Capitolo IV

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Harry rimproverò la giovane per il ritardo da lei commesso e lei si fece perdonare immediatamente lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia. 

Entrambi sorridevano, qualcuno avrebbe potuto benissimo scambiarli per due ragazzi perdutamente innamorati, ma la natura del loro amore era differente. La loro amicizia era composta da debolezze e sofferenze condivise, da lacrime versate, da sorrisi spontanei e da un calore che inonda ogni singolo millimetro del corpo, un calore che da la forza per combattere, per vivere. Un calore che si prova con una madre, quando prepara il  pasto preferito per vedere spuntare una scintilla di felicità nei vostri occhi. O con un padre, quando gioisce vedendovi per la prima volta correre su una bicicletta senza rotelle, senza una sicurezza.

Per Harry, Hermione e Ron erano la sua famiglia. Erano tutto. E lo dimostrava ogni attimo che donava un sorriso rassicurante ad Hermione, solo per vedere quelle labbra arricciarsi e vedere quegli occhi rasserenarsi. O quando rincuorava Ron, sapendo della sua fragilità e insicurezza. 

Aprirono la porta e immediatamente gli occhi ridotti a due fessure di un uomo fissarono i due alunni, leggermente in ritardo. 

Era un uomo abbastanza alto, magro, occhi scavati color smeraldo, viso scarno, capelli folti, bianchi, sistemati verso la parte posteriore del capo.

Nonostante il suo aspetto austero, non incuteva timore. Trasmetteva risolutezza, compostezza, ma ciò non metteva in disagio, non sembrava sgradevole.

-Buongiorno, signori. Voi siete...- incurvò leggermente le labbra.

-Harry Potter e Hermione Granger, signore.- disse il ragazzo con estrema educazione.

-Bene, accomodatevi-

Harry si sedette con Hermione in un posto infondo la classe. Harry sembrava soddisfatto di ciò che vedeva, non aveva avuto una brutta impressione di lui.

Hermione no. Lei lo osservava accuratamente, dalla testa ai piedi, non lasciando sgattaiolare nessun dettaglio, che avrebbe potuto fare la differenza.

-Hermione...perché lo fissi cosi?- Il ragazzo sopravvissuto le diede un colpo sul braccio per attirare la sua attenzione. Si girò verso il compagno, poi tornò a studiare la figura dell'uomo.

-Non so, c'è qualcosa di strano in lui...-

-A me non sembra- rispose cauto.

-Beh, io ieri...- furono interrotti dal richiamo dell'insegnante.

-Granger, se le piace così tanto chiacchierare, venga con me dal preside. Le assicuro che avrebbe modo di intrattenere una conversazione più interessante.- l'ironia dell'uomo bruciò il cuore di Hermione.

La classe guardava la ragazza con occhi sgranati e lei non era da meno. La sua reputazione e la sua carriera scolastica impeccabile stava per essere distrutta. Il cuore le batteva forte a causa di quella situazione stressante e imbarazzante.

La grifona non credeva alle sue orecchie, stava per andare dal preside per aver biascicato qualcosa al suo compagno.

-Mi segua- l'incredibile risolutezza era disarmante.

Hermione chinò il capo e seguì quella figura longilinea.

Camminarono per un po' fino a che non furono lontani da occhi e orecchie indiscrete.

Il professore impugnò la sua bacchetta in legno di castagno e la puntò alla gola della ragazza, facendola scontrare contro il gelido muro.

-Signorina, cosa stava riferendo al suo amico?-

Non uscirono altro che parole strozzate dalla sua gola. La paura prese il sopravvento, rendendole difficoltoso persino respirare.

-RISPONDA!- gridò improvvisamente. Gli occhi di lei iniziarono a pizzicare.

   Griffiths si fece bastare quel silenzio, io credo anche abbastanza eloquente, e continuò a tenere la presa salda.

-Non si azzardi a riferire l'accaduto ad anima viva, mia cara mezzosangue, o le conseguenze di tale azione saranno distruttive. E ricordi che anche i muri hanno le orecchie.-

Gli occhi color smeraldo erano incastrati in quelli di Hermione. Cercava di guardare altrove, ma sembrava costretta a guardare quegli occhi gelidi ricolmi di cattiveria, occhi infuocati, occhi che lasciavano trasparire un odio... puro.

Ma perché la odiava? 

Mezzosangue.

La parola riecheggiava nella sua mente come se fosse un déjà-vu di liti passate.

Poi come un lampo, ricordò tutti gli insulti di Malfoy.

Le stesse parole di Draco.

Lo stesso odio di Draco.

-Courage-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora