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La ragazza era di fronte a me.

Sapevo il suo nome.

Il giorno in cui mi aveva servito alla cioccolateria era sparita all'improvviso. L'avevo seguita, o almeno ci avevo provato. Anche l'altra cameriera aveva provato a fare qualcosa: fermarmi.

«Hey, gioia, staff only. Non li leggi, i cartelli?»

La ignorai senza troppe smancerie, alla ricerca della ragazza dai capelli ricci.

Irruppi nella piccola cucina, sotto lo sguardo confuso ed innocente di un giovane ragazzo dalle mani troppo rosse. Della sconosciuta nessuna traccia.

«Cosa non hai capito di "staff only"?» tuonò la pazza dai capelli platino e lilla.

«Dov'è l'altra ragazza?»

«Ehm... In bagno...» balbettò il ragazzo, lanciando una breve occhiata disorientata alla collega. «Credo... Ha detto di sentirsi male.»

I bagni dello staff erano oltre una porta all'interno di un piccolo vestiario. Erano aperti e vuoti.

Della ragazza neppure l'ombra.

Mi guardai attorno e lessi i nomi sugli armadietti nel vestiario.

REMIA K. NICHOLAS O. MICHELLE M. ISMAIL H.

Escludendo ovviamente Nicholas e Ismail, le due restanti non potevano che essere la Pazza e la Scomparsa. Spalancai l'armadietto che recitava il nome di Remia, in cerca di un qualche indizio che potesse suggerire a chi appartenesse.

Al suo interno non trovai nulla di rivelatore, ma la risposta alle mie domande si manifestò quando la Pazza lo richiuse con prepotenza al posto mio.

«Sarai pure figo, ma ciò non ti permette di frugare tra la mia roba, gioia di mamma.»

Non avevo molto tempo da perdere. La ragazza possedeva informazioni pericolose che avrebbero potuto costare la mia vita e quella dei miei compagni. Non che mi importasse molto della vita della maggior parte di loro, ma avevo bisogno di qualcuno che facesse il lavoro sporco per me. E da morti non mi erano di alcuna utilità.

Ma lei era già uscita dall'edificio. Aveva avuto già abbastanza tempo per allontanarsi ed uscire a cercarla alla cieca dava minime probabilità di trovarla.

«Per cosa sta la M dopo Michelle?»

«"Mentecatta". Ora levati dalle palle che ho da lavorare, e vorrei tanto non venire licenziata, grazie.»

Nei giorni seguenti, l'avevo cercata. Avevo indagato. Com'era possibile che quella ragazza fosse un fantasma? Certo, Los Angeles era un'enorme città, e tutti quelli che giravano con un nome d'arte non aiutavano affatto. Eppure, avevo il suo nome, l'iniziale del suo cognome, il suo posto di lavoro e conoscevo il suo aspetto.

Potevo riuscirci.

Trovarla era diventata una piccola ossessione. L'anonimato era di vitale importanza, e lei conosceva troppe cose di me. Tutto quello che aveva detto... e Dio solo sa di quante altre cose fosse a conoscenza la ragazza. Sapeva anche di Matt? Altri della Wammy's? L stesso?

Kira...?

Feci controllare la cioccolateria ventiquattro ore su ventiquattro, facendo fare a turno ad un totale di cinque persone della compagnia. Dovevano essere diversi, non volevo che nessuno si accorgesse della stretta sorveglianza.

Eppure lei non tornò. Neppure una volta.

Perché era così difficile per me trovarla?

Perché era così facile per lei trovare me?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 27, 2018 ⏰

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