CAPITOLO 7

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-Sei libera domani?
Oh, merda, Stephan mi aveva appena scritto in chat e aveva finalmente accettato la mia richiesta di amicizia. In altre circostanze mi sarei messa a ballare, a saltare, avrei mandato tutti gli screen alle mie amiche ma ora come ora no. Non mi sarei mai abbassata, ero troppo orgogliosa.
-Dovrei uscire con Andrea.
-È proprio necessario?
-Che vuoi?
-Chiarire con te, poi ti giuro che sparirò dalla tua vita e potrai goderti la tua storia d'amore con Poli.
-Non ti sto dicendo che non ti vorrei vedere più..e poi non c'è nessuna storia con lui, cretino.
-Quindi ci vediamo domani alle 16 alla Rinascente? Settimo piano, sulla terrazza, sarò lì ad aspettarti.
-Non saremo troppo esposti? Si sa mai che la tua ragazza veda delle foto un po'..equivocanti.
-Stai tranquilla. A domani.
Spensi il pc. Si era vero, Andrea mi aveva chiesto di uscire. Volevo dargli una possibilità, più che altro volevo darla a me stessa. Andai a dormire con la speranza che si sarebbe risolto tutto, avrei capito cosa volevo, cosa cercava il mio cuore e la mia mente, avevo bisogno di ritrovare la sicurezza, non volevo più rischiare e volevo ricevere solo amore. Ma chi era disposto a offrirmelo? Mi sembravano tutti troppo presi da loro stessi per impegnarsi in una relazione seria, chi in un modo, chi in un altro. E poi, parliamoci chiaro. Ero inesperta di quel mondo di soli calciatori, ero ancora 'piccolina', nonostante Stephan avesse solo tre anni più di me, Andrea forse un po' di più ma non era questo il punto. Il punto era: ma io cosa volevo? Testa o cuore?

***
Ok, il più era fatto. Ora bastava aspettare il giorno seguente per vederla, chiarire e archiviare questa storia una volta per tutte. Non so per quale motivo ma ci tenevo un sacco a riconquistare la sua fiducia. Magari avrebbe messo in giro voci strane su di me. Ma che cazzo stavo dicendo? Ricadevo ancora nello stesso errore? Il mio egocentrismo prevaleva sempre, pensavo incessantemente a come apparivo agli occhi degli altri piuttosto che a fare bella figura per quello che ero. Io non ero così una volta, quando giocavo nel Padova, quando non ero ancora esperto di questo mondo di merda, della notorietà. Mi faceva tutto schifo, ma in un modo o nell'altro dovevo sopravvivere.

"Forza Stephan, passala ad Andrea, cazzo!" - urlava Inzaghi da bordo campo durante l'allenamento. Mai e poi mai gliel'avrei passata quella palla, non davanti a lei. Era venuta con l'amica ad assistere all'allenamento, probabilmente per quel cretino di Poli. Chissà cosa c'era tra loro due, ma sinceramente non mi interessava. A quanto pareva avremmo raggiunto il centro di Milano insieme, dato che era appena iniziato l'allenamento ed erano le 14.30.
"Stephan, porca puttana, dovevi passarmi quel pallone" - mi disse Poli.
"Faccio quel cazzo che voglio"
"Calmi, ok? State calmi. Non fate cazzate" - ci ammonì Philippe.
Finita la sessione andammo tutti nello spogliatoio, il mister mi cazziò, ma pensavo andasse molto peggio. Mi feci una doccia in fretta e furia e mi precipitai al piano superiore del centro, nella sala con i divanetti, dove sapevo aspettavano solitamente i nostri parenti/mogli/fidanzate. La vidi insieme a Erica, credo si chiamasse così.
"Ciao Giorgia" - dissi avvicinandomi.
"Ciao.."
"Ciao Stephan" - fece eco l'amica. Salutai anche lei.
"Sei pronta?"
"Sì.. fammi solo salutare Andrea, se non ti dispiace"
Lo vidi arrivare, e lei gli andò incontro. Non so cosa si dissero, ma credo che lui non accettò volentieri il cambio di programma.

***
"Come mai?"
"Vuole chiarire tutto quello che ha detto su di me in quell'intervista"
"Stai attenta"
"Andrea, stai tranquillo"
"È che ci tengo troppo a te" - disse poggiando una mano dietro la mia schiena e avvicinandomi a lui per poi scoccarmi un bacio sulla guancia. Una scarica di brividi mi percorse. Sorrisi.
"Ci sentiamo dopo principessa.."
"Ciao" - dissi mordendomi il labbro inferiore.
Raggiunsi Stephan, salutai la mia amica e lo seguii in macchina. Era bellissima, vi era una foto della sua famiglia sul cruscotto. La trovavo una cosa davvero tenera. Non parlai, aspettavo che fosse lui a introdurre un argomento. Mi sentivo in imbarazzo, il cuore mi batteva all'impazzata nel petto e le gambe, se fossi stata in piedi, avrebbero ceduto. Il suono della sua voce era così melodioso, così bello tanto da farmi ritornare in mente il motivo per cui quattro anni fa decisi che lui sarebbe stato la mia ancora, colui a cui scrivevo lettere lunghe pagine e pagine quando stavo male, quando mi bastava vedere una sua foto per dimenticare ogni tormento, quando lo difendevo da ogni accusa. Forse Andrea era meglio di lui, anzi, sicuramente lo era ma quello che provavo con Stephan.. andava oltre ogni logica.
"Non andremo in centro..troppo bordello" - disse interrompendo quel silenzio straziante e ringraziai Dio che mi fece ascoltare il suono della sua voce.
"Credo sia la cosa migliore. Dove mi porti?"
"Avevo pensato a qualcosa di più intimo. Al bar di un amico"
"Ok, dove vuoi"
Il resto del viaggio lo passammo ancora in silenzio, anche se la musica ci faceva da sottofondo. Ad un tratto alla radio partì una delle mie canzoni preferite di Eros Ramazzotti, Bucaneve, e quando arrivò il ritornello, senza pensarci, la canticchiai.
"Quanto ti vorrei, quanto ti vorrei, tu non lo sai.
Quanto sognare che ancora mi fai.
Fammi illudere, fammi credere ancora un po' a un ideale d'amore che ho.
Tu non puoi sapere, non sai, tu non puoi sapere quanta vita in più, mi dai..."

Mi accorsi troppo tardi delle parole, del loro significato, quando lo sentii sospirare, come se avesse sorriso, quasi. Mi girai a guardarlo. Era tremendamente perfetto. Ancora una volta nessuno dei due parlò finché non arrivammo in quel bar ma ci guardammo solo per un istante negli occhi.
"Siamo arrivati" - disse, poi scese e mi aprì la portiera.
"Grazie" - sorrisi.
"Ciao Ste" - disse il barista appena ci vide entrare.
"Ciao Luca! Come va?" - disse all'amico ricambiando il saluto. Si scambiarono una stretta, poi Stephan andò diretto a un tavolo e io lo seguii a ruota.
Quel ragazzo non fece domande sulla mia identità, ma si limitò a portarmi una lista da cui potessi scegliere qualcosa da prendere.
"Senti Gio, io voglio chiarire tutti quei malintesi.."
"Stephan, mi hai detto che sei stato costretto. Ok, ti credo"
"Davvero? No, perché io.."
"Stai tranquillo"
"Avevo paura che..ecco..tu potessi dire in giro cose su di me non vere, dal momento che ti avevo ferita"
"Ma per chi mi hai presa? Non me ne faccio nulla di queste cazzate, secondo te la gente mi darebbe ascolto? Le tue fan difenderebbero me, dopo che ti osannano come paladino dell'umiltà e della gentilezza? No grazie, non sono il genere di persona, hai sbagliato a capire" - dissi e feci per alzarmi, quando sentii le sue dita afferrarmi con forza il polso destro.
"Dove credi di andare? Non abbiamo finito qui.."
"Io credo proprio di sì invece.."
"Ti prego, non volevo dirtelo con cattiveria, era una mia preoccupazione.."
"Io credo che tu ti basi solo su come appari al pubblico, non in base a quello che sei realmente. Smettila di preoccuparti per ogni cosa, e vivi ogni momento per quello che è"

"Che ci trovi in Andrea?"
"E questo che c'entra?" - gli domandai.

NdA: Heiiiiii 😊 allora, dunque? Vi piace questo capitolo? È un po' più lungo rispetto agli altri ma spero non vi abbia annoiato! Che ne dite di questa coppia? Come vedete Giorgia e Stephan? Mmh, secondo me c'è sotto qualcosa.. E Andrea dove lo lasciamo? Alla prossima puntata..ops, al prossimo capitolo!! xD Franci.

Ti verrò a prendere con le mie mani - Franci || El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora