CAPITOLO 10

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"Amore" - disse Andrea dall'altro capo del telefono - "Stasera ci sei vero?"
"Certo, come potrei perdermi la partita?"
"Allora ti aspetto, poi ci facciamo un giro io e te, ok?"
"Va bene, a dopo" - dissi.
Quella domenica pomeriggio uscii a fare shopping insieme a Erica, voleva a tutti i costi che comprassi qualcosa di sexy per il fratello.
"Erica devo andare a San Siro, non a una sfilata di moda"
"Ma ora tu fai parte delle wags, sei costretta ad essere perfetta"
"Ma per favore, nessuno sa della nostra relazione"
"Sicura?" - disse prendendo il cellulare e mostrandomi una foto e un lungo articolo presenti su un sito di gossip che ritraeva me e Andrea in giro per Milano, mano nella mano il giorno prima, in cui si diceva come io avessi facilmente dimenticato il bomber El Shaarawy, che intanto si godeva la bella vita nei migliori locali di Milano con Ester, e di come andasse di moda tra i calciatori non fidanzarsi più con gente nota.
"Pensavo non ci avesse riconosciuto nessuno" - dissi dispiaciuta.
"Non sai mai che aspettarti dai paparazzi, quindi, bella mia, ora sei famosa"
Facemmo un giro per il centro, entrando da Alcott e Bershka, i miei negozi preferiti, ma lei insistette per puntare più in alto. Erica riuscì a farmi prendere dei vestiti troppo 'pomposi' per il mio genere, troppo appariscenti, ma lei sosteneva fossero normali sugli spalti.
"Ma tanto sopra avrò il mio bel parka"
"Stai scherzando, vero? Niente giubbotto"
"Ma sei pazza? Si congela!" - borbottai.
"Loro non hanno freddo, lo sopportano"
"Io no, quindi metterò il mio parka verde, la sciarpa e il mio cappellino. Io sono diversa da loro, a tuo fratello vado bene, perché cambiare?"
"Scusami...scusa, hai ragione, che sciocca...il fatto è che sono così felice"
"Tranquilla." - le dissi - "Andiamo a casa, dai"

***
"Amore mio, ti piace questo completino?" - disse Ester mostrandomi un reggiseno e un perizoma appena comprati.
"Sì...molto...belli" - dissi. In realtà non me ne fregava un cazzo.
"Stasera potrei provarli, potresti giocarci..." - disse provocandomi.
Che nervoso, Dio santo, la odiavo. Mi faceva schifo.
"Ester, mi sta chiamando Mario, vado fuori un attimo" - dissi benedicendo il mio amico e uscendo sul balcone per parlare in santa pace.
"Ste, pronto per stasera?" - mi disse.
"Sì, sono titolare"
"Lo so, ho letto su internet. Segna, eh! Devi umiliare Vidal, lo sai che mi sta sul culo"
"Farò del mio meglio!"
"Con lei...?"
"La vedo raramente, lei è felice quando è con lui. A volte viene a Milanello ad assistere agli allenamenti e capita che io incontri il suo sguardo. Io vedo in lei un'immensa voglia di baciarmi, ma ci passiamo di fianco senza nemmeno salutarci. Mi capita una cosa strana: non me ne frega niente ma tutto mi ferisce a morte."
"Io intendevo come andava con Ester..."
Che figura di merda.
"Però se quando dico 'lei', Giorgia è la prima persona che ti viene in mente, tu hai seri problemi Ste. Ti piace più di quanto immagini"
"No"
"Sì, invece. Mi hai detto che ogni volta che la vedi pensi che abbia voglia di baciarti, quando in realtà è il contrario. Lei sta con lui, fattene una ragione."
"Sarà che sono attratto da lei perché va male tutto..."
"Va bene, farò finta di crederti. E quindi? Ester?"
"La merda più totale"

***
Tornammo a casa e insieme ci preparammo per quella serata. Grazie a Dio la mia migliore amica mi avrebbe tenuto compagnia allo stadio, non mi avrebbe lasciata sola in un momento così difficile. Era la prima volta che andavo a San Siro non con quella grande voglia che mi caratterizzava prima di questa situazione. Sapevo che avrei avuto gli occhi puntati addosso, che ci sarebbe stata Ester (e non capivo questo a me cosa avrebbe dovuto importare) e avrei dovuto sostenere le domande curiose delle altre wags.
"Se mi fanno domande io non rispondo"
"Ma che cretina! Stai sul vago, che te frega"
"E se Andrea non avesse detto niente a nessuno?"
"Un motivo in più per scoprirlo! Dai, su, che manca poco, prepariamoci"
Poco dopo eravamo pronte, io mi sentivo un po' a disagio in quegli abiti, il trucco nero sugli occhi mi dava abbastanza fastidio ma Erica diceva che era inevitabile. Presi la mia borsetta (da quando allo stadio andavo con la borsetta?!) e mi incamminai verso la porta su quei vertiginosi tacchi.
"Non staremo in piedi tutta la partita, vero?"
"Esattamente. Certo che lo faremo, vuoi sederti in tribuna? Nossignore!"
"Oh, mio Dio. Le due ore peggiori della mia vita"
"Ma come?! Vedrai il tuo Milan...!"
"Lo so, ma non è questa la modalità con cui desidero vederlo"
Scendemmo in garage e prendemmo la mia macchina. Mi misi alla guida e sfrecciammo alla volta dello stadio. Arrivate mostrammo i biglietti alle guardie ed entrammo nei sotterranei. Stava iniziando la mia fine. Vidi una marea di giornalisti, chi di Sky, chi di Mediaset e mi presero delle palpitazioni, le mani iniziarono a tremare.
"Se dovessero fermarti, concedi l'intervista, ok? Non fare la snob"
Scendemmo dalla macchina e a passo deciso mi diressi verso l'ingresso. Mi sentii chiamare da un uomo, cazzo.
"Abbiamo con noi la giovane ragazza di Poli, ora le chiederemo se vuole parlare con noi" - sentii dire da quello.
Quello si fece vicino a me e mi forzai a sorridere il più naturale possibile.
"Oh, buonasera a tutti" - dissi nel microfono che quello mi avvicinò.
"Dallo studio ci chiedono come ci si sente ad essere catapultata in questo ambiente"
"Mah, io conosco Andrea da quando sono nata, non ho avuto problemi ad iniziare una relazione con lui perché l'ho sempre visto come un amico, in questo mondo.. beh, stasera sarà la prima apparizione ufficiale" - dissi ridendo.
"Beh, da come possiamo notare sei davvero una bella ragazza, stai tranquilla che non sfigurerai con le altre" - disse lui.
Sorrisi, salutai e me ne andai insieme a Erica. Un ostacolo era stato superato. Quante altre prove e sorprese mi avrebbe riservato quella serata?

***
Il pullman era appena arrivato a San Siro e scesi per fiondarmi nello spogliatoio. Sarei stato titolare in una importantissima partita, dovevo essere concentrato al massimo e volevo trovare anche il gol. Mario mi aveva aperto gli occhi su molte cose e mi sentivo talmente confuso...
"Ste, in bocca al lupo" - mi disse Andrea porgendomi la mano per ricambiare la stretta mentre eravamo nel tunnel. Lui non era titolare.
"Crepi" - sorrisi.
Perché lo odiavo? Perché poteva godere di quello che io non potevo avere? Ok, ma la mia inimicizia era nata molto prima, perché? In verità non c'era nessun motivo. Avrei preferito fossimo amici in certe circostanze. Eppure quando condividevamo il campo tutte le codardie sparivano. Quello era il bello del nostro gioco.
Alle 20.45 si accesero i riflettori. Tutto era pronto e l'arbitrò fischiò, sancendo l'inizio di quell'incontro. Tutti si aspettavano moltissimo da me, io poi ero molto pretenzioso.
Dopo mezz'ora il risultato era ancora invariato, non trovavo i miei spazi, la pressione saliva e il pubblico iniziava ad agitarsi ancora di più. Il primo tempo finì così, nonostante avessimo avuto due opportunità che né io né Giampaolo avevamo sfruttato al meglio, guadagnandoci alcuni 'buuu' da parte dei tifosi locali.
"Ragazzi, dove sono i miei 11 leoni? Quelli che combattono su ogni pallone? Quelli che hanno umiliato CR7 e battuto il Real Madrid 4-2 giocando tutti insieme, con forza e determinazione? Andateli a recuperare perché solo così si vince la partita. Loro sono forti ma non uniti come noi. Siamo una famiglia ragazzi! Forzaaaaaaaaaa" - urlò il mister negli spogliatoi.
Mentre facevamo ritorno in campo mi fermò.
"Stephan, vedi di trovare un passaggio sulla destra, poi accentrati e guarda il Pazzo. Vedrai che non sbaglierete"
Ero pronto, concentrato su quello che dovevo fare. Avremmo vinto e avrei fatto quello che da tempo sognavo di fare.

NdA: Ciao ragazze, allora? Che ne pensate di questa storia? Ah, per la cronaca: a me Ester sta davvero simpatica, è dolcissima e ho avuto anche modo di incontrarla, parlarci... solo che in questa storia mi serve in queste vesti, da stronza ahahaha 😊 al prossimo capitolo!

Ti verrò a prendere con le mie mani - Franci || El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora