3. Jared ha rotto un nano da giardino

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*SCUSATE AVEVA PUBBLICATO I CAPITOLI IN DISORDINE, VI CONSIGLIO DI RILEGGERE QUESTO E POI PASSARE AL '4. BRIAN HA FUMATO ERBA'*

Tanti ragazzi, altrettanti cellulari e flash, una ragazza accasciata sulla scaletta della piscina, l'acqua di un colore verdognolo intorno a Susan.
Bleah. Disgustoso.
Potrebbe anche farmi pena, ma si tratta di Susan.
Credo che abbia appena dato ciò di cui parlare la prima settimana di scuola, e la seconda, e forse anche la terza. Sì insomma, fin quando non ci sarà un altro scandalo.
La cosa che più mi fa ribrezzo però, è la sua amica che non fa niente per aiutarla. Miranda Wilson se ne sta tranquillamente in prima fila, a ridere, con il flash puntato verso la sua amica. Questo mi fa cambiare idea, Susan Lopez mi fa decisamente pena.

D'accordo, so che me ne pentirò, ma non posso non fare niente.

Sospiro e mi avvicino alla piscina, porgendo la mano a Susan non appena sono accanto a lei.
-Ty, se non ti dispiace la porto in bagno.- gli dico. Lui annuisce e io entrò dentro la casa, sostenendo Susan.
Fanculo, questo è il  mio vestito di Gucci preferito, e adesso è sporco di vomito.

Percorro l'enorme corridoio della villa di Tyler, se non ricordo male, quarta porta a sinistra. E infatti.

-Senti, avvicinati al water e stai lì, vado a prenderti qualcosa da mangiare.-
Ma chi diavolo me lo sta facendo fare. Oh Giove, maledetto il mio lato gentile, che anche se duramente represso, ogni tanto torna.

La cucina di Ty è completamente incasinata, è pieno di bicchieri di plastica e ci sono due ragazzi che stanno limonando come se non ci fosse un domani.
No tranquilli, fate pure.
Quando la ragazza inizia a sbottonare la camicia del suo compagno però, capisco che devo darmi una mossa.
Vedo un pacchetto di patatine e mi affretto a prenderlo, per poi portarlo da Susan.
-Tieni.- lancio le patatine, che atterrano a fianco al bidet -Io vado, ciao. Riprenditi.- e mentre sto per chiudere la porta sento ringraziarmi debolmente.

Quando torno fuori, alcuni ragazzi hanno riniziato a ballare, mentre molti sono rimasti fuori.
Vedo la chioma bionda di Ally, e mi avvicino a lei, è in compagnia della squadra di football. Ci sono tutti.
Mammamia che bel vedere.
-Poi mi spieghi perché l'hai aiutata.- mi dice la mia migliore amica.
-Chiamala umanità.- alzo le spalle.
-Ehy, Abigail!- Kevin, un altro amico di mio fratello, anche lui componente della squadra di football, si avvicina a salutarmi.
-Ciao, Kev.- e anche lui mi pone le solite domande.
Come stai? Com'era l'Inghilterra? Ti sei divertita? Ti è mancata New York? La tua famiglia? E bla bla bla.
Anche il resto della squadra si aggiunge alla nostra conversazione, ridiamo e scherziamo, e sorseggiamo cocktail. Mi sto divertendo.

-Ragazzi!- ci sento male io o quella era una cornacchia? Ah no, è Miranda, ci sono andata vicino.
-Avete visto Brian?- per Giove, qualcuno la faccia stare zitta.
-Sono qua, Miranda.- risponde lui.
Si fa spazio per raggiungere Brian. Peccato che nel farlo, mi abbia dato una spallata.
Si volta, probabilmente essendosi accorta di aver urtato contro qualcosa. O meglio qualcuno, dato che sono io.
-Abigail, ciao.- sorride perfida.
-Chi non muore si rivede.- rispondo, dopo aver dato un ultimo sorso al drink.
La sua risata stridula mi costringe a portarmi le mani alle orecchie.
-Hai un microfono incorporato o un problema alle corde vocali? Ci stai assordando tutti.- è più forte di me. Io non ce la faccio a controllarmi.
Mi sento soddisfatta quando sento le risate del gruppo e Miranda diventa dello stesso colore del suo vestito. Fucsia.
A pensarci bene, quel vestito l'ho già visto da qualche parte. Oh sì. Su una delle mie Barbie, quando avevo 6 anni.
-Perché non sei rimasta a Londra?- qualcuno può dirle di smettere di urlare? Così non è possibile.
-Perché non sei rimasta nella pancia di quella santa donna di tua madre?- alzo le sopracciglia.
Apre la bocca ma la fermo con un gesto della mano, prima che possa rispondere.
-Senti, non ho intenzione di dare spettacolo. Puoi benissimo tornare da dove sei venuta. Solo una cosa, hai finito tempo fa di intimorirmi. Una sola battuta, una sola presa in giro, e io ti stacco tutti i capelli. A uno a uno.-
È ancora ferma, davanti a me, non se ne vuole andare.
-Non hai capito? Torna dalle tue amichette cheerleader.-
Dopo aver gridato, e probabilmente rotto qualche vetro, va via.
Grazie al cielo.

Non so come, non so quando, ma è partito un applauso generale.
Ridacchio e faccio un inchino.
Prima di tornare a ballare con Allison.
Abigail 1.
Miranda 0.

Ed è solo l'inzio.


-Sorella, in piedi.-
-Va' via, J.- brontolo, girandomi dall'altro lato.
-La mamma dice che se non ti alzi, verrà lei.-
Ma perché non posso mai essere lasciata in pace?
-Puoi almeno portarmi a cavalluccio?- provo a fare quella che dovrebbe essere una faccia dolce a mio fratello.
-E va bene. Salta su.- e si gira di spalle.

-Mi raccomando, piano nelle scal- ma non faccio in tempo a finire la frase che Jared è già al quinto scalino.
-Jared, guarda che cadiam- non faccio in tempo a finire nemmeno questa di frase.
-Ahia.- credo di essermi rotta un braccio. No, stavo scherzando.
-Ti avevo detto di andare piano!-
-Scusa.- ridacchia lui.
Sisi ridi, potevamo morire.

-Quando la smetterete con questi giochi da bambini di tre anni?- la mamma è ferma davanti a noi, con le mani sui fianchi.
Sorrido e vado ad abbracciarla -Mai, Rose. Non smetteremo mai.-

Siamo tutti a tavola, la mamma oggi ha fatto il pollo arrosto.

-Ieri sera avete tardato?- domanda papà, mentre taglia il pollo.
-Un po'.- risponde Jared.
-Quindi per che ora eravate a casa?- continua.
Manco fossimo in un commissariato e io e mio fratello avessimo l'accusa di omicidio.
-Le quattro.- dico, mentre Jared annuisce.
-Ah sì? Perché erano le cinque, quando le imprecazioni di Jared mi hanno svegliato.- sorride furbo papà.
-Ops.- J sorride nervosamente -Mamma, ho rotto uno dei tuoi nani da giardino. Di nuovo.-

-Non preoccuparti, ormai ho fatto la scorta. Ne ho tre o quattro in garage.-


Sono in balcone a fumare una sigaretta, non ho ancora comprato il posacenere, e sto messaggiando con Allison.
Stiamo decidendo come passare la giornata di domani. La settimana prossima inizia la scuola e ci vogliamo godere gli ultimi giorni di vacanza. Che schifo la vita.
Mi ha appena proposto di andare in spiaggia.
Spengo la sigaretta, lasciando gli ultimi due tiri, per poi andare in bagno, avvolgerla in della carta igienica e buttarla nel cestino.
Interessante, lo so. Ma come ho già detto, non ho ancora comprato un posacenere.

-Jared, domani andiamo in spiaggia.- entro in camera di mio fratello per informarlo, lo trovo in tenuta sportiva.
-Mhmh.- mi risponde distrattamente, troppo preso dal cercare qualcosa.
-Hai capito cosa ti ho detto?- continuo.
-Sì, domani andiamo in spiaggia, ci sento. Hai visto i miei auricolari?-
-Sono sul tuo letto, idiota. Dove vai?-
-In palestra.-
-Oh, vengo anch'io. Faccio una doccia e sono pronta.-
A Londra, Charlie mi ha contagiato la sua ossessione per il fitness. Così, ho iniziato ad andare in palestra e a mangiare più sano.


-Dimmi Ally.- tengo il telefono tra l'orecchio e la spalla, mentre cerco le chiavi di casa nel borsone.
Jared è tornato a casa, mentre io mi sono trattenuta, e sono anche dovuta tornare a casa a piedi.
-Ti ricordi che domani dobbiamo andare al mare?-
-Sì, tranquilla.-
-Che stai facendo?-
-Sono andata a iscrivermi in palestra, sto cercando le chiavi di casa.-
Trovate.
-Senti, Allison. Vado a farmi una doccia, non preoccuparti. Domani mi sveglierò in orario. Ciao.- e chiudo la chiamata.
Sono esausta.
Il tempo di fare una doccia e mangiare qualcosa, e subito dopo mi catapulto sul letto.
Mi sei mancato amore.

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