Capitolo 2

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"A howl is as infectious to a wolf
as a yawn is to a human."
― Kevin Ansbro

Dall'arrivo del piccolo al villaggio era passato qualche giorno e voci sulla sua presenza erano girate in fretta anche tra gli altri clan. Tuttavia, tutti i messaggeri inviati ai branchi vicini erano tornati con risposte negative: nessuno sapeva chi fosse il neonato e nessuno aveva avvertito movimenti sospetti nel proprio territorio. Sembrava che il cucciolo si fosse magicamente materializzato nella radura.

Blake si era così ritrovato ad essere l'unico responsabile della piccola creaturina che al momento dormiva beata nel suo letto.

C'erano state molte discussioni sul dove dovesse effettivamente stare il bambino: Enda, pur essendo un dottore, non era certo una balia e aveva chiarito fin dall'inizio che non se ne sarebbe occupato. Blake sapeva che diventava particolarmente insofferente quando si trattava di neonati, finché c'era da visitarli e giocarci gli andava bene, ma il prendersene cura a lungo termine proprio non faceva per lui. E non è che potesse costringerlo.

In verità, tecnicamente poteva, ma sapeva che non sarebbe andata a finire per niente bene, quindi – con la convinzione che una soluzione sarebbe stata trovata nel giro di poche ore – si era portato il mostriciattolo a casa. E lì era rimasto. Per otto giorni.

I bambini in otto giorni potevano produrre enormi quantità di cacca. Blake lo aveva scoperto a sue spese il primo giorno quando, durante la notte, era stato svegliato da un tanfo terribile, puzza che aveva scoperto provenire dal quel cosino minuscolo che divideva il letto con lui.

Aveva dovuto mettervi mano, letteralmente, e non gli era piaciuto.

Il neonato – che non aveva ancora un nome – lo aveva guardato per tutto tempo con i suoi occhioni dorati e Blake era certo di aver colto una certa soddisfazione nella sua espressione beata quando il pannolino gli era disastrosamente scivolato di mano ed era atterrato sul suo piede.

Ovviamente aveva provato a rifilarlo a qualcun altro ma, come gli aveva fatto notare Enda con malcelata soddisfazione, il bambino aveva iniziato a legarsi al suo odore e di conseguenza faceva i capricci se gli stava lontano per troppo tempo. Farlo affezionare a qualcun altro per poi doverlo allontanare era una soluzione crudele.

La sistemazione del cucciolo si era così rivelata un problema maggiore di quanto credesse, soprattutto considerando che qualcuno doveva cambiare il pannolino al neonato e quel qualcuno non intendeva più essere lui. Era pur sempre l'alfa, non spettava a lui svolgere simili mansioni.

Meg, la vecchia balia che lo aveva cresciuto e a cui affidava il bimbo durante il giorno, lo aveva addirittura sgridato sotto gli enormi occhioni dorati del cucciolo che seguiva ogni sua mossa stretto tra le braccia della donna. Ad onor di cronaca, Meg non si era mai fatta molti scrupoli ad informarlo di quello che pensava di lui, ma quanto meno di solito cercava almeno di fingere di considerarlo un uomo adulto.

Invece sembrava che la presenza del bambino avesse sciolto la lingua a un bel po' di persone e lui si era ritrovato a subire una ramanzina dalla vecchia sul suo stato sentimentale.

«Se ti fossi trovato una compagna ora non dovresti andartene in giro alla ricerca di qualcuno a cui affidare questo batuffolo. Quanto ti deciderai a mettere la testa apposto, ragazzo? Credi di potercela fare a sfornare qualche marmocchio prima che finisca tre metri sottoterra? O devo chiedere a Enda che controlli lo stato delle tue parti basse? Guarda che non vivrò certo in eterno.»

«Piantala, Meg» le aveva detto prima di defilarsi verso il bosco. «Tu vivrai più di me e di tutti gli abitanti di questo villaggio messi insieme.»

Broken Wolf [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora