La fine.

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Mentre la nostra piccola Wendy era ancora sconvolta per la richiesta dell'amico, nella città da cui veniva, nello stesso istante, Jane camminava per le strade del tutto sconvolta e senza una meta. Ma partiamo dall'inizio.
Quella sera Jane si era fatta bella, indossava un vestitino nero che le cadeva perfettamente sul corpo, non troppo corto, appena sopra il ginocchio, delle Dr. Martens nere basse e si era lisciata quei bellissimi capelli castani. L'accessorio più importante però rimanevano i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi di un azzurro profondo e penetrante. Prima di uscire si era guardata milioni di volte allo specchio, voleva essere perfetta per l'incontro. Quando finalmente si sentì pronta si mise il suo fidato cappotto blu come i suoi occhi e, dopo essersi ricontrollata e spruzzata per la millesima volta il profumo e dopo aver chiuso la porta, si incamminò verso il luogo dell'incontro che distava poco dal suo appartamento. Mentre camminava con le sue cuffiette nelle orecchie e ascoltava "Flashlight" della cantante Jessie J (che adorava) si ritrovò a pensare alla bellezza della città che stava attraversando. Firenze le era sempre piaciuta, non solo per la storia ma anche per tutta l'arte che conteneva e lei di arte se ne intendeva; frequentava l'Accademia delle Belle Arti infatti. Che sia stato per l'arte, per l'atmosfera gioiosa e spensierata, per il sapore d'estate o per il fatto che stava andando ad un appuntamento con l'amore della sua vita, Jane stava bene e, ignara di quello che sarebbe accaduto, si stava godendo la quiete prima della tempesta. In un attimo si ritrovò davanti al posto dell'appuntamento con cinque minuti di anticipo così decise di sedersi in disparte ad osservare le persone. Le era sempre piaciuto osservare le persone che si spostavano, chi lentamente e comodamente e chi troppo di fretta persino per guardarsi intorno, le piaceva vedere come tutto intorno a lei scorresse e adorava notare ogni particolare e stamparselo nella mente per poi poterlo dipingere in uno dei suoi quadri. Quei cinque minuti di attesa le parvero eterni e quando alzò lo sguardo finalmente la vide: la sua ragione di vita, l'unica ragazza che avrebbe mai potuto amare e senza la quale era persa. Si alzò in fretta e con un sorriso che illuminava ogni cosa le andò in contro "Ciao Rose, amore mio" la salutò ma quando fece per darle un bacio lei la fermò. In quel momento Jane si sentì fermare il cuore, era come se tutto si fosse fermato, come se ogni cosa attorno a lei stesse crollando e lei era lì, incapace di muovere un muscolo o di fare niente. Pensò di aver fatto qualcosa di sbagliato "Forse non voleva che la chiamassi amore in pubblico ma sono tre anni che stiamo insieme, non era così prima. Si sta allontanando e ho paura che ormai sia troppo tardi..." pensò con la paura che la divorava. Tornò alla realtà appena in tempo per sentire le parole che la trafissero come fossero una spada, quelle parole che, dette dalla persona che più amava al mondo, le fecero venir voglia di urlare, piangere, scappare e perfino uccidersi ma tutto ciò che fece fu rimanere immobile.

In love with a girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora