Jimin passò la mattinata solo, rinchiuso nella sua camera ospedaliera, circondato dal bianco e dall'odore pungente di disinfettante. Lui odiava tremendamente quel colore, quell'apatia che gli trasmetteva, eppure rappresentava la luce che lui aveva sempre cercato di raggiungere in quel tunnel infinto e che credeva di aver raggiunto una volta gettatosi tra le braccia del fiume Han.
Effettivamente aveva raggiunto quella luce, ma non nel modo in cui lui sperava.Park Jimin era completamente solo, ma non odiava quella sensazione di vuoto e solitudine, ne era abituato. Sin da quando era soltanto un bambino era sempre stato solo, allontanato per quei chili di troppo, per la voce troppo acuta o per la troppa timidezza. Nessuno aveva provato ad andare oltre l'armatura che indossava con tanta determinazione, nessuno aveva scalato il muro dietro il quale si proteggeva. La gente credeva di conoscerlo, pretendeva di poter giudicare le sue scelte senza conoscere la difficoltà con cui Jimin eseguiva ogni azione.
L'unica visita ricevuta quel giorno era stata da parte della psicologa, la quale aveva posto alcune domande basilari e si era congedata consigliando a Jimin di sfogarsi, se non con lei, scrivendo e il ragazzo fu molto felice di accontentarla.
Impugnò la penna e iniziò a sfogarsi.
Ciao, sono Park Jimin, ho 19 anni e voglio morire. Esatto, ma non intendo nel modo ironico e scherzoso in cui viene detto dai miei coetanei, a volte. Io voglio morire davvero, voglio porre fine alla mia inutile esistenza, voglio colorare di nero tutto ciò che mi circonda.
Sono Jimin e sono stanco, ho 19 anni, tutta la vita davanti e sono stanco, stanco di svegliarmi, di aprire gli occhi e lottare ogni giorno contro i pregiudizi della gente, contro i giudizi di chi crede di conoscermi quando in realtà non ha mai provato a farlo, stanco dei risolini ogni volta che passo per i corridoi, stanco di non sentirmi abbastanza per gli altri.
Penso che se dovessi morire nessuno noterebbe la mia assenza.
Sono Park Jimin, ho 19 anni e sono invisibile, sono stanco e ho una voglia matta di morire.
Non appena la penna abbandonò il foglio, un leggero bussare fece sussultare Jimin. In modo molto frettoloso nascose il foglio appena scritto sotto il cuscino e si perse ad osservare quello bianco e pulito, bianco come le pareti che lo opprimevano, bianco come quella stanza e la luce contro cui desiderava correre e no, quella luce non era la salvezza ma il suo opposto.
<<Buon pomeriggio, Jimin>>.
<<Ancora tu? Che vuoi?>>
Taehyung entrò sorridendo, sorriso che si spense non appena i suoi occhi incontrarono quelli rossi e acquosi di Jimin.
<<Ma stai piangendo?>>
<<Vattene>>.
<<Ma Jimin! Sono qui per te!>>
Il rosa chiuse le mani in due pugni, strinse il più possibile i suoi occhi, permettendo ad altre lacrime di fuoriuscire.
Odiava mostrare le sue debolezze, ma non era mai stato un ragazzo forte, lui crollava sotto tutto il peso che appesantiva le sue spalle.<<Non ti voglio qui! Vattene via! Ti odio! Dovevi lasciarmi affogare, cazzo! Hai fatto abbastanza, perciò sparisci e porta quel tuo sorriso fastidioso fuori da questa stanza e non provare ad intrufolarti nella mia vita>>.
Jimin urlò talmente tanto da far sussultare il visitatore. Il macchinario riportava i battiti accelerati del rosa, mentre delle lacrime bagnavano ininterrottamente le sue guance.
<<Jimin, ti prego, voglio aiutarti>>.
<<Ancora?! Senti, non ti conosco, non ricordo il tuo nome e nemmeno voglio saperlo. Non ho bisogno del tuo aiuto, hai fatto abbastanza. Esci da quella porta e dalla mia vita. Non ho bisogno della tua pietà>>.
Taehyung, per quanto testardo potesse essere, strinse tra le mani la maniglia della porta, prese un profondo respiro e uscì dalla stanza, lasciando Jimin da solo ancora una volta.
Il rosa pianse ancora, stringendosi le coperte al petto alla ricerca di un po' di conforto. Lo faceva spesso, ogni volta che crollava e si sentiva solo. Nessuno si era preoccupato per la sua assenza, se fosse vivo o morto. Jimin si sentiva un fantasma, un essere inutile, una macchia nelle vite troppo impegnate degli altri.
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//40 days// Vmin
FanfictionIn cui Jimin cerca di morire e Taehyung fa di tutto per salvarlo.