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Lei ricambiò subito l'abbraccio. Continuò a singhiozzare sulla mia spalla, mentre io le accarezzavo i capelli.

Si staccò e si asciugò le lacrime.

"Tre anni fa, andai a prendere mio fratellino a scuola, in macchina. Non vidi un cazzo di STOP e un camion ci venne addosso." si fermò un secondo.

Io le strinsi la mano e lei continuò.

"Solo io ce la feci. Lui morì. È morto per colpa mia."

Parlare per lei diventava sempre più difficile.

"Dopo l'incidente iniziai a bere, drogarmi. Quella fu l'unica cosa che non mi facesse pensare a mio fratello.
Riuscii a smettere dopo un anno. Mi feci aiutare, da uno psicologo, iniziai a studiare e venni qui, per portare la mia testa altrove. L'altro giorno, però, quella pasticca mi tentò tantissimo.."

"Madison, ehi, guardami." presi la sua testa tra le mani e lei spostò lo sguardo sul mio.

"Io sono qui, ok? Sono qui e sono disposta ad aiutarti. Sembra una frase fatta ma ti assicuro che è la verità. Supereremo questa cosa insieme."

Lei mi sorrise con gli occhi, ancora lacrimanti e gonfi.

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