Capitolo 3

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"Scottino mio!" biascicò, reggendosi a malapena in piedi. "Mi sto divertendo da pazzi, sì, da pazzi" aggiunse, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

Era ubriaco marcio dopo solo tre drink. Era un bambino, lo sapeva.

"Stiles, dammi qui" ordinò Scott, levandogli il quarto drink appena ordinato. "Domani è lunedì e devi iniziare a studiare."

"Non voglio studiare, mi sono stancato."

"Tra un po' ritorniamo a casa e non toccherai i libri per un po' di tempo."

"Tra quanto?"

"Tre settimane."

"E' vero, Isaac?" domandò. Era ubriaco non stupido.

"E' tutto vero, Stiles. Ora andiamo, in questi giorni hai bevuto più del dovuto e ora hai bisogno di riposarti."

"Ho solo bevuto per tre giorni, non è tanto, amico!" protestò, alzandosi dalla sedia e appoggiandosi a Scott. "L'amore fa schifo e l'alcool è un'ottima risorsa, vero, amico?"

"Vero."

"Visto, Isaac? Io ho sempre ragione. Sempre!" dichiarò, prima di chiudere gli occhi e lasciarsi guidare da Scott.

Solo di lui poteva fidarsi, in fondo era come un fratello per lui.


Era già mattina. Perché il tempo scorreva così in fretta quando lui si dedicava anima e corpo all'alcool?

"Sei sicuro di vole--"

"Non parlare!" dichiarò fermandosi sulla soglia della porta.

Non era ancora riuscito a comprendere come in quel momento si stesse reggendo in piedi, ma di sicuro era un miracolo.

Si sentiva un completo straccio e non solo stava morendo di sonno, ma un continuo rumore stava martellando la sua testa facendolo quasi impazzire.

Ed era tutta colpa sua e della geniale idea di ubriacarsi per dimenticare i suoi sentimenti calpestati e la sua stupidità nell'averci creduto troppo.

"Stiles, non ti reggi in piedi."

"Ho un esame a fine settimana, devo studiare!" affermò, prima di indossare gli occhiali da sole e passarsi le mani fra i capelli che erano un totale disastro. "Ci vediamo durante la pausa pranzo" aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle e dirigersi a passo lento verso la biblioteca.

Era molto grato a Scott per tutto quello che aveva fatto. Si era occupato di lui durante quel fine settimana e non lo aveva lasciato solo neanche per un minuto.

Nonostante il post sbornia, il cuore spezzato e le occhiaie era ancora vivo solo grazie al suo migliore amico.

Raggiunse la biblioteca nel giro di venti minuti. Barcollava, aveva la mente intasata di pensieri e l'unica cosa che desiderava in quel momento era sparire dalla circolazione oppure perdere la memoria.

Occupò uno dei tavoli più isolati e con estrema lentezza iniziò a tirare fuori i numerosi appunti che lo avrebbero aiutato a superare l'ennesimo esame.

Quello sarebbe stato il penultimo se tutto fosse andato per il verso giusto, ma per come stava sia fisicamente sia mentalmente non aveva proprio le forze e la volontà di studiare.

"Stai fissando quei libri da più di dieci minuti, Stilinski."

Stiles sollevò di scatto lo sguardo e si sorprese nel riconoscere la bella Lydia Martin al suo fianco che con le braccia sui fianchi gli stava lanciando un'occhiataccia.

"Ciao, Lydia" mormorò solo.

"E' questo il modo di salutarmi?"

"Oggi non è giornata."

I will wait for you ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora