di questa tortura.

Dopo 3, estenuanti, ore di materia alquanto pesanti, tra le quali fisica e matematica, arrivò finalmente la pausa pranzo.
Mi alzai dalla sedia e misi dentro lo zaino tutte le mie cose, presenti sul banco, per poi uscire dalla classe raggiungendo Lisa che aveva avuto l ultima ora diversa dalla mia.
La trovai intenta a sbloccare il suo armadietto per poi riporvici dentro i libri.
Una volta raggiunta, la salutai con un bacio sulla guancia e riposi, anche io, i libri nell'armadietto accanto al suo.
"Come è andata la giornata?"
Mi chiese, lei, tutta sorridente per poi poggiarsi contro il mio armadietto.
"Una palla totale. Odio le materie scientifiche."
Sbuffai facendola ridere.
"Pensa che io ho avuto grammatica italiana che è considerata una tra le più complesse."

"In fin dei conti è la più completa ed esaustiva."
Accordai con lei per poi vederla incamminarsi, con me al seguito, verso la mensa dove avevamo appuntamento con gli altri due ragazzi.

Davanti ai miei occhi trovai una stanza immensa e piena di tavoli, sistemati ordinatamente, proprio come nei film, mentre sul lato destro di essa potei notare circa dieci banconi, con dietro una cuoca per ognuno di essi, pieni zeppi di ricche pietanze fumanti.
Mi sentì afferrare per una braccio, dalla mia amica, e tirare verso il tavolo centrale della mensa.
Una volta arrivate dinanzi a quest'ultimo, mi sedetti davanti a Damian.
"Ehi belle! Come vi è andata?"
Ci chiese lui continuando ad addentare il suo panino con la cotoletta.
"Oggi abbiamo la partita amichevole di pallavolo contro di voi. Pronte a perdere bamboline?"
Domandò arrogantemente l'altro facendo alzare gli occhi al cielo alla mia amica, che in risposta gli fece il verso divertita.

Mi legai i capelli in una crocchia disordinata portandomi la borsa sulle gambe alla ricerca dei miei occhiali neri, con la montatura tonda, da riposo.
Una volta afferrata la custodia, li tirai fuori e ne pulii le lenti con la salvietta blu che vi era dentro.
Li indossai e voltai lo sguardo verso la ragazza al mio fianco.
"Andiamo a prendere da mangiare?"
Lei annuì in risposta e si alzò, sistemandosi gli skinny sui fianchi.
La seguii sbadigliando per poi metterci in fila.
"Sono completamente negata nella pallavolo. Posso saltare in qualche modo la partita?"
Mi lamentai guardando la fila procedere velocemente.
"Magari esistesse."
Sbuffò lei.

Mentre continuammo a lamentarci, arrivò finalmente il nostro turno.
Lei ordinò una semplicissima insalata di pollo, accompagnata da una porzione di patatine fritte mentre io presi quattro fette di polpettone e una porzione di patatine fritte, proprio come lei.
Presi, dal frigo, due bottigliette di acqua per entrambe e tornammo al nostro tavolo dove ora vi si erano aggiunti altri, presumibilmente, giocatori di basket.

Ci sedemmo ed afferrai una patatina che morsi subito.
"Sei sexy con gli occhiali e la patatina in bocca. Mi volevi provocare bambola?"
Mi chiese il rosso sporgendosi verso di me, sul tavolo, facendo ululare gli altri ragazzi.
"E tu con quella faccia da imbecille che ti ritrovi, pensi pure di rimorchiare?"
Alzai un sopracciglio divertita facendo alzare dagli altri vari urlettini, poco mascolini aggiungerei.
"Colpito ed affondato frate. Io non avrei saputo descriverlo meglio. Qua il pugno Bay."
Affermò, divertito, Damian battendomi subito il pugno per poi dare una pacca, sulla spalla, al migliore amico, il quale aveva la mascella serrata ed uno sguardi pieno di rancore rivolto a me.

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