Una settimana dopo
Le tende spesse mitigano l'effetto dei raggi di questa prepotente giornata raggiante, annunciando che l'estate è alle porte. Mi sollevo debolmente dal letto percependo le palpebre pesanti come se fossero calamite verso il basso. Il mio corpo mi implora di ritornare a dormire ma l'orario che mi fissa sulla piccola sveglia appesa nella mia camera mi rammenta che mi devo sbrigare.
Sbuffo esausta facendo appello a tutte le mie forze per abbandonare il mio comodo letto e mi catapulto nel bagno.
Ammiro allo specchio la mia immagine riflessa. I miei occhi blu privi di luce sono solcati dalle occhiaie, l'espressione corrucciata sul mio volto mi ricorda che sarà un'altra monotona giornata e i capelli arruffati scongiurano di essere pettinati. Cosa che ovviamente non farò, mi limito a legarli un'indefinita coda di cavallo. Sciacquo il viso rapidamente mentre Charly fa capolino nel bagno, piegando la testa di lato come per dirmi che il mio aspetto è decisamente inguardabile e terrificante.
Ritorno in camera da letto e infilo i primi short di jeans che mi si parano davanti e una semplice t-shirt così larga da coprire persino i pantaloncini, conferendomi la consueta aria da maschiaccio e menefreghista che rispecchia alla perfezione la mia personalità.<< Nadia...>>
La voce docile di Alessia giunge debolmente alle mie orecchie. Mi sporgo fuori dalla minuscola finestra della mia stanza che affaccia nella piccola stradina e la osservo allieta mentre lei sbuffa esasperata e osserva l'orario sul suo orologio picchiettando freneticamente il piede.
Alessia è la mia migliore amica, forse attribuirgli questa scialba etichetta minimizza e svalorizza il nostro rapporto. È più che altro una sorella: l'unica persona che riesco a tollerare in piena mattina e l'unica che riesce a captare le mie emozioni celate da un silenzio straziante quando non ho voglia di parlare.<< Arrivo>> urlo sporgendomi ancora di più sul davanzale della finestra ornata da piccoli vasi di terracotta in cui sono piantati dei girasoli, il cui odore invade prepotentemente le narici.
Lei solleva il suo sguardo illuminato dal sole nella mia direzione mentre mi mostra il pollice sollevato, segno di aver capito.Scendo rapidamente le scale e non appena abbasso la maniglia della porta mi ritrovo davanti la figura di Alessia che mi osserva furiosa.
I suoi ricci rossi svolazzano leggermente a causa della leggera brezza, il viso contaminato dalle lentiggini è tenuemente abbronzato e i pantaloncini che indossa mostrano le sue gambe toniche e snelle.
<< Buongiorno>> bofonchio mentre le rivolgo un sorriso impertinente, sapendo benissimo che il mio atteggiamento strafottente la innervosirà ulteriormente.
<< Tua madre ci ucciderà>> sentenzia terrorizzata dalle possibili lamentele di mia madre per il mio ritardo.Alessia aiuta me e mia madre a gestire il nostro piccolo bar durante la stagione estiva, ovviamente durante l'inverno riusciamo benissimo senza il suo aiuto considerando che è praticamente deserto, se non per gli abituali clienti che vengono a sorseggiare la loro dose di caffeina prima di iniziare a lavorare.
Ma d'estate il mio bar è forse uno dei più affollati di tutta l'isola, grazie alla posizione particolarmente strategica che affaccia direttamente sul mare, permettendo ai clienti di godersi i loro caffè circondati dal fruscio delle onde e dal profumo salato che emana il mare.<< Sta tranquilla. Sarà già alle riprese per acciuffarsi qualche turista>> affermo ironica mentre le sue labbra piene e secche si schiudono in un sorriso divertito accompagnato dalle sue adorabili fossette.
Ci avviamo per raggiungere il bar camminando a passo svelto tra le graziose e minuscole stradine che popolano la nostra isola.
I piccoli commercianti hanno già allestito le bancarelle mettendo in mostra i souvenir in vendita, le anziane signore hanno già preso posto sulle secolari panchine, pronte a spettegolare sugli atteggiamenti eccentrici dei turisti, mentre qualche volto nuovo si aggira un po' spaesato. Turisti con lo zainetto posizionato alle spalle e con le macchine fotografiche agganciate al collo iniziano già a fare la loro apparizione bizzarra.
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Panarea
Chick-LitNadia Crea è una ragazza determinata, testarda e dagli occhi di un azzurro agghiacciante, tanto da ricordare il mare cristallino che la circonda da quando è nata. Abbandonata da un padre fantasma quando era ancora un minuscolo, quasi impercettibile...