Ero molto confuso.
Annabeth conosceva quel tizio?
Quando si fu voltata, Magnus rimase di stucco. Una volta che si fu ripreso, allargò le braccia per abbracciarla, ma io glielo impedì. Non sapevo perché lo feci, ma avevo una strana sensazione. Il modo in cui la cercava, in cui lei aveva pianto e quel suo strano dolore al petto... tutto questo non mi tornava.
« Ehy, Annabeth. Da quanto tempo! » disse il ragazzo con un sorriso.
« Non sapevo che fossi tu. Non è che puoi dire a questo ragazzo di lasciarci soli?»
Annabeth lo guardava con rabbia e amarezza, come se una vecchia ferita si fosse riaperta.
« No, Percy resta. Con lui non ho nessun segreto. Soprattutto se centri tu... » Rispose lei con fermezza.
« Okay, come vuoi. Ti dovrei parlare di...»
« Oh, parlare. TU devi parlare. No, tu non parlerai. Perché ora ti dirò io due cosette. - lo interruppe bruscamente - NON SONO PIÙ DISPOSTA AD ASCOLTARTI! A ME LE TUE SPIEGAZIONI NON INTERESSANO! TU NON PUOI VENIRE QUI, DI PUNTO IN BIANCO E CAPOVOLGERE LA MIA VITA COME SE NIENTE FOSSE! Tu non puoi venire ed aspettarti che dopo che... che tu mi hai... mi hai abbandonata - la sua voce era rotta dai ricordi più dolorosi - da piccola, lasciandomi sola senza nessuna spiegazione, tutto torni apposto. Anzi, una spiegazione c'era. Ed era esattamente" Io me ne vado perché ti ODIO"!»
A quel punto desiderai solamente riempirlo di botte.
"Come si era permessa di farla soffrire in quel modo?!" Pensai.
Ma Annabeth non aveva ancora finito.
« Io non ti permetto di venire qui e di rovinarmi di nuovo la... la... » Questa volta non furono i ricordi a farle male. Ma il cuore. Sì piegò ancora in due, però questa volta si girò verso di me.
«Ti amo. Scusa. »
Mi disse solo queste tre parole, con un fievole respiro ed un debole sorriso, guardandomi con i suoi magnifici occhi grigi nei miei verdi, prima di svenire.
Mi sentì invadere dalla rabbia e dalla paura.
Magnus fece per avvicinarsi, ma lo allontanai.
«Non devi toccarla! » Gli urlò Percy.
Presi il telefono di Annabeth e chiamai alcuni ragazzi della casa di Apollo e Malcolm.Ero distrutto.
Sia fisicamente, che moralmente.
Rimasi con Annabeth in infermeria, sveglio tutta la notte, a tenerle la mano ed a pregare gli dei, anche quelli che non sopportavo, per farla svegliare. Purtroppo, le notizie che mi ebbero dato i migliori guaritori della casa di Apollo, non erano nemmeno lontanamente positive. Mi dissero che non sapevano che cosa le avesse preso al cuore e che, per scoprirlo, c'era solo un modo.
Scoprire chi lo avesse provocato.
Malcolm, mentre i figli di Apollo dissero quelle informazioni, era particolarmente nervoso. Lo studiai.
« Tu sai che cosa le è successo vero Malcolm?» Gli chiesi.
«Sì, lo ammetto. Ma Annabeth ci aveva fatto promettere di non dire nulla. Io te lo stavo per dire ieri sera, ma è sbucata fuori... » Rispose.
« Dimmelo ora, allora, ti prego»
Sospirò.
«Non so precisamente cosa le sia successo ma so chi ha una parte in questa storia. - alzò lo sguardo, come se stesse per dire qualcosa che non gli sarebbe piaciuto. - È mia madre, Atena.»
A quella risposta mi turbinavano un sacco di domande in testa, ma soprattutto un'emozione: la rabbia.
Diedi voce solamente ad una domanda.
« E come mai, dopo tutte le cose che ha fatto passare ad Annabeth con la storia del suo marchio e della sua statua, Atena, le avrebbe fatto questo?»Dissi con il tono di voce più calmo che riuscì ad avere.
«Non lo so - ammise il ragazzo - ma so, che in qualche modo centri tu.»
Quella frase mi fece arrivare l'umore fino al Tartaro.
Insomma, sapeva che la Dea non nutriva particolare affetto per i figli di Poseidone, soprattutto una volta scoperto che ci eravamo fidanzati, ma far soffrire una sua figlia per questo? In particolar modo Annabeth, la quale la aveva sempre onorata e rispettata in ogni modo possibile e immaginabile?
« In che senso c'entro io? »domandai mentre guardavamo Annabeth distesa sul letto dell'infermeria.
« Non ne ho idea. Ma una notte Annabeth si dimenava nel sonno, delirando parole tra cui "Mamma" e - deglutì - "Percy".»
Quella risposta non mi piacque per niente, perché ogni volta che c'erano in una frase "Atena" ed il mio nome, beh, non succedeva mai nulla di buono. Malcolm se ne andò.
«No... Madre... No... Percy...»
Era Annabeth, parlava e si dimenava nel sonno. Stava facendo un incubo, come la maggior parte dei mezzosangue, ma parve più spaventoso degli altri. Mi si strinse il cuore. Le accarezzai la guancia. Lei aprì gli occhi. Era fredda e molto pallida. I suoi occhi erano assenti. Non trasmettevano nessuna emozione, se non... dolore. L' ultima volta che l' ebbi vista così, fu...nel Tartaro e, in silenzio, le promisi sullo Stige che l'avrebbe aiutata.
«Ehi, eccomi. Sono qui. Non ti libererai così facilmente di me. » Dissi dolcemente con un sorriso, ma dentro stavo morendo di preoccupazione, tristezza e... Paura.
La paura di perderla ancora.
Lei fece un debole sorriso.
« Ehi, ti prometto che starai meglio. - la baciai - Non andrai via da me. Farò tutto quello che sarà necessario, lo prometto sullo...»
« NO! - lo interruppe lei - Non... non promettere sullo Stige... Non sai quello che dici...»
Le baciai la mano che stringeva.
« Ti amo. » Le sussurrai.
« A-anche io, Testa d'Alghe.»
Ad un tratto in infermeria si precipitarono Piper, Rachel, Jason e Grover.
«Oh, no! Rachel, è successo di nuovo!» Disse Piper.
« Cosa? Sapete cosa ha?! Da quando ha questi attacchi?! »Domandai evidentemente allarmato.
« Da quando ha recuperato la statua.» Rispose Rachel.
Tutti le guardammo attoniti.
«E perché nessuna di voi due me lo ha detto?»
« Perché Annabeth non voleva.» Rispose Rachel.
Annabeth aprì a fatica gli occhi.
«Ehy... ragazzi... - tossì - Rachel... Piper... mandate via tutti...fate quello che dovete fare...»
«Okay, ma sai che non durerà come le altre volte, vero?»
Annabeth rispose con un cenno.
«Come vuoi. - sì voltò verso di noi.- Dovete uscire.»
« Aspetta! Cosa dovete fare? »
Le tre ragazze si guardarono.
« Non... non ti preoccupare... » mi disse Annabeth sorridendo.
Non volevo lasciarla, ma uscì con gli altri.
Quando fummo fuori dall'infermeria, vidi Magnus.
"Che cosa ci faceva lui lì?!!" Pensai.
«Che cosa ci fai qui?» Dissi rivolgendo lo sguardo verso Magnus.
« Sono solo venuto a vedere come stava.» Rispose con aria innocente.
« Non fare il finto tonto con me. Ho visto com'è era Annabeth quando ti ha parlato. Era furiosa!»
Magnus non reagì, anzi, continuò a fissarlo.
« Che hai da guardare?»
« Sto cercando di capire cosa ci trovi in te Annabeth. Insomma... Parliamo seriamente, non hai nemmeno capito cos'ha.»
« Perché, tu lo sai? » Ringhiai.
«Oh, sì. Ma non te lo dirò. Te lo deve dire lei.»
Mi sentì esplodere. L'acqua della fontana stava ribollendo. Grover percependo, con il suo legame empatico le mie emozioni, mi toccò la spalla e subito, capì che stava perdendo il controllo. Dopo questo fatto, il gruppo rimase in attesa di notizie di Annabeth, in silenzio.
------------------
Ciao ragazze❤!
Questo è il nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Mi spiace per come ho descritto Magnus (non ho ancora letto il libro quindi devo andare per intuito) comunque non ve la prendete.
Secondo voi perché Atena c'entro con questa storia?
Commentate che shop preferite. Io Percabeth Forever ❤❤❤
Kiss Giuly ❤
![](https://img.wattpad.com/cover/141659202-288-k768579.jpg)
STAI LEGGENDO
La maledizione dei due fuochi
أدب الهواة❗ATTENZIONE! SPOILER DELLA SAGA EROI DELL'OLIMPO ❗NON HO ANCORA LETTO LA SAGA " MAGNUS CHASE E GLI DEI DI ASGARD" E LA SAGA " LE SFIDE DI APOLLO". QUINDI TUTTI I PERSONAGGI E AVVENIMENTI NON RIGUARDANTI LE PRIME DUE SAGHE SONO INVENTATI Annabeth e P...