La sera del disastro

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Tutto cominciò una sera di Agosto, Wendy era in vacanza in montagna ,come tutti gli anni, e come quasi tutte le sere lei e i suoi amici erano scesi nel paesino vicino per bere e divertirsi. "E' una serata tranquilla" pensò mentre percorrevano la strada per giungere a destinazione, ignara di tutto ciò che sarebbe accaduto dopo. Il viaggio in macchina fu divertente, tra canzoni e Tim, il suo migliore amico da sempre, che ad ogni curva si lasciava andare su di lei e su Mark, un altro ottimo amico anche se un po' pieno di sé. In pochi minuti arrivò il momento di scendere dall'auto e, dopo aver ringraziato il padre di Tim, scesero tutti e si incamminarono ai giardini vicino alla piscina per incontrare Julie. Julie era entrata a far parte del loro gruppo soltanto l'anno prima ma nonostante ciò l'avevano subito fatta sentire come parte della famiglia e Wendy sentiva che in lei c'era qualcosa che la attirava moltissimo. Arrivati nel punto dell'incontro si salutarono tutti e quattro con un grande abbraccio e non appena si fu liberata dalla presa degli amici Julie disse "Allora ragazzi, andiamo a prendere qualcosa da bere e facciamo partire questa serata!". Tutti annuirono e mentre si incamminavano Wendy si perse come sempre nei suoi pensieri; pensava al suo ragazzo, Peter, con cui stava ormai da più di due anni e pensava a Julie che l'attirava così tanto. "Julie è la tipica ragazza un po' ribelle e che ama divertirsi" pensò "insieme saremmo una coppia invidiabile". Subito dopo aver fatto quel pensiero Wendy scosse la testa per scacciarlo via, non poteva permettersi che le piacessero le ragazze, non voleva. Nel frattempo avevano percorso il tratto di strada dai giardini al bar che sapevano gli avrebbe venduto alcolici. Wendy era ancora persa nei suoi pensieri quando Tim la fece tornare alla realtà "Terra chiama Wendy, tesoro ci sei? Va tutto bene?" chiese preoccupato. Dopo quelle parole Wendy si rese conto di essere di fronte al bar e si affrettò a rispondere "Certo, tutto benone, lo sai che mi perdo ogni tanto, come farei senza di te". Sul viso di Tim si spalancò un enorme sorriso rivolto all'amica che lo prese per mano e condusse tutti all'interno del locale. Non appena furono dentro, i quattro amici vennero frastornati dalla melodia di Firestone di Kygo e dalle chiacchere fin troppo rumorose della gente lì intorno. Dopo un attento scrutinio al menù delle bevute si diressero verso il bancone per ordinare e, ovviamente, lasciarono che fosse Mark a parlare "Salve, prendiamo due vodka lemon, una birra e un martini grazie. Tutto da portare via". Mentre aspettavano che i i drink fossero pronti si sedettero su uno dei divanetti ancora liberi e Tim allargò le braccia per far posto a Wendy che si appoggiò delicatamente alla sua spalla. Sentire il braccio del suo migliore amico attorno alla sua vita le era sempre piaciuto, si sentiva al sicuro e protetta. Cominciarono a parlare delle persone che avevano intorno finchè Mark non se ne uscì con un delicatissimo "Ma come diavolo si è vestita quella?! Sembra mia nonna nei momenti peggiori". Ci furono due secondi di silenzio in cui Tim, Julie e Wendy si scambiarono degli sguardi increduli ma poco dopo scoppiarono tutti in una sonora risata. Continuarono a parlare fino a che la barista li chiamò per prendere i drink che finalmente erano pronti. Tutti coi drink in mano uscirono dal locare per dirigersi di nuovo verso i giardini con l'intento di andare al bocciodromo per potersi sedere e parlare in tranquillità. Una volta arrivati tutti e quattro presero posto per terra e, dopo qualche minuto, Mark propose "Perché non giochiamo a obbligo o verità?" e tutti annuimmo entusiasti. Tim si propose volontario per cominciare e indovinate un po' chi scelse? Esattamente, Wendy. "Wendy, obbligo o verità?" la ragazza, già con le idee un po' confuse per l'alcool, rispose obbligo e quello fu l'inizio della fine per lei. "Okay, vediamo...Ci sono! Ti obbligo a baciare Julie". Quella frase fece gelare il sangue nelle vene di Wendy che guardò Julie e pensò "Non può succedere davvero, io non posso essere così, non voglio. D'altra parte però è un obbligo e credo che la penitenza sarebbe qualcosa di molto molto peggiore...Sono nel panico più totale."


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