7. Taking care

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Salvatore's p.o.v.

Erano le tre di notte e, mentre Giuseppe era fuori a fare una delle sue solite passeggiate notturne, io stavo facendo un breve spuntino ritoccando alcuni scatti che avevo fatto giorni prima.

Amava fare lunghe passeggiate di notte d'estate.
Molto spesso le notti erano più fresche a differenza del pomeriggio caldo e afoso.

Di solito il pomeriggio preferiva fare una doccia rinfrescante.

Al solo pensiero di lui a petto nudo e capelli bagnati, mi morsi forte il labbro gemendo dal dolore che mi ero provocato.

Ad un certo punto arrivò un messaggio da parte di Stefano.

Stefanolepri: Ehi

Io: Ehi ciao

Stefanolepri: Come mai sei sveglio a quest'ora?

Io: Mangio
E tu?

Stefanolepri: Nulla.. Ascolta, incontriamoci al parco adesso.
Ti devo parlare.

Io: Ahh, arrivo

Spensi lo schermo e senza fare rumore andai a cambiarmi.

Mentre mi avvicinavo per staccare il cellulare dalla carica, sbattei il mignolo del piede contro il comodino e per poi imprecare per il dolore atroce.
Fortunatamente, Giuseppe non si accorse di me, così presi le chiavi e mi recai verso il parco.

Dopo qualche metro arrivai al luogo e cercai Stefano.

Lo trovai seduto su una panchina.

Andai verso di lui e mi sedetti anch'io.

《Ehi, cosa dovevi dirmi?》

Iniziammo a parlare del più e del meno.
Fu una conversazione molto piacevole dove lui mi parlò dei suoi problemi e delle sue paure riguardo Sascha.

《Porca troia sono le cinque. Devo andare.》Sussultai osservando i numeri sul mio orologio.

《Chiamami pure per qualsiasi problema》Disse il ragazzo con tanto di occhiolino.

Corsi verso casa sperando che Giuseppe non si fosse ancora svegliato, ma la sfiga a quanto pare mi aveva preso a simpatia.

Aprii la porta e trovai Giuseppe in piedi e braccia conserte che mi fissava incazzato.

《Accomodati pure》Disse indicando il divano.

Mi andai a sedere un pò intimorito dalla sua espressione da donna mestruata che stava per esporre tutti i suoi complessi.

《Si può sapere dove sei stato?》Quasi urlò.

《Da una parte..》Risposi vago, sapendo che non gli sarebbe bastato come risposta.

《Salvatore Cinquegrana non mentire. Dove cazzo sei stato?》Domandò alzando sempre di più il tono di voce.

《Al parco..》Risposi osservando le scarpe che avevo ai piedi pur di evitare lo sguardo del più grande piazzato davanti a me.

Il suo sguardo da incazzato si calmò, ma ancora per poco.

Infatti, pochi secondi dopo, fece una scenata di gelosia degna di un premio Nobel.

《Mi passi il tuo telefono?》Domandò porgendomi la sua mano.

《Il mio?》

《Sì il tuo》Rispose freddo come un ghiacciolo.
Ammetto che amavo far girare le palle alla gente stile centrifuga.

Tutto per uno Snap; Salvefano-SascheppeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora