CAPITOLO 11

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Si era appena concluso il primo tempo di quella difficile partita, sul risultato di 0-0. Dopo essere state 45 minuti al freddo io ed Erica prendemmo la saggia decisione di entrare nel bar, per stare al calduccio.
"Scusa" - sentii toccarmi la spalla. Mi girai e vidi una ragazza bellissima, già vista da qualche parte. Ma certo, era la moglie del capitano Montolivo.
"Sì..?" - dissi girandomi.
"Sono Cristina, piacere. Sono la moglie di Montolivo."
"Piacere mio, Giorgia" - dissi porgendole la mano.
"Ho sentito molto parlare di te"
"Davvero? Spero bene" - dissi ridendo.
"Certamente! Sei davvero una bellissima ragazza, Riccardo non scherzava!" - sorrise.
Ero in imbarazzo, troppi complimenti. Si presentò anche a Erica e ci invitò a guardare con lei e Silvia Slitti, la moglie di Pazzini, la partita. Prendemmo posto insieme a loro in tribuna, con noi anche il piccolo Tommaso Pazzini, rigorosamente seduto in braccio alla mamma.
"E quindi stai con Andrea, giusto?" - mi domandò Silvia.
"Sì" - sorrisi.
"Siete proprio una bella coppia. Si vede che state bene insieme"
"Grazie mille! Dovete scusarmi ma io in quest'ambiente non ci sono per niente abituata e mi sembra tutto così strano, mi vergogno a morte"
"Stai tranquilla" - sorrisero confortandomi - "per qualunque cosa conta su di noi. Ti daremo le dritte su chi evitare e chi no. Vedi quel gruppetto?" - mi disse Cristina indicandomi delle ragazze. Seguii le sue indicazioni e vidi Ester insieme ad altre due.
"Sì, una è la ragazza di Stephan" - dissi.
"Esatto. Ecco, la cosa importante è starle lontana. All'inizio ti incanterà con la sua dolcezza, ti farà sentire accettata, ma poi si rivelerà per quello che è. Ama parlare male degli altri e rovinare le coppie, le famiglie"
"Addirittura? Comunque tranquille, non andiamo molto d'accordo, ci siamo già conosciute un po' di tempo fa" - dissi.
"Meglio per te! Forza, godiamoci questo secondo tempo" - disse Silvia.
"Forza papino!" - esclamò il piccolo Tommy.
Sorrisi nel vedere così tanto amore verso il proprio papà. Tommaso era così bello, stretto tra le braccia della madre, che gli voleva un gran bene.
La partita riprese. Dopo 10 minuti, però, la Juventus segnò il gol del vantaggio a causa di un nostro stupido errore in difesa, come al solito. A segnare era stato Andrea Pirlo, con un fantastico gol, bisognava ammetterlo. Tutto lo stadio fischiò i propri beniamini e si iniziava a respirare un'aria tesa. Non sopportavo questo. Guardavo Andrea correre da ogni parte del campo, il mister l'aveva appena messo dentro. Vedevo che si sforzava, si impegnava senza risultato. Quelli pressavano in una maniera incredibile. All'improvviso però, il numero 16 rossonero serve il numero 92, che scatta sulla destra e arriva fino all'area di rigore, per poi accentrarsi e scaricare su Pazzini che tira e...GOOOOOOL DEEEEEEEL MIIIIIIIILAAAN! Saltammo tutti in quella tribuna, Tommaso batteva le mani e urlava il cognome del padre, mentre lo stadio era in festa. Abbracciai le mie nuove amiche e ci guardammo felici. La partita era riaperta. All'89° ci fu un bruttissimo intervento che ci regalò una punizione a limite dell'area. Tutti erano in silenzio, davanti al pallone i piedi di Menez. L'arbitro fischiò. Quella sarebbe stata l'ultima azione. Tirò. In un secondo San Siro divenne una bolgia infernale e nell'aria riecheggiava il nome di colui che fece entrare la palla in rete. Stephan El Shaarawy, con un colpo di testa. Corse sotto la curva come per abbracciare i suoi tifosi, poi i compagni lo buttarono a terra e gli saltarono addosso, contenti per la vittoria. Ero felicissima, tutti lo eravamo.

***
Avevo segnato cazzo, avevo segnato finalmente. Avevo portato in vantaggio la squadra, regalando una bellissima vittoria.
"Grandi cazzoooo" - urlò Mexes negli spogliatoi.
"Grande Steee" - disse Andrea abbracciandomi.
Anche il mister si complimentò con noi per la vittoria, poi ci diede appuntamento a Milanello dopo due giorni prima di congedarsi.
"Ste, stasera offri tu, ok?"
"Con molto piacere" - dissi - "Dove andiamo di bello?"
"Ragazzi io non sarò dei vostri. C'è anche Tommy stasera allo stadio, quindi io e Silvia non possiamo venire" - disse Gian.
"Tranquillo, sarà per la prossima volta, non ti preoccupare" - gli disse Menez.
"Chi altro si ritira?" - urlai.
"Io in realtà devo uscire con la mia ragazza" - disse Andrea. Mi si gelò il sangue al solo pensiero che lei era qui, a pochi passi da me.
"Porta anche lei, almeno ce la presenti" - disse Nigel.
Andrea mi guardò. Io lo guardai, poi posai lo sguardo su Mattia, in cerca di aiuto.
"Puoi portarla, se per lei va bene..." - dissi infine. Non so perché mi ero autocondannato a morte. Ero proprio masochista, lo facevo apposta a soffrire.
"Ste..." - disse lui.
"Che male c'è? Ci saranno anche Ester e le altre..."

***
Andrea riuscì a convincermi ad andare in quello stupido locale insieme a tutti loro. Avrei passato delle ore d'inferno e questo mi turbava perché io avrei dovuto pensare solo al mio ragazzo, non agli altri che ci circondavano.
In auto feci i complimenti al mio campione, mentre lui intrecciò le sue dita con le mie. Nel frattempo Erica ci faceva foto a tradimento, super esaltata per la nostra relazione.
"Sei davvero bellissima questa sera" - mi disse.
Dopo che Andrea ebbe parcheggiato, mano nella mano, entrammo, seguiti da Erica. Prendemmo posto in un tavolino.
"Vado un attimo dagli altri.." - disse Andrea dandomi un bacio sulle labbra.
Io e la mia migliore amica ci sedemmo su uno sgabello e ordinammo da bere.
"Ti sta proprio guardando" - mormorò lei sbilanciandosi a destra per guardare alle mie spalle.
"Ma se è appena andato via"
"Non sto parlando di mio fratello ma di Stephan" - disse con un sorrisino beffardo.
"Smettila! Ti vedrà"
La vidi agitare la mano.
"Mi ha già vista" - disse - "Ma continua a guardare te"
Esitai un attimo e alla fine trovai il coraggio di guardare alle mie spalle. Aveva ragione: Stephan era insieme a Mattia. Mi stava guardando e sorrideva. Sorrisi a mia volta e finsi di guardare qualcosa sul cellulare. Mi sentivo ribollire le guance.
"Guarda ancora?" - mormorai.
"Sì"
Poco dopo giunse Andrea che mi baciò di nuovo, proponendoci di unirci agli altri. Ero titubante, non volevo andare da loro, specialmente per il fatto che c'era Stephan, ma era inevitabile: d'altra parte eravamo lì per lui.
"Ciao a tutti" - salutammo.
"Eccoti finalmente" - esclamò Abate.
"Finalmente abbiamo l'onore di conoscere la famosa Giorgia!" - disse Philippe.
"Oh, beh, piacere" - sorrisi.
Sentivo perennemente i suoi occhi puntati addosso e non mi capacitavo del fatto che Andrea non se ne accorgesse, dal momento che tutti l'avevano capito, compresa la bella Ester che mi seguì quando decisi di andare in bagno a rinfrescarmi...non riuscivo a sopportare per molto quella situazione.
"Lascialo, ok?" - sentii dire da una voce dietro di me. Alzai la testa mentre mi lavavo le mani e vidi il suo riflesso nello specchio.
"Perché dovrei lasciare Andrea, scusa?"
"No, non sto parlando del tuo ragazzo, ma del MIO ragazzo!"
"Scusa ma non capisco, cara"
"Amore mio bello, tu stagli lontano, va bene?"
"Non posso obbligare una persona a fare quello che non vuole"
"Non ti calcola...pensa a quel poveretto del tuo fidanzato, povero illuso"
Non replicai. La vidi uscire muovendo le sue forme che le piaceva mostrare. Poco dopo ritornai anche io al tavolo con gli altri e cercai di fare l'indifferente, trascurando le occhiate di Stephan. Che mi stava succedendo?

Ti verrò a prendere con le mie mani - Franci || El ShaarawyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora