879 67 12
                                    

•Corretto•


L'una del mattino. Seoul dormiva sotto lo sguardo tranquillo della luna. Nel silenzio della notte, una chioma rosa attraversava il ponte Mapo, il Ponte della vita. L'unico suono udibile era il fruscio del vento che dolcemente spostava i rami dei fiori di pesco che si ergevano lungo le sponde del fiume Han.

Jimin era l'unico presente in quel momento. Aveva progettato ogni dettaglio di quella notte che, per alcuni, poteva sembrare una notte come tante altre, ma per il ragazzo era l'ultima. Quella notte sarebbe stata la fine di tutto, il punto, la soluzione a tutti I suoi problemi.

Il ragazzo si sentiva incredibilmente solo, distrutto e ferito, in tutti i sensi. I tagli sulle sue braccia bruciavano ancora.

È così è finita.

Jimin pensò tra sè a quante ne aveva passate, agli insulti continui, ai litigi tra i suoi genitori, poi cercò uno spiraglio di luce nella sua vita, una ragione per restare, eppure sembrava non essercene nemmeno una.

Aveva toccato il fondo e doveva scegliere se lottare contro la corrente e risalire o attendere che tutto finisse.

La luna, unica compagna del rosa da anni ormai, osservava la scena impassibile, illuminando il volto del ragazzo. Lacrime salate sgorgavano dai dolci occhi di Jimin, il cuore ormai frantumato in tanti pezzetti doleva nel petto, mentre le guance si coloravano di un rosso tenue a causa delle lacrime e del vento freddo che, a contatto con il volto bagnato, tagliava come lame di rasoio.

L'esile corpo di Jimin sembrava spostarsi a seconda del vento, proprio come la chioma rosa; gli occhi fissavano il blu del fiume, quasi incantati.

<<Lasciati andare Jimin, andrà tutto bene>>.

Il ragazzo salì sul cornicione del ponte, sedendosi con le gambe nel vuoto. Una delle grandi paure di Jimin era l'altezza, eppure in quel momento desiderava precipitare nel vuoto fino ad incontrare l'oscurità. Non era spaventato, sapeva non ci sarebbero state conseguenze, avrebbe messo un grande punto alla sua vita, avrebbe messo un punto alla cattiveria della gente, avrebbe messo un punto alle sofferenze che da anni attanagliavano la sua vita.

Il ragazzo passò in rassegna tutti i ricordi, cercando di concentrarsi sui bei momenti, voleva fingere che tutta la sua vita fosse stata un insieme di bei momenti, prima di chiudere gli occhi per sempre. Voleva allontanare tutta la sofferenza provata, ma questo non bastò, non riusciva a ritornare sui suoi passi.

Guardò per l'ultima volta la luna e pronunciò alcune parole.

<<Scusami, mamma, scusa se ti sto facendo questo, scusa se perderai il tuo unico bambino a causa del suo egoismo e della sua debolezza. Spero che capirai, ma io non voglio più sopravvivere>>.

Jimin sosteneva di non poter vivere davvero la sua vita, lui sopravviveva, brancolava nel buio a tentoni, inciampando e cadendo, facendosi del male senza poter vivere a pieno la sua vita. Era esausto, stanco.

Si tranquillizzò dandosi due pacche sulla spalla, poi fissò il fiume Han come fosse suo amico.

Portò il suo corpo in avanti finché non perse l'equilibrio e precipitò nel vuoto fino a scontrarsi con l'acqua gelida del fiume.

Freddo.

Il suo corpo si riempì di brividi e il suo cuore iniziò a battere più velocemente per portare aria nei polmoni del ragazzo, inutilmente però. Jimin si stava abbandonando a se stesso e non poteva esserne più felice.

Taehyung urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni , corse a perdi fiato per poter raggiungere il ragazzo dalla chioma rosa che aveva perso l'equilibrio. Taehyung non aveva capito, non pensava che quello di Jimin fosse un suicidio, non un semplice incidente. Quando Taehyung raggiunse il punto in cui poco prima si trovava il corpo di Jimin, uno splash! raggiunse le orecchie del moro, obbligandolo a correre disperatamente verso la riva del fiume.

//40 days// Vmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora