1.New York

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Quanto mi era mancato il caldo di New York.

Anzi mi correggo: quanto cazzo mi era mancata New York, la città che non dorme: il caos, il continuo via vai di persone, l'aria di casa.

In questo momento emano gioia da tutti i pori, credo di essere più felice di quando nonna Marie ha vinto il primo premio al concorso per il giardino migliore del quartiere.
Okay, forse non così tanto. Però mi ci avvicino parecchio.

Senza niente togliere a Londra, New York rimane comunque la mia  città.
Ma lasciate che vi spieghi cosa sono andata a fare a Londra.
Semplicemente uno scambio culturale. Uno scambio culturale che però mi ha cambiato radicalmente. O meglio, le persone che ho incontrato mi hanno cambiato.

Comunque, sto iniziando a sciogliermi. Non sono più abituata a queste temperature.
Sistemo gli occhiali da sole tra i capelli e compongo il numero di mio fratello.
-Sorella.- risponde dopo pochi squilli.
-Ricordate ancora dov'è l'aereoporto, vero? Non vi siete persi?- rido nervosamente, con una famiglia come la mia, niente è impossibile. Potrebbero davvero essersi dimenticati del mio arrivo.
-Certo che lo ricordiamo, infatti domani saremo lì ad aspettarti.-
Cos? Ho sentito male io?
-Cosa?- domando, e credo di essermi appena autodistrutta un timpano a causa della mia voce stridula.
La risata graffiata dall'altro capo del telefono però, mi fa capire che stava solo scherzando.
-Scema, siamo qui.- mi informa.
-Non vi vedo.-
Mi guardo intorno. Proprio non riesco a individuarli.
-Dove?-
Ma non ricevo alcuna risposta. Jared mi ha appena chiuso il telefono in faccia. Ah, okay.

-Qui.- sento urlare nel mio orecchio.
Mi volto di scatto e salto in braccio a mio fratello, lanciando un gridolino.
Lui mi stringe a sè lasciandomi un bacio fra i capelli.
-Mi sei mancata, ranocchia.-
-Anche tu, ritardato.-
Rimango abbracciata a mio fratello, fin quando non sento il mio sedere a contatto con qualcosa di duro. Il pavimento.
-Ma che diavolo?-
Cosa è appena successo.
Alzo la testa e noto l'espressione dolorante di mio fratello e dietro una testolina bionda.
-Non esisti solo tu.- dice a Jared, lasciandogli finalmente i capelli.
Ed ecco a voi la mia migliore amica, la mia metà. Allison Jones.
-Abbracciami stronza!- grida, prima di lanciarsi sopra di me.
Rido con lei e la stringo forte tra le mie braccia.
Quanto mi è mancata.
Mi lascia andare anche lei e decido di alzarmi.
Sento gli occhi diventarmi lucidi e le lacrime salire agli occhi quando incrocio lo sguardo con quello dei miei genitori.
Mi fiondo tra le loro braccia e mi lascio coccolare.
-Piccola mia, ci sei mancata.- mi dice la mamma.
-Come sei cresciuta.- aggiunge papà.
Sorrido radiosa a tutti i miei cari.
-Adesso, andiamo a casa!- alzo le braccia e prendo per mano Ally iniziando a correre fra le migliaia di persone che ci sono.
-J, vecchi, a voi i bagagli!- e dopo aver mandato loro un bacio volante mi addentro tra la folla.

Casa dolce casa.
Sospiro di sollievo quando la mia schiena entra a contatto col mio materasso.
Chiudo gli occhi e sto così per non so quanto tempo, credo addirittura di starmi per addormentare. Quando la voce di mia madre interrompe il mio momento di pace.
-Abby, appena hai sistemato le valigie vai e saluta i Jones, Amanda non vedeva l'ora di rivederti!-
Che palle.
-Madre, sono appena tornata, lasciami in pace.-
-Abigail Jessica Williams, non fare la maleducata.- mi dice, con tono autoritario.
Sbuffo, e svogliatamente mi alzo dal letto, facendo la linguaccia a mia madre quando le passo accanto.


Due minuti dopo sono davanti alla porta dei Jones.
Sì, sono i nostri vicini di casa.
Ad aprirmi è Allison.
Già, la mia migliore amica vive a un passo da me.
-Ti mancavo già?- ghigna.
-No.- ridacchio, mentre lei si sposta per farmi entrare -Sono venuta a salutare i tuoi.- le spiego.
-Ah, capisco.-
Arriviamo in salotto, dove trovo Amanda e Jackson a guardare un film.
-Abigail!- Amanda si alza velocemente dal divano e viene ad abbracciarmi -Sei sempre più bella! Com'è andato il viaggio? Spero bene, ti sei riposata?-
Adoro Amanda, è solo troppo euforica per i miei gusti.
-Tesoro,- la richiama Oliver ridacchiando -respira.-
Anche la signora Jones si lascia andare a una risata -Hai ragione caro, perdonami Abby. È che sono così felice di rivederti!-
E io sorrido intenerita.
Io e Allison siamo cresciute insieme, Amanda è come una seconda mamma per me.

A interrompere il bel momento è l'animale domestico dei Jones.
-Mamma, sto uscendo. Chi era alla porta?- voce maledettamente sexy, ciuffo ribelle, giubbotto in pelle.
Brian Oscar Jones.
-Ma che cazzo.- spalanca gli occhi, e chiude e apre più volte la bocca, senza dire nulla.
-Tutto bene, Brian?- gli chiede il signor Jones.
-Sì,- dice piano -Abigail? Non dovevi tornare tra una settimana?- corruga la fronte.
-Già, ho deciso di anticipare.- alzo le spalle. E aggiungo un sorriso di cortesia.
Solo perché sono presenti i suoi genitori. Io e lui non andiamo proprio d'accordo in realtà.
Anche Brian decide di mostrarmi i suoi denti. No tranquillo, non si nota affatto che quel sorriso è falso.

-Beh, allora ci si vede in giro. Io vado.- si dilegua.
-Non fare tardi!- gli raccomanda sua madre.
Ma lui ha già chiuso la porta.

-È stato un piacere rivedervi. Ma adesso vado anch'io, sono molto stanca dal viaggio e mi piacerebbe riposare.- dò un ultimo abbraccio ai Jones prima di farmi accompagnare alla porta dalla mia migliore amica.
-Oggi ti dò tregua e ti lascio riposare. Ma domani, io e te, andiamo a sbronzarci.- mi dice sottovoce, probabilmente per non farsi sentire dai suoi, e dopo mi lancia letteralmente fuori da casa sua.

Sorrido scuotendo la testa mentre mi dirigo verso casa mia.

Eh sì, mi era proprio mancato tutto questo.

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