2) PERCY

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Incontrai Annabeth al laghetto delle Canoe. Lei non indossava niente di speciale, ma a me appariva bellissima. I suoi lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle, la pelle abbronzata le risaltava gli occhi grigi come nuvole temporalesche. Aveva una maglietta arancione del Campo Mezzosangue, dei pantaloncini di jeans, gli orecchini a forma di civetta in argento che le aveva regalato il padre e la collana del campo. Nella collana c'erano le perle di terracotta del campo, che rappresentavano ogni estate che vi si passava, l'anello di suo padre ( un dono di Atena) ed il pezzo di corallo che le avevo regalato all'inizio della nostra relazione.
« Ehi. Com'è il tuo primo giorno da diciassettenne?»mi chiese.
«Normale. È tu? Come va? »
«Bene. C'è per caso qualcosa che vuoi dirmi? »
« Mmmh... - feci finta di pensare - Ah sí! Una cosa ci sarebbe. - mi guardò con i suoi occhioni grigi pieni di aspettative. Mi venne quasi il dispiacere di distruggergliele. Quasi. - Sai che giorno è oggi? »
Annabeth cominciò a guardarmi in cagnesco, con la percettibile sensazione che se non si fosse sforzata di trattenersi, mi avrebbe strangolato.
« SANTI NUMI! PERCY JACKSON! Sei il peggior fidanzato della storia! Un... Un...» E borbottò qualcosa in greco antico che avevano un suono tanto famigliare a minacce molto più che fattibili. Quando ebbe finito sì voltò e impettita fece per andarsene, ma la fermai prendendole la mano.
«Certo che mi ricordo! È il nostro anniversario. Auguri Sapientona. »
Mentre le dissi ciò, la guardai negli occhi dove la rabbia e la tristezza incominciavano a smorzare i. Ma era evidente che non mi avesse ancora perdonato.
«Sei un grandissimo idiota! Farmi scherzi del genere! Proprio oggi poi»
Replicò lei.
« Eddai Annabeth. Era solo uno scherzo innocente. »
« UNO SCHERZO INNOCENTE?!! »
Era furiosa, ma mi sporsi e le diedi un bacio, sperando che mi perdonasse.
«Perdonato?»Chiesi speranzoso.
«No.» mi rispose lei ferma, con gli occhi duri come marmo.
Allora le diedi altri due baci, e vidi la sua espressione un po' più dolce, così pensai che mi avesse perdonato.
<«Per farmi perdonare del tutto per questo scherzetto - iniziai - ti ho preparato una sorpresa. »
I suoi occhi diventarono pieni di curiosità, ma erano comunque ancora distaccati e diffidenti.
«Sarà meglio per te Testa d'Alghe.»
« Allora ti verrò prendere alla tua casa durante il falò, okay?»
« Okay.»
E se ne andò impettita
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Dopo la cena, andai a prenderla alla Casa di Atena.
Ero vestito con una semplice camicia bianca e dei pantaloni di jeans grigi fino al ginocchio.
Stavo pensando alla serata che avremmo passato, quando una voce mi sorprese
<«Si sta preparando. »
Era Malcolm, uno dei fratellastri di Annabeth.
« Okay. » Risposi.
Tra di noi calò un silenzio al quanto imbarazzante, fin quando Malcolm non ruppe quel momento snervante.
«Senti, parliamo chiaro. - a quelle parole e a quel tono autoritario, mi irrigidì - Stasera tratta bene Annabeth, va bene? In questi giorni non sta molto bene, quindi vorrei...»
« Io sto benissimo. Vero Malcolm? » Era Annabeth, la quale era uscita dal bagno abbastanza infuriata. La ragazza guardò un momento il fratello con un occhiata abbastanza eloquente da insospettirmi sul fatto che ci fosse già stata una conversazione sull' argomento.
« Sì sì. Buona serata.»Disse nervoso il figlio d' Atena, e se ne andò.
Guardai Annabeth. Era più bella di Afrodite, e io l' avevo vista di persona.
Indossava la collana del campo, gli orecchini d'argento, una maglietta blu con le maniche lunghe in pizzo con lo scollo a barchetta, dei pantaloncini neri e delle scarpe da ginnastica. I capelli erano raccolti in una treccia laterale, lasciandole scoperto il viso. Quasi mi mancò il fiato.
«Stai... Benissimo...»dissi, evidentemente abbagliato dalla sua bellezza.
« Oh, grazie.» Rispose la ragazza, arrossendo.
Cominciammo ad andare verso la spiaggia, quando, davanti al mare, la fermai. Le coprí gli occhi con le mani e la condussi verso la sorpresa che avevo preparato.
Quando aprì gli occhi, la ragazza si trovò davanti ad un telo da spiaggia contornato da delle lanterne illuminate da candele. Rimase senza fiato per qualche secondo, cosa che non succedeva molto spesso. Era una cosa semplice, che avrebbero potuto fare tutti, ma la stupì lo stesso.
« È... Bellissimo...» Disse con un filo di voce. La condussi a sedersi sul telo, con il mare di Long Island e le stelle che le illuminavano gli occhi. Eravamo seduti, vicini, senza nessuno che ci guardasse o disturbasse. Era tutto perfetto, Annabeth era al settimo cielo, ed a me bastava solo questo per essere felice.
« Ho preparato altre due sorprese per te. Per la prima devi guardare in alto.»
Quando alzò gli occhi, vide la scritta "TI AMO SAPIENTONA" fra le stelle, scritta plasmando l' acqua. Rimase senza fiato qualche attimo, più cominciò a parlare.
« Non... So cosa dire. Davvero, è tutto... Stupendo. » Disse con il suo solito luccichio negli occhi. Quando si girò verso di me, le feci la sua terza e ultima sorpresa una collana con un ciondolo in argento, il quale rappresentava una civetta ed un tridente. Sul lato opposto c'era scritta una frase.
" NON CI LASCEREMO MAI
TESTA D'ALGHE"
Quando la vide, le sembrò davvero felice. Le mise la collana, e, quando si voltò, sì baciarono. Ma non fu un bacio qualunque,. Fu un vero bacio. Con mille significati e mille promesse. Con un impeto così sconvolgente che se ci vedesse Afrodite come minimo si sarebbe già messa seduta con un pacco di popcorn in mano e dei fazzoletti dall'altra. Quando ci staccarono per prendere fiato, restammo vicini, ad accoccolarci sul telo. Mi sembrava tutto perfetto, troppo perfetto. E, come per confermara la mia ipotesi, qualcosa interruppe il nostro momento.
Delle urla squarciarono l' incantevole silenzio, richiamando la mia attenzione.
« Annabeth! Annabeth!»
Quando la sentì pure lei, si alzò perplessa, come se riconoscesse la voce e volesse accertarsene. Quando avanzò di qualche passo verso il ragazzo che urlava il suo nome, si piegò in due. Sarebbe caduta a faccia in giù se non ci fossi stato. Una volta che l 'ebbi presa, mi accorsi che con le mani si teneva il cuore, come se ci fosse un dolore che la affligesse.
Lei si voltò verso di me, con i suoi occhi grigi pieni di lacrime e dolore. La strinsi forte a me, mentre piangeva sul mio petto. Non sapevo cosa avesse, non sapevo perché quel ragazzo la stesse cercando e non sapevo neanche perché avesse avuto quella reazione al suono della voce di quello sconosciuto. Dovvetti aspettare solo qualche attimo per ricevere tutte le risposte, o quasi.
Il ragazzo si avvicinò.
«Ciao. Sto cercando Annabeth Chase. La avete vista? »Chiese.
«Perché la cerchi? Chi sei?» Risposi calmo anche se ero tutt'altro.
«Non sono affari tuoi. La hai vista sí o no?»
Ora veramente mi stavo arrabbiando. "Chi si crede di essere" pensai.
«Invece sono anche affari miei, visto che Annabeth è la MIA ragazza! » Ribattei.
In quelle parole potrei aver messo un po' troppa forza. Ma, ehi! Quel tizio mi stava dando davvero sui nervi.
« Bè, non credo che ad Annabeth farebbe piacere che tu stessi con un'altra ragazza in questo momento. - insinuò - comunque io sono...»
«Magnus» disse Annabeth con un filo di voce, e si voltò.
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Ciao ragazze ❤
Volevo chiedervi se vi piace come storia. Comunque secondo voi cosa succederà alla vita di Percy ed Annabeth? Cosa farà questo Magnus? E perché Annabeth ha reagito in quel modo?
Kiss Giuly💋

La maledizione dei due fuochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora