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<<Jimin, conosci Taehyung? Viene spesso a trovarti, è un tuo amico?>>

La psicologa era con Jimin per la seduta giornaliera. Cercava di tirar fuori dal ragazzo qualche informazione, ma l'azione si stava rivelando più complicata del previsto. Jimin era come un diario chiuso con il lucchetto, doveva semplicemente trovare la chiave e avrebbe raggiunto tutti i suoi segreti più profondi. Quella chiave, però, sembrava ormai persa. Aveva provato in qualunque modo, aveva anche cercato i fogli su cui Jimin si sfogava, ma nulla, sembravano scomparsi in qualche luogo lontano.

<<Taehyung? No, non è mio amico, io non ho amici>>.

La psicologa mormorò un "mh", scrivendo sul suo quaderno l'unica informazione che era riuscita a ricavare sul suo paziente.

<<E allora perché viene a trovarti?>>

<<Non lo so. Io lo odio. È il ragazzo che mi ha salvato>>.

Jimin stava accumulando rabbia.
Il solo pensiero di Taehyung che tirava fuori il suo corpo dalle acque del fiume lo faceva imbestialire. Aveva scelto un orario che riteneva perfetto, la città dormiva proprio come i suoi abitanti, eppure proprio quel giorno Taehyung non riusciva a cadere tra le braccia di Morfeo e aveva scelto di fare una passeggiata, imbattendosi in Jimin.

<<E perché lo odi? Ti ha salvato la vita>>

<<È proprio per questo. Dottoressa, io non volevo essere salvato>>.

La sveglia suonò, segnalando il termine della seduta. Jimin si alzò lentamente, si inchinò e lasciò la stanza, tornando nella sua. Camminava tranquillo, i piedi strisciavano le mattonelle lisce del pavimento.

Non appena il rosa spalancò la porta della sua stanza, incontrò lo sguardo preoccupato di Taehyung.

<<Jimin! Allora sei...qui!>>

Taehyung voleva dire "vivo" e non "qui", ma non voleva far adirare Jimin. Aveva avuto paura, il letto e la stanza erano vuoti e Taehyung aveva il timore costante che il rosa potesse tentare il suicidio ancora una volta e tremava all'idea di non essere con lui per salvarlo ancora.

<<E tu vieni ancora a trovarmi. Taehyung, potresti uscire dalla mia vita?>>

<<Voglio solo esserti amico, Jimin. Voglio la tua amicizia>>.

Jimin rise, rise talmente tanto da sembrare pazzo, ma non lo era, assolutamente. Jimin era ferito. Il rosa portava i segni delle coltellate alle spalle e il cuore sentiva ancora le crepe che aveva accumulato nel tempo.

Jimin non credeva nell'amicizia, non credeva nell'amore, nella famiglia. Non tollerava simili valori. Egli credeva nel nulla assoluto, nel limbo in cui solo lui fluttuava.

<<Io non ho bisogno di amici. Ora esci da quella porta, esci dalla mia vita, Taehyung. Non ho bisogno di te>>.

Jimin sapeva che aveva bisogno di lui, ma non riusciva ad accettarlo, troppo spaventato dall'idea di essere ferito un'altra volta.

<<Se uscirò dalla tua vita tu proverai a->>

Taehyung non riuscì a terminare la frase.

<<Non sono affari tuoi. Vattene>>

<<Jimin, la vita è davvero bella, sai?>>

<<Che grande cazzata>>

Jimin rise, una risata finta, apatica. Quel Taehyung era troppo felice, troppo ottimista e un po' troppo ficcanaso per i suoi gusti.

<<Ti farò cambiare idea. Facciamo una scommessa. Dammi quaranta giorni. Prometto che in quaranta giorni ti farò innamorare della vita>>.

<<Vattene>>.

Taehyung lasciò che un ghigno occupasse il suo volto, certo di aver convinto Jimin.

<<Che c'è? Hai paura>>.

<<Solo quaranta giorni, Taehyung>>.

<<Permettimi  di entrare nella tua vita, Jimin>>.

<<Taehyung, ti do quaranta giorni per farmi cambiare idea. Hai solo un'opportunità, non ne avrai altre>>.

Taehyung sorrise e salutò Jimin, voleva stilare una lista per raggiungere il suo obiettivo. Jimin, nel frattempo, prese un foglio bianco e la penna, iniziando a scrivere.

Ho conosciuto un ragazzo, si chiama Kim Taehyung. Lui mi ha salvato, lui mi ha strappato alla morte. Dice che vuole conoscermi, vuole farmi innamorare della vita. Buona fortuna, Taehyung, la vita è stata molto cattiva con me, non credo che riuscirò a perdonarla o apprezzarla, figurati se devo anche amarla. 40 giorni. Devo resistere solo altri 40 giorni, poi sarò libero di andare. Puoi farcela, Jimin.

Kim Taehyung, tu metticela tutta, ho molte cicatrici sul mio corpo, molte paure e insicurezze. So che sei insistente, testardo, ma non te ne farò una colpa se un giorno o un altro cederai anche tu e mi lascerai precipitare. Forse sarai proprio tu quello che mi spingerà giù dal precipizio, proprio come hanno fatto tutti gli altri.

//40 days// Vmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora