Rimpianti.

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"Che cosa ho fatto" Pensò Wendy mentre stava per prendere i biscotti. Non poteva essere successo davvero, non poteva aver baciato una ragazza mentre stava con Peter. Le ritornarono in mente tutte le sensazioni provocate da quel bacio e in un attimo si rese conto che la cosa che tanto temeva non solo era accaduta ma le aveva anche dato una piacevole sensazione di libertà. Non poteva permettersi di sentirsi così ma non poteva nemmeno reprimere ciò che provava. "Se Peter dovesse venire a scoprirlo sarà la fine per me, per noi." pensò mentre riponeva i biscotti sulla mensola e si dirigeva verso il bagno. Non appena entrata nel piccolo ma accogliente bagno Wendy decise di farsi una lunga e rilassante doccia per scacciare via i pensieri. Sì guardò allo specchio senza accorgersi che era lì, da tempo ormai non le sembrava di vivere davvero, e lentamente si sciolse i bellissimi capelli castani e lucenti per poterli spazzolare prima della doccia. Dopo questo gesto di routine si tolse i vestiti e andò sotto l'acqua che ormai era diventata bollente. Le era sempre piaciuto stare a ore sotto la doccia perché non si sentiva sola, non si sentiva sola a piangere se sentiva l'acqua cadere da sopra di sé e per lo stesso motivo amava i temporali. Dopo essersi fatta una doccia mooolto lunga e purificante decise di risalire in camera per vestirsi e una volta arrivata scelse un paio di pantaloncini neri che le stavano un po' larghi, una canottiera arancione acceso che le era stretta al punto giusto per mettere in mostra le sue bellissime curve e le sue fidate converse bianche. Non appena fu pronta, ancora con i capelli bagnati, uscì di casa e, dopo aver chiuso la porta, si diresse verso l'abitazione dei genitori di Eve, la moglie di suo padre, per pranzare. Aveva deciso di parlare della serata trascorsa con i suoi amici e sentire il loro parere e i loro consigli, in fondo a cosa servono gli amici no? Mentre si incamminava vide passare la sita, l'autobus che viaggiava da Firenze fino a quei paesini sperduti in montagna, e di sfuggita intravide colei che le avrebbe cambiato la vita.

Intanto a Firenze Jane si era svegliata presto, ancora frastornata da tutto quello che le era successo il giorno prima. Le parole di Rose le rimbombavano ancora nella testa e ancora una volta sentiva le lacrime bussare prepotenti ai suoi occhi per uscire. Si sentiva straziata da quel dolore, dolore che le aveva causato la persona che fino al giorno prima considerava la più importante della sua vita. Si alzò dal letto e si diresse verso l'armadio inciampando nel borsone che aveva preparato la sera prima. Non si ricordava molto di quello che era successo una volta tornata a casa e non c'è da stupirsi considerato il fatto che aveva fumato qualche cannetta per cercare di dimenticare. Scelse un paio di jeans, una canottiera nera e una camicia a quadri over size. Si vestì in tutta fretta e quando andò davanti allo specchio rimase scioccata, ricordava di aver fatto qualcosa di estremo ma non così estremo. I suoi capelli erano corti e blu, a quanto pare la sera prima aveva deciso di sembrare irriconoscibile alla sua ormai ex. Lasciando ogni pensiero a casa partì per la montagna con il biglietto che aveva inconsapevolmente comprato il giorno prima. Ci vollero quasi due ore per arrivare a destinazione e prima che l'autobus parcheggiasse passarono davanti a delle casette davvero carine e, presa ad osservarle, quasi non si accorse della ragazza che stava camminando nella stessa direzione del bus. Per Jane fu come una visione, la prima cosa bella dopo il pomeriggio del giorno prima. Quella sensazione durò molto poco perché il veicolo la superò in fretta diretto al capolinea. "Devo conoscerla" pensò Jane che credeva fortemente nei segni del destino. Non appena ebbe ripreso il suo borsone dal bus la ragazza si diresse verso l'hotel più vicino per cominciare la sua ricerca.

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