Capitolo 4

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La sveglia suonò. La spensi e mi alzai senza voglia dal letto andando in bagno.
Mi legai i capelli in uno chignon scompigliato e mi lavai il viso.
Ritornai in camera e scelsi l'outfit che avrei indossato oggi.

Misi una maglia maniche lunghe bordeaux e dei jeans scuri con le Adidas nere.
Uscii dalla camera ed andai in cucina a fare colazione.

"Buongiorno tesoro" disse mio padre appena mi vide.
Ricambiai il saluto abbracciandolo.

"Buongiorno anche a te peste" presi in braccio Sophie e subito dopo lei mi diede un bacio sulla guancia.

Manca un buongiorno da parte di mia madre, non che mi importi del suo buongiorno...

"Mamma dov'è?" Dissi sedendomi a tavola.
"È andata al colloquio per un lavoro da parrucchiera, speriamo vada bene."mi rispose mio padre.

"E perchè io non ne sapevo nulla?"lo guardai sorpresa.

"L'ha detto ieri sera a tavola, quando te ne sei andata in camera" mi rispose sorseggiando un po'di té facendo rumore con la bocca, come suo solito.

"Ah,capito" dissi.

Finita la colazione andai in bagno a sistemare i capelli, li lasciai sciolti come al solito.
Mi truccai, misi un po'di eyeliner ed un filo di mascara e dopodiché corsi in camera a scrivere sul mio diario.

Caro diario,
Oggi spero di passare una bellissima giornata con Samuele.
So che ci conosciamo da un giorno, ma sembra un ottimo ragazzo, anzi, sarà un' ottimo ragazzo. Intendo in generale.
Mamma non c'è, è andata ad un colloquio di lavoro, devo ammetterlo, sono felice per lei.
Ora ti lascio che devo andare a scuola.
Baci,
Emily.

Chiusi il diario, presi lo zaino e uscii di casa chiudendo la porta e saltando in macchina siccome papà e Sophie mi stavano aspettando.

***

"Ciao Sophie, ciao papà" diedi un bacio a tutti e due e chiusi la portiera della macchina per poi attraversare la strada e andare da Samuele che mi stava aspettando in classe.

Entrata a scuola iniziai a camminare veloce per non fare aspettare Samuele.
Ero vicino alla classe e per sbaglio andai a scontrarmi contro due ragazze della mia classe e feci cadere il cellulare ad una di queste. Cominciò ad urlare.

"Scusami, non volevo, davvero...-" le raccolsi il cellulare e glielo porsi, non si era rotto per fortuna.
"Guarda dove vai!" Mi disse.
"Scusami, non l'ho fatto apposta..." ripetei ancora.

"Tu sei quella nuova francesina?!" Disse alzando il tono della voce.
"Samantha, se non lo hai notato ieri, lei è nella nostra classe" disse la ragazza vicino a Samantha guardandomi disgustata.

"Nella nostra classe? Questa? Non me n'ero accorta" disse per poi essere interrotta dall'altra ragazza.
"Dai Samantha, non perdiamo tempo con questa qui" disse per poi andarsene via.
"Spero di non rivederti più.
Ah no, sei in classe con me.." mi disse per poi andarsene.

Rimasi a guardarle mentre andarono via, certo che sono proprio strane...mi sono per sbaglio scontrata addosso a loro, nulla di più.
"Emily?" Sentii dire dietro di me, mi voltai.
"Samuele! ehi, scusami, ma ho avuto un...contrattempo..." dissi con tono stranito.

"Che cos'è successo?" Mi guardò preoccupato.
"Bhe...sono per sbaglio andata addosso a 'Samantha' e ad una sua amica e le è caduto il cellulare, gliel'ho raccolto e lei si è infuriata e ha cominciato a gridare per poi andarsene" spiegai mentre entrammo in classe.

"Samantha e la sua cara amica Francesca, sono insopportabili, e sono le 'dive' della scuola, capisci che intendo?" Mi disse sedendosi al suo posto.

"Oh..ora capisco tutto"
"Comunque non pensarci" mi disse e mi fece segno di sedermi.

Entrò il professore di inglese e fece l'appello.

***

"Ti va di andare a fare un giro con me?" disse Samuele mentre uscivamo da scuola.

"Ora? non saprei. Dovrei chiedere il permesso ai miei gen...-" non mi fece finire di parlare e mi prese per il braccio trascinandomi per chissà dove.

"okay mi hai convinta" gli dissi ridendo.
"ci speravo, il posto ti piacerà" sorrise.
Mi portò in un parco molto ampio con un piccolo stagnetto, un bar, un campo da calcio e un parco giochi. Corsi fino ad arrivare vicino ad un albero e mi sdraiai sull'erba chiudendo gli occhi.

Sentii Samuele sdraiarsi vicino a me così sorrisi e girai la testa verso di lui e lui fece lo stesso subito dopo.

"Perché mi fissi? Ehi, lo so che sono bello" disse Samuele sorridendo.
"Smettila" risi per poi guardare il cielo.
"È molto bello qui" continuai.
"Ci vengo sempre per rilassarmi, per cacciare via i pensieri negativi. funziona, ti sdrai sul prato immerso tra le margherite e fissi il cielo" mi spiegò.
"Guarda quella nuvola" indicò.
"Si?" Dissi non capendo.
"Ha la forma di un coccodrillo" rise, lo copiai.
"Coccodrillo? Io vedi solo delle normalissime nuvole" dissi ridendo.
"Perché non stai usando l'immaginazione" si girò a guardarmi

L'atmosfera su interruppe quando sentii il cellulare squillare.
Tirai fuori il telefono dalla tasca dello zaino e vidi che mio padre mi stava chiamando, sicuramente per sapere dov'ero finita.

"Pronto? Papà?"
"Emily, dove sei?"
"Sono al parco con un mio compagno di classe"
"Potevi avvisarmi, mi sono preoccupato"
"Scusami papà, mi sono dimenticata... tornerò a casa fra poco"
"Va bene, mi fa piacere che tu abbia conosciuto già qualcuno"
"Anche a me fa piacere"
"Ti aspetto a casa, a dopo"
"Ciao papà"

Chiusi la chiamata e mi alzai.
"Cosa fai?" Mi disse Samuele alzandosi pure lui.
"Devo andare a casa, mio padre si era preoccupato" misi lo zaino in spalle finendo di parlare.
"Ti accompagno, okay?" Mi disse.

"Amm..certo, mi fa piacere" risposi sorridendo.
"Anche perché non sai neanche la strada, o almeno credo" rise.
"Okay okay hai vinto" dissi ridendo.

***
Percorrendo la strada di casa con Samuele mi arrivò un messaggio, e contemporaneamente anche a lui.
Guardai chi potesse essere.

*Sei stato aggiunto a 'gruppo scuola' *

"Ragazzi stasera farò una festa a casa mia per iniziare questo nuovo anno scolastico nel miglior modo. Stasera alle 8:00, non potete mancare!"

"Ehi, una festa nel bel mezzo della settimana, ci sta anche se il giorno dopo c'è scuola" disse Samuele.
"Mi piacerebbe andarci" risposi.
"E dove sta il problema? Vieni dai"
"Certo, prima devo chiedere il permesso"
"Secondo me ti lasciano, dovresti fare amicizia, no? Perché non andare ad una festa!" Rispose.
"Hai ragione, comunque ti faccio sapere" continuai.
"Si, spero che tu possa venire".

***
"Grazie per avermi accompagnata" dissi fermandomi davanti alla porta di casa.
"Figurati, e poi è vicino a casa mia" rispose.
"Davvero?"
"Si, è proprio dietro casa tua la mia" mi indicò la casa.
Ottimo direi.

"Wow, ho un 'quasi vicino' che viene a scuola con me e che, giarda un po', è pure il mio vicino di banco, fortunata!" gli dissi.
"Eh sì, questa è fortuna, comunque ora vado, ci sentiamo dopo" disse guardandomi negli occhi senza mai distaccarli.

"Ah, ti passo a prendere io" mi disse per ultimo.
"Ma, non so se posso" dissi confusa.
"Scommetto che puoi, a dopo" disse convinto.

Sorrisi e aprii la porta di casa.

Dear Diary (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora