Run Away

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Era sempre stata una ragazza meravigliosa.

Il suo corpo magro ed esile, ed i suoi lunghi capelli da pazza, sempre incasinati, riccissimi, di un castano scuro ramato.

Ho sempre amato i suoi capelli. Mi ricordavano la libertà.

Riham mi ricorda gli uccelli. È uno spirito libero.

A volte, quando siamo io e lei, allarga le braccia, come se volesse volare via.

Le dico che ha ragione, che anche io vorrei prendere tutto e andare via, lasciare questo paese e correre da qualche altra parte. Io e lei soltanto, contro il mondo intero.

Ora è di fianco a me. Le sue forme sinuose coperte dal lenzuolo ingiallito. Il viso rivolto contro di me. I capelli sparpagliati ovunque. Gli occhi serrati, le labbra carnose socchiuse.

Sta dormendo. Io invece sono accanto a lei, con una sigaretta in bocca, a pensare alle sue parole della sera prima.

"Fuggiamo" mi aveva proposto. "Via da tutto e da tutti. Andiamo in giro per il mondo."

Il suo sogno è sempre stato visitare posti nuovi, sola qui non ci vuole stare.

È come un uccello migratore, ha bisogno di spostarsi costantemente da nord a sud.

"Lo faremo" le promisi. "Troverò il modo".

Faccio un tiro, poi il fumo si sparpaglia nel camper dove stiamo dormendo. Ogni tanto cerco di organizzare una serata come quelle precedenti. Io, lei, il mio camper. Qualcosa da bere e da fumare.

La sento agitarsi accanto a me.

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