Mi svegliai la mattina dopo e lei non c'era più.
Sul suo cuscino c'era un bigliettino, con su scritto:
Grazie per ieri, ci vediamo in giro.
-MNon capivo, perché se ne andava così? Aveva bisogno di aiuto e non volevo lasciarla sola, anche se lei sembrava proprio voler essere lasciata in pace.
I giorni seguenti a scuola non trovai mai l'occasione di parlarle. Anche al corso di letteratura: appena finiva scappava e non avevo modo di rivolgerle la parola.
Sembrava quasi.. che mi evitasse.
Questa lontananza mi provocò una strana sensazione.
Provavo qualcosa per lei?
Non sapevo cosa fosse l'amore, ero inesperta in questo campo. E probabilmente, l'idea che mi potesse piacere una ragazza mi spaventò molto, e cercavo in tutti i modi di scacciare il pensiero ogni volta che mi saltava in mente.
Che ci fosse qualcosa tra me e lei era inevitabile.
Tensione sessuale. Sicuramente.
Forse non me ne ero mai resa conta prima di allora, ma quando ero con lei, tutto intorno a noi si fermava. C'eravamo solo io e lei.Il suo tono profondo, la voce leggermente roca e incredibilmente seducente, il modo in cui si atteggiava, il suo sguardo accattivante che mi faceva rabbrividire quando incrociava i miei occhi: tutto questo mi trasmetteva un energia non indifferente.
Per l'ennesima volta, bloccai la mia mente e respinsi i miei pensieri. Non ci volevo più pensare.
Forse mi sbagliavo. Forse era una mia semplice amica. Forse.