Day Four Agerola- Amalfi

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Dopo aver finalmente riposato per poco durante la notte, accolto dal duro pavimento e due asciugamani mi sentii rinato. Quella mattina "scroccammo" la colazione; dei fantastici biscotti tutti i gusti, una mega delizia per il nostro rozzo palato, e dopo esserci imbottiti di caffè abbiamo preso la strada per Amalfi.  Un’ altra miriade di scalini pronta ad attenderci; sghignazzava sotto il fresco sole del bel paese.
Amalfi, grande città marinara, conquistatrice ed abile accogliente sicurezza, fortezza protettrice delle sacre reliquie di sant’ Andrea apostolo, la cui storia, al limite del possibile, sfida leggende e miti sonanti.
“per gli amalfitani il giorno del giudizio sarà un giorno come tutti gli altri”
Era questa la frase con cui la grande e maestosa repubblica ti accoglieva dal suo porticato che sfociava in una piazza dedicata a sant’ Andrea apostolo, una delle chiese architettonicamente più belle e cariche che abbia mai potuto visitare in ambito scoutistico, avrebbe quasi potuto far invidia alla basilica di san. Pietro.
In facciata un momento biblico che mi ha fatto riflettere attentamente sulla psiche ed il mondo emotivo che si sperimenta in situazioni di pericolo ed angoscia; le stesse emozioni che provarono i 12 apostoli con un Gesù dormiente su di una barca nella tempesta. Bisogna avere fede e non preoccuparsi di angosciosi e tormentosi avvenimenti che ti appesantiranno nel momento in cui dovrai  venirne a capo con le tue sole forze.
Uno forse dei regali che ci ha fatto Amalfi è stata la valle delle ferriere, posto tra i monti vi scorre un fiume che alimentava fabbriche, ormai diroccate, metallurgiche di quella forte e chiara ripresa economica del dopoguerra. Seguimmo il fiume a piccoli passi, gustando i limoni che trovavamo durante il sentiero, freschi, saporiti, succosi e incuranti della loro intrinseca irresistibilità e rarità dei sensi nel verde della valle.
Arrivammo in un punto da cui il fiume, trovando l’assenza della propria guida pietrosa, del proprio letto di giacenza, ammaliato dall’ affabile radura alpina che veniva su dal terreno portando vita nuova, si lasciava cadere per poi riprendersi in tutta tranquillità. Lì mangiammo, pregammo e restammo in ascolto del luogo.
Prendere posto con la cascata, arrendersi alle meraviglie del creato cercando di congiungermi con esse, chiudendo gli occhi.
Il mio corpo non era più lì, mi trovavo ovunque il vento mi portasse, tra fronde e rocce in ascolto me ne stavo sul far del ribollir della cascata, scandivo il tempo che ormai sembrava superfluo. Il mio primo approccio allo stone balancing lo ebbi qui, quando provai a mettere su una scultura di sassi, sembra una cosa da poco, ma è una vera e propria arte, come la corsa, ti rilassa, ti apre la mente, lascia che i pensieri scivolino via andandosi a fondere con il presente. Avrei potuto continuare in eterno, non curandomi di altro, avendo ormai raggiunto la pace, la bellezza interiore.
Tornando alla base dell’Amalfi 1 (gruppo scout che ci ha ospitato quella notte) passammo per pontone dove trovammo una statua di un cobra con su scritto “this place is called san. Marcello” che dire, veramente bizzarro non trovate ? scale scale scale Amalfi! Cena e a nanna.
Durante la notte mi sciolsi ed in tutta libertà iniziai un interminabile discorso che si crinava ed evolveva come un’ onda, uno stormo di rondini che vorticose si librano nel cielo fondendosi con la vita in danze di encomiabile superlatività.
Mi sento libero.
Come se la mia parola fosse giusta, come se con la mia parola stessi donando un po’ di me.
Alle 3 ora italiana game 5 cavs vs warriors. Daje KD. We believe.

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