Sensazioni.

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''Nella vita possiamo commettere tanti errori. Tranne uno: Quello che ci distrugge.''


Sophia's pov

Mi strofino le mani bagnate sul jeans scuro, riordino il bancone sul quale ci sono diverse bottiglie di vari tipi vodka. Sono a lavoro da circa cinque ore e sono ormai le 20:00, sembra una serata apparentemente tranquilla, porto le mani dietro al collo cercando di rilassare i muscoli perennemente contratti. –Bellezza! – mi dice Adam dall'altro lato del bancone, gli rivolgo un sorriso dolce. Adam è uno dei più vecchi clienti di questo locale, mi tiene spesso compagnia nei miei turni serali, avrà una trentina di anni, capelli castani, occhi verdi così vuoti da far tristezza. –Buonasera Adam, ti preparo il solito? – annuisce, prendo tutto l'occorrente per preparare il suo daiquiri. –Sophia. – mi richiama all'attenzione. –Si? – rispondo. –Versa più rum. – cerco di rispondere e dirgli che è già pieno di rum ed è abbastanza forte da potergli far dimenticare tutto per qualche ora, ma lui alza una mano e capisco che staserà vorrà farsi tanto male, sembra ogni volta volersi punire per qualcosa. Sospiro e aggiungo altro rum nel suo bicchiere stracolmo. Glielo poggio difronte ed inizia a roteare il suo indice sui bordi del bicchiere. Gli poggio una mano sul braccio, accarezzandolo amichevolmente. Alza il capo e mi mima un ''Grazie'' a cui rispondo con un semplice sorriso, sapendo che nessuna parola potrà aiutarlo. Sento la campanella della porta suonare e delle voci coprire la musica in sottofondo. Mi guardo intorno e vedo Kelly sbracciarsi per attirare la mia attenzione. Assottiglio gli occhi per mettere a fuoco chi altro sia con lei e vorrei prendermi a sprangate quando capisco chi è che le terrà compagnia stasera. Faccio il giro del bancone e la raggiungo. Appena mi vede mi stringe in un abbraccio, che ricambio sorridendo pensando alla sua dolcezza immane. –Che ci fai qui? – le chiedo. –Allyson e le ragazze volevano bere qualcosa, e ho pensato di portarle qui. E' un problema? – scuoto il capo e punto i miei occhi sui ragazzi, e sgrano gli occhi quando il mio sguardo si posa sullo stesso ragazzo di questa mattina. E' seduto su una poltrona mentre scherza con gli altri, e ogni tanto muove le sue lunghe dita sul cellulare digitando qualcosa. –Sophia? – mi volto verso la mia amica e le faccio segno col capo verso il tavolo infondo alla sala. –Non è come pensi, non è uno dei miei soliti sotterfugi per farti conoscere i ragazzi della squadra, semplicemente Allyson scopa allegramente con il capitano e stasera sono arrivati insieme qui fuori seguiti poi dagli altri ragazzi ed io non ho potuto obbiettare. – le faccio segno con la mano di non continuare. –Okay, arrivo tra un po', iniziate a scegliere cosa ordinare non ho voglia minimamente di perdere tempo, voglio solo finire il mio turno e andare a casa. – mi giro e torno al bancone. –Cosa c'è Sophia? – mi chiede Adam con la voce impastata. –Nulla, sono solo stanca. – rispondo, ed è la verità. E' stata un'estate estenuante, ho lavorato tutti i giorni, il locale era sempre strapieno di gente e i pochi giorni liberi che avevo a disposizione li passavo a dormire per cercare di recuperare almeno un quarto delle ore perse. –Dovresti prendere un po' di tempo per te Sophia, non ti fa bene la vita che conduci. – mi dice Adam, e vorrei tanto urlargli contro che anche la vita che conduce lui è una merda, rintanandosi in questo schifo di posto e bere come se non ci fosse un domani, scappando miserabilmente dai problemi, ma rispondo solo –Non posso. – e rivolgendogli le mie spalle gli sto dicendo silenziosamente di non voler continuare questa conversazione. Sento chiamarmi in lontananza. So che sono loro quindi prendo il mio taccuino e mi avvicino al loro tavolo. Mi rivolgo alla mia amica che mi passa una mano sulla schiena sapendo già cosa ordinerà, passo i miei occhi su ognuno di loro che in ordine mi dicono cosa prendono. I miei occhi si posano sulla ragazza, con i capelli neri, le gambe accavallate in modo provocatorio, aggrappata al braccio muscoloso di lui, e le parole di Kelly tornano alla mente velocemente ''Allyson scopa allegramente con il capitano. '', sorrido quasi come se fosse scontato. –Cos'hai da ridere? – le rivolgo uno sguardo di ribrezzo cambiando argomento – Cosa ti porto? – si sistema sulla poltrona di pelle per poi alzarsi e fronteggiarmi. La guardo in tutta la sua volgare bellezza. –Ripeto, ho detto cosa ti porto? Hai tre secondi di tempo per rispondere. – assottiglia gli occhi, passando la lingua sulle labbra ricoperte da una tinta rosso fuoco. -Altrimenti cosa succede? – mi avvicino di più al suo viso e con totale tranquillità rispondo -Nulla, semplicemente passo all'amichetto seduto al tuo fianco. – in questo momento sento la stessa sensazione di questa mattina travolgermi come un uragano, so che mi sta guardando. Tamburello la penna sul foglio scritto per metà, attendendo una sua risposta. –Tu.. - mi punta un dito contro, ma non finisce di parlare che viene trattenuta e sbattuta sulle sue gambe, una sua mano la trattiene per il fianco mentre lei cerca di divincolarsi. –Lasciami Dallas. – Dallas.. è così che si chiama.. Le sussurra qualcosa all'orecchio che la fa stoppare all'instante per poi stringersi di più a lui. Posa il suo sguardo sulla targhetta affissa alla mia camicia bianca. –Sophia. – sussurra, sposta gli occhi nei miei e il mio corpo si irrigidisce di colpo e la mia testa continua ad immaginare lo schifo che avrà potuto sussurrarle. –Puoi portarci due golden cadillac, grazie.- Mi giro senza proferire parola, e vorrei tanto far sparire questa sensazione di disgusto che mi avvolge. Le loro ordinazioni sono pronte e le dispongo su di un vassoio, lo appoggio sul mio avambraccio sinistro e trascino i piedi al loro tavolo, mi chino e poggio i vari cocktail sul tavolo basso in vetro. Mi sistemo un ciocca ribelle sfuggita dalla crocchia alta, mi alzo velocemente e perdo per qualche secondo l'equilibrio aggrappandomi ad un pilastro in legno posto al mio fianco. –Sophia! – sento Kelly venirmi incontro e quasi mi aggrappo al suo braccio come se fosse l'unica cosa che mi possa salvare da questo pavimento freddo. – Sophia, rispondimi. – ingoio una saliva inesistente, cercando di respirare quest'aria asfissiante. –Sto..Io sto bene.- sussurro. –No, non sta bene, la dobbiamo far stendere. – la voce rauca e profonda di Dallas arriva ovattata alle mie orecchie fin quando tutto introno a me diventa quasi sfocato.

DISORDER.Where stories live. Discover now