E si chiude in bellezza con 7k, vi amo tantissimo, grazie di tutto. Godetevi il capitolo e se volete piangete con me per la fine di questa storia, un bacio
———————————————————————Chiedere scusa non era mai stato il suo forte, non si era mai abituato a farlo in tutta la sua vita e certamente non ne era pienamente capace.
Gli si stringeva il cuore al solo pensiero di far del male a qualcuno a tal punto da arrivare a chiedere scusa in ginocchio, a piangergli davanti in casi estremi.Proprio per questo non avrebbe mai pensato di doverlo fare con la persona che amava, ritrovandosi invece a dover chiedere scusa sempre più spesso, a fare e a farsi del male sempre più spesso.
Le mani di Harry tremavano silenziosamente attorno al manico della borsa che teneva tra le sue dita affusolate, i minuti passavano come ore mentre si ritrovava rinchiuso nell'abitacolo quasi soffocante del taxi che aveva avuto la fortuna di riuscire a fermare per farsi portare a casa.
L'aria iniziò a mancargli a tal punto da dover chiedere all'autista se fosse possibile abbassare i finestrini, venendo accontentato subito dopo con un cenno del capo. La valigetta che prima stringeva quasi a tal punto da farsi del male era capitombolata a terra con un rumore sordo, i suoi arti avevano raggiunto velocemente l'estremità della propria camicia bianca, andando a sbottonare i primi quattro bottoni e ad allentarsi il colletto, poco prima di girare velocemente la scomoda manovella che azionava il meccanismo per aprire il finestrino.
Una folata di vento fresco invase l'abitacolo quasi immediatamente, invase i sensi di Harry, il suo viso, la sua pelle ed i suoi capelli. Si concesse di chiudere gli occhi per qualche secondo, godendosi la freschezza che bramava tanto, quella che lo stava aiutando, anche se in piccola parte, a calmarsi.
Le dita del ragazzo continuavano però a prudere dalla voglia di grattarsi qualunque parte del corpo fosse raggiungibile, l'ansia lo stava mangiando vivo e i pensieri gli attanagliavano la mente come fossero squali all'attacco di una preda indifesa, seminando caos e sangue da tutte le parti.
Certamente il fatto che stesse passando tutto il tempo a sua disposizione a rimuginare su come sarebbero potute andare le cose (non che avesse altro a cui pensare) non lo stava aiutando, interrogarsi su cosa avrebbe fatto se Louis non lo avesse perdonato men che meno. Gli avrebbe lasciato vedere almeno Adie?
Il riccio scosse debolmente la testa: vedere solo Adie non gli sarebbe bastato, certo che no. Aveva bisogno di tutta la sua famiglia, compreso il figlio che ancora Louis portava in grembo.
Harry andò nuovamente a stringere il suo borsone semivuoto in una mano, pensando alla camera in cui aveva alloggiato, e dove, tra parentesi, aveva dormito da cani. Non voleva tornarci, certo che no.Il suo sguardo vitreo era preso nel viaggiare senza meta dal finestrino ai sedili in pelle, dall'autista ad una gelateria all'angolo, dal semaforo rosso ad una strada fin troppo familiare.
Poco dopo le ruote del mezzo presero a scricchiolare piacevolmente sul tratto di terra sterrato e disseminato dalla ghiaia.Erano
arrivatiDavanti ai due si estendeva la grandezza dei giardini di casa Styles-Tomlinson, la villetta rosso mattone spiccava in mezzo a tutto quel verde.
Harry si accorse di essersi incantato ad osservare il tutto solamente quando l'anziano signore parlò, avvisandolo del fatto che fossero arrivati a destinazione.
Il mormorio che gli aveva riservato, un "Grazie" quasi balbettato, era stato accompagnato dalla sua mano che gli consegnò una banconota, andando subito dopo a scendere dal veicolo posteggiato nel vialetto di casa sua.
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Overlord ; larry stylinson
أدب الهواة𝓬𝓸𝓶𝓹𝓵𝓮𝓽𝓮𝓭 ❝Harry e Louis si incontrarono per la prima volta la sera del 6 giugno 1944, pensavano fosse stata solamente l'avventura di una notte, un'attrazione giustificata dall'immensa bellezza di entrambi. Saranno destinati ad incontrarsi...